Benevento, pochi bimbi a mensa:
cassa integrazione per 50 operatori

Benevento, pochi bimbi a mensa: cassa integrazione per 50 operatori
di Gianni De Blasio
Mercoledì 21 Ottobre 2020, 09:56 - Ultimo agg. 19:15
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Il 25% di pasti in meno provoca il ricorso alla cassa integrazione del 66% dei lavoratori impegnati nel servizio della refezione scolastica dei plessi della materna, elementari e medie di Benevento. All'associazione di imprese, costituita da Ristora Food and Service srl e la cooperativa di lavoro «Solidarietà e Lavoro» scarl non è rimasto altro che ricorrere all'integrazione della retribuzione prevista per i lavoratori di aziende che devono affrontare situazioni di crisi, per fronteggiare le conseguenze delle misure dovute alla pandemia. Lo scorso anno, di questi tempi, la mensa scolastica, come attestava l'elevato numero di iscritti (all'incirca 1.150) mostrava di funzionare, recuperando credibilità al servizio pubblico. Altrimenti, dopo l'ordinanza del Tar Lazio, che aveva rimesso in discussione il «panino libero», le quote di iscrizioni citate non sarebbero state mai raggiunte.

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Oggi, però, le imprese si ritrovano al cospetto della chiusura delle scuole, per cui stanno erogando il servizio soltanto a beneficio dei bambini della scuola dell'infanzia: 241 i pasti forniti lunedì, alla ripresa, saliti ieri a 286, ma ieri l'altro parte del plesso di San Vito risultava chiuso per quarantena, un'altra parte di bambini era stata prelevata dalle mamme prima di recarsi in refettorio.

Nel mentre, alla «Sant'Angelo a Sasso» i genitori non avevano proprio accompagnato i bimbi a scuola. Ma l'effetto Covid si era già fatto sentire. Nelle iscrizioni, calate di un 20%, da 1.115 ai 929 registrati sino a ieri, adesioni salite comunque soltanto in quest'ultimo periodo, poiché i dati registrati sino allo stop imposto dalla presidenza della Regione la flessione aveva toccato anche il 40%. Confrontando i dati relativi alla scorsa settimana, l'anno scolastico 2019-20 segnava una frequenza in refettorio che oltrepassava costantemente i 1.000 pasti, anzi tre giorni si andava oltre i 1.100. L'anno appena avviatosi, invece, vede oscillare il numero dei bambini che usufruiscono della mensa tra i 528 e i 662. A dispetto di ciò, da registrare l'aumento costante degli iscritti. Allo stato, però, le perdite accusate dalle società, prima per lo stop imprevisto, quando avevano già effettuato l'approvvigionamento delle derrate per il giorno seguente ma, soprattutto, il calo finora vistosissimo dei pasti da fornire, ha indotto la Ristora Service a collocare in cassa integrazione il 66,5% delle unità lavorative, ossia risultano in servizio attivo 25 unità a fronte dei 75 dipendenti, che costituiscono il totale della forza lavoro.

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L'assessora all'Istruzione, Rossella Del Prete, ha preso atto con soddisfazione dell'elevato numero di iscritti nonostante il Covid, «convinta come sono che il tempo mensa sia tempo scuola e il genitore che aderisce al progetto scolastico del tempo pieno deve sapere di aver scelto di far vivere ai propri figli anche il momento formativo collettivo rappresentato dal tempo mensa comune, in cui si evitano le differenze sociali, si educa alla varietà del cibo, a comportamenti alimentari e sociali condivisi». «La libertà di scelta del genitore può essere esercitata all'atto dell'iscrizione prosegue l'assessora -, sulla base dell'organizzazione scolastica: tempo normale, prolungato o tempo pieno. Naturalmente, vanno rispettate tutte le misure ed accorgimenti del caso».

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