Benevento, c'è un batterio nell'acqua:
scatta il divieto di bere al Rione Libertà

Benevento, c'è un batterio nell'acqua: scatta il divieto di bere al Rione Libertà
di Paolo Bocchino
Sabato 19 Settembre 2020, 09:55 - Ultimo agg. 15:04
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Pseudomonas aeruginosa. Un minuscolo batterio dal nome impronunciabile e sconosciuto ai più, almeno fino a ieri. Migliaia di cittadini del rione Libertà hanno dovuto scoprirlo loro malgrado per effetto della ordinanza del sindaco Clemente Mastella che ha vietato l'uso potabile dell'acqua a causa della riscontrata presenza del patogeno nella fornitura erogata alle utenze del lato San Modesto. L'allarme era partito giovedì dopo che il prelievo effettuato da Asl e Arpac presso il fontanino stradale di via Piccinato aveva evidenziato la presenza del batterio. Via dunque alla procedura sancita dal decreto 31/2001 che prevede la comunicazione al sindaco e al gestore per l'immediato divieto della fruizione a uso potabile, scattato ieri pomeriggio. Iter di prassi frequentemente attuato in altri comuni della provincia, che ha riguardato nel caso specifico un agente contaminante non particolarmente pericoloso nei soggetti sani secondo quanto riportato dalla letteratura scientifica. Ma pur sempre uno dei parametri per i quali la norma impone la interruzione dell'utilizzo alimentare. La notizia ha rinfocolato i timori relativi alla scarsa qualità dell'acqua distribuita da Gesesa in alcune zone della città servite dai pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni, quest'ultimo ormai quasi del tutto inutilizzato.

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«Si tratta di uno sforamento probabilmente causato dallo scarso utilizzo del fontanino» ha dichiarato l'azienda idrica. «Nulla a che vedere - ha aggiunto Gesesa - con le caratteristiche chimico-fisico dell'acqua distribuita, né con la vicenda tetracloroetilene». La società ha quindi informato che «sono state avviate attività di iperclorazione dell'acqua e lavaggi delle reti di adduzione, e avviati campionamenti straordinari in autocontrollo per monitorare l'andamento del parametro». Niente bevute né piatti di pasta con acqua del rubinetto ma si potrà regolarmente fare la doccia o lavare la biancheria. I tempi di interdizione potrebbero essere limitati a qualche giorno: «Già lunedì prevedibilmente avremo i risultati dei nuovi prelievi effettuati dalla Asl e potremo verificare se il problema è rientrato, con analoga ordinanza di ripristino» anticipa l'amministratore di Gesesa Vittorio Cuciniello. Pur senza allarmismi, la problematica investe ben 3.000 utenze e quasi 10.000 abitanti del popoloso quartiere. D'intesa con il Comune, Gesesa ha predisposto pertanto un piano d'emergenza con servizio sostitutivo tramite autobotte che stazionerà in piazza San Modesto dalle 9 alle 13 e dalle 18,30 alle 22.
 


Immancabili le reazioni in campo politico: «È da tempo che i pozzi che approvvigionano quella zona sono oggetto di polemiche, ma si è sempre detto che la situazione non era preoccupante. È ancora così?» domanda il forzista Antonio Reale. «Sull'acqua che i cittadini consumano giornalmente bisogna fare chiarezza» aggiunge l'ex assessore all'Ambiente. «Pretendiamo chiarezza da parte del Comune sulla salubrità della risorsa idrica» gli fa eco l'esponente di Alleanza di Centro Angelo Feleppa. «Siamo sicuri che il problema sia limitato alle aree oggetto del provvedimento?» interroga il consigliere comunale.
Rilievi ai quali il sindaco Mastella replica così: «Ho disposto il divieto dell'uso potabile perché lo stabilisce la legge, ma da quanto mi dicono non sussistono criticità particolari. Nessun problema strutturale né la vicenda è riconducibile alla questione tetracloroetilene».

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