Cosa può spingere in aula i consiglieri provinciali nel pieno di una rovente estate? Solo un argomento ancora più caldo, se possibile. La centrale termoelettrica Luminosa, mina vagante per il territorio sannita da 15 anni, torna oggi d'attualità alla Rocca per una seduta monotematica. «Procedimento autorizzatorio e di riesame dell'Aia relativo alla centrale turbogas a ciclo combinato da 386 megawatt sita nell'area Asi Ponte Valentino in Benevento Provvedimenti e determinazioni» recita l'ordine del giorno con inizio alle 9.30.
Riunione che arriva alla vigilia di quella che potrebbe rappresentare una data di svolta nella vicenda. Scadono infatti domani i 150 giorni fissati dall'art. 29-octies del Codice dell'ambiente che disciplina le richieste di rinnovo e riesame. Si rischia a questo punto la nomina di un commissario ad acta, come prospettato dalla comunicazione di avvio procedimento diramata il 3 marzo dal ministero per la Transizione ecologica titolare della pratica: «Decorsi inutilmente i termini per la conclusione - scriveva il responsabile del procedimento Paolo Cagnoli - i privati interessati (Luminosa energia, ndr) possono rivolgersi al capo Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi per l'attivazione del potere sostitutivo, affinché entro un termine pari alla metà di quello originariamente previsto (75 giorni, ndr) concluda il medesimo attraverso le strutture competenti o la nomina di un commissario».
A decidere i destini della ingombrante centrale potrebbe dunque essere il parere monocratico di un funzionario ministeriale o del rappresentante di un ente della pubblica amministrazione in veste di commissario.
E indubbiamente la nascita di un colosso in grado di generare 385 megawatt elettrici sviluppando 680 megawatt termici attraverso la combustione di tonnellate di gas non sembra l'idea migliore per preservare l'aura di integrità ambientale che oggi circonda i prodotti made in Sannio. Marchi d'eccellenza come il pastificio Rummo, attivo a poche centinaia di metri dalla costruenda centrale, potrebbero subirne un contraccolpo notevole. Bisogna inoltre considerare la localizzazione della Luminosa, il cui lotto d'insediamento coincide incredibilmente con la confluenza dei fiumi Calore e Tammaro: inutile ricordare cosa questo significò nell'autunno 2015. Tutti temi che avrebbero dovuto trovare la sede naturale di discussione nella conferenza di servizi al ministero, mai convocata.
Una palese stranezza della quale la Provincia ha provato a chiedere conto con la nota inviata al dicastero il 9 luglio. «In qualità di rappresentante della Provincia nel Gruppo istruttore - scriveva Francesco Pepe, docente dell'Unisannio designato dalla Rocca - chiedo informazioni in merito alle modalità di presentazione delle osservazioni. Chiedo inoltre che, trattandosi di progetto di rilevante impatto ambientale, la conferenza dei servizi sia svolta in modalità sincrona». Richieste rimaste sostanzialmente inevase da parte degli uffici ministeriali, limitatisi a ribadire come «la procedura è disciplinata dall'articolo 29-octies comma 10 del decreto legislativo 152/2006».