Benevento, processo al clan Sparandeo:
estorsioni e droga, scattano 10 condanne

Benevento, processo al clan Sparandeo: estorsioni e droga, scattano 10 condanne
Giovedì 13 Maggio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 14 Maggio, 21:39
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Dieci condanne per il clan Sparandeo. Il verdetto è stato emesso ieri dal Gup del Tribunale di Napoli Lucia Di Micco, avendo gli imputati optato per il rito abbreviato puntando così a una riduzione delle pene. Queste le condanne: 10 anni per Corrado Sparandeo, 64 anni; 8 anni per Carmine Morelli, 61 anni, di Benevento; 5 anni e 4 mesi per Carmine Longobardo, 46 anni, di Cisterna; 7 anni e 4 mesi per Vincenzo Poccetti, 47 anni; 6 anni e 8 mesi per Gabriele De Luca, 32 anni; 5 anni e 4 mesi per Luigi Coviello, 47 anni; 5 anni e 4 mesi per Stanislao Sparandeo, 42 anni; 6 anni e 8 mesi per Arturo Sparandeo, 38 anni, tutti di Benevento; 5 anni e 4 mesi per Luigi Giannini, 48 anni, di Pomigliano d'Arco, e Vincenzo Mari, 46 anni, di Benevento. Il Gup ha inoltre assolto Stanislao Sparandeo, Coviello, De Luca e Mari dal reato di associazione per delinquere di stampo camorristico e inoltre dal reato di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti Arturo e Corrado Sparandeo, De Luca, Poccetti e Morelli.

L'inchiesta, nel gennaio del 2020, aveva portato a ordinanze di custodia cautelare con le accuse, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico associazione a delinquere per lo spaccio di droga e le estorsioni. L'accusa portata avanti dal pm Luigi Landolfi in un'udienza svoltasi a novembre, sempre davanti al Gup Lucia De Micco, aveva chiesto nove condanne e un'assoluzione. Nel dettaglio il rappresentante dell'accusa aveva sostenuto la piena colpevolezza degli imputati rifacendosi alla corposa indagine. Pertanto aveva chiesto 20 anni per Corrado Sparandeo; 18 anni per Carmine Morelli; 15 anni per Carmine Longobardo; 14 anni per Vincenzo Poccetti, Gabriele De Luca, e Luigi Coviello; 12 anni per Stanislao Sparandeo e Arturo Sparandeo; 10 anni per Luigi Giannini; l'assoluzione per Vincenzo Mari, ritenendo che quest'ultimo avesse una posizione meno gravata perché si era limitato a fare il parcheggiatore abusivo nei pressi dello stadio. Una tesi che però il Gup non ha condiviso condannando anche lui insieme agli altri. Le indagini erano state svolte dalla Squadra Mobile beneventana e inizialmente dalla Procura di Benevento (a coordinarle il sostituto procuratore Assunta Tillo). 

Il magistrato e gli inquirenti della Mobile avevano indagato non solo sui tradizionali reati di estorsione e spaccio, che avevano in precedenza sempre caratterizzato l'attività dei vari aderenti al clan, ma anche su ciò che era accaduto nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali nel 2016 in città. Un'inchiesta che aveva portato i poliziotti a far ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali. Il procedimento, tenuto conto dei reati contestati, era poi passato alla competenza della Dda di Napoli. Secondo le ipotesi scaturite neo corso delle indagini Corrado Sparandeo aveva tentato di inquinare il voto per le elezioni comunali e avrebbe sponsorizzato diversi candidati indipendentemente dal partito per cui si erano candidati. Ma questa parte dell'indagine non aveva portato a contestazioni di reati. Contestate, invece, ad alcuni imputati due estorsioni, una al titolare di un'impresa che stava realizzando edifici in via dei Mulini, che tra il 2014 ed il 2018 era stato costretto a sborsare circa 30mila euro in più rate e a un altro imprenditore che aveva versato circa 150 euro per non avere «problemi». Inoltre agli imputati veniva contestato anche l'incendio di un'auto, una Golf, a Foglianise nel 2017, di un dipendente di una società. Contestazioni anche per la illegale gestione delle aree destinate a parcheggio nei pressi dello stadio «Ciro Vigorito» in occasione delle partite del Benevento. Inoltre contestato anche lo spaccio di droga in varie zone della città, con stupefacenti acquistati nel Napoletano e venduti agli acquirenti beneventani. Gli imputati sono stati difesi da Antonio Leone, Gerardo Giorgione, Vincenzo Sguera, Domenico dello Iacono, Michele Sanseverino e Isidoro Spiezia che hanno svolto le loro arringhe in più udienze.
 

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