Appalti truccati a Benevento,
5 indagati non rispondono al gip

Appalti truccati a Benevento, 5 indagati non rispondono al gip
di Enrico Marra
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 07:54 - Ultimo agg. 10:04
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In quattro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma hanno rilasciato dichiarazioni spontanee per chiarire le loro posizioni, un quinto invece è rimasto in silenzio. Si tratta dei cinque indagati destinatari del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, disposto dal gip Loredana Camerlengo nell'ambito dell'inchiesta sulle irregolarità negli appalti della Provincia e del Comune di Buonalbergo. Nel corso degli interrogatori davanti al gip sono comparsi i titolari di tre ditte, un dipendente della Provincia e un tecnico.

Per primi sono stati interrogati i titolari di tre ditte che si erano aggiudicati dei lavori. Interrogatori in successione, tenuto conto che tutti e tre gli indagati avevano lo stesso legale, Roberto Prozzo. Si tratta di Pietro Antonio Barone, 57 anni di Circello al quale viene contestato di aver versato una tangente di ventimila euro tramite un intermediario, in qualità di amministratore della «Barone costruzioni», al sindaco Michelentonio Panarese per l'assegnazione dei lavori per la mesa in sicurezza dell'ex discarica comunale in località Cerreto. Franco Coluccio, 72 anni, di Buonalbergo, amministratore unico della società «Effedue costruzioni» il quale, secondo l'accusa, aveva versato una tangente di 1.500 euro tramite intermediario al sindaco Panarese per lavori riguardanti l'adeguamento sismico di un edificio in via Cappella a Buonalbergo. Infine, Antonino Iannotti, 40 anni, di San Lorenzo Maggiore, titolare della «Iannotti costruzioni» per presunte irregolarità circa i lavori di ripristino delle strade provinciali 45, 48, 49, 50, gara indetta dalla Provincia.

Secondo l'accusa, avrebbe versato denaro non quantificato sempre a Panarese.

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Il loro legale Prozzo ha depositato alcune memorie difensive per fornire una versione dei fatti diversa da quella illustrata dalla Procura. Per loro, le ipotesi di reato contestato, corruzione e turbativa d'asta, non si sono mai verificate. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonio Sateriale di 51 anni, di San Giorgio del Sannio, indagato per presunte irregolarità commesse quale responsabile unico della procedura indetta dalla Provincia per l'ammodernamento deIl'istituto Livatino di Circello. Secondo l'accusa avrebbe avvantaggiato l'impresa che poi avrebbe eseguito i lavori rivelando notizie di ufficio sugli atti della procedura. Inoltre, in concorso con altri, avrebbe turbato la gara. Dichiarazioni spontanee, infine, per Gaetano Ciccarelli 64 anni, di Napoli, geologo, che ha sostenuto la sua estraneità rispetto agli addebiti di corruzione, turbativa di gara ed emissione di fatture per operazioni inesistenti in relazione all'appalto per la progettazioni dei lavori di messa in sicurezza - soggetto attuatore la Provincia di Caserta - della direttrice Caserta- Monti del Matese. Lo ha difeso l'avvocato Emiliano Iasevoli.
 

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