Donna ferita al petto dai petardi:
«Così Antonella ha salvato altre vite»

Donna ferita al petto dai petardi: «Così Antonella ha salvato altre vite»
di Luella De Ciampis
Venerdì 4 Gennaio 2019, 11:00
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SANT'AGATA DE' GOTI - Erano tutti lì, nella sala d'attesa del reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale Rummo, dalle 8 del mattino, mamma Annamaria, Franco e Massimiliano, rispettivamente compagno e fratello maggiore di Antonella Tuosto, la trentaseienne di Sant'Agata de' Goti, colpita dalle schegge di un petardo fatto esplodere la notte di Capodanno all'esterno della tensostruttura allestita per il veglione di fine anno in piazza. In un'attesa, estenuante, ma composta e silenziosa, che si protrarrà fino a quando i medici non decideranno di risvegliare Antonella. A parlare, con toni pacati, è Franco Meccariello, il compagno della 36enne. «È accaduto tutto all'improvviso, intorno all'una e quaranta, poco prima che andassimo via e mentre facevamo l'ultimo brindisi. Io ero di fronte alla mia compagna e ho avvertito l'onda d'urto, che mi ha spostato e ha fatto cadere la bimba che era al mio fianco. Un attimo dopo, Antonella era tra le mie braccia ricoperta di sangue. Sono stati momenti concitati, durante i quali, abbiamo realizzato che due schegge dell'ordigno avevano squarciato il tendone, e, mentre una è uscita fuori senza colpire nessuno, l'altra ha centrato Antonella in pieno petto».

Dopo cosa è accaduto?
«La disperazione, lo sgomento, il timore che tutto fosse perduto, l'arrivo dei soccorsi, la corsa in ospedale e l'attività frenetica dei medici per salvarle la vita, sono immagini che resteranno scolpite nella mia memoria, insieme al coraggio e alla forza di Antonella, rimasta sveglia e vigile fino al momento in cui è entrata in sala operatoria. Mi ha spiegato in quale cassetto dell'armadio di casa avrei trovato il pigiama, la vestaglia e i suoi effetti personali per portarli in ospedale, nonostante il dolore fosse lancinante e insopportabile al minimo movimento».
 
Come mai avevate deciso di festeggiare in piazza?
«Eravamo lì per puro caso, invitati dal sindaco Valentino perché in genere la notte di San Silvestro abbiamo sempre lavorato come animatori nei locali. Quest'anno abbiamo deciso di rimanere a casa e di attendere il nuovo anno con gli amici, ma penso che anche in questo ci sia stato un disegno che sfugge alla nostra comprensione, perché il corpo di Antonella, facendo da scudo, ha sicuramente salvato altre vite».

E dell'uomo che ha piazzato l'ordigno che idea si è fatto?
«Penso che chi ha compiuto questo atto si sia comportato in modo sconsiderato, in quanto forse non ha realizzato che nel tendone erano presenti famiglie con bambini e persone anziane e se anche l'altra scheggia fosse andata a segno, il bilancio delle vittime sarebbe stato molto più pesante. A quanto pare, non si tratta del gesto di un ragazzo, ma di un uomo adulto, che ha agito molto dopo la mezzanotte».

C'è rabbia?
«La rabbia per quanto è accaduto ce la teniamo dentro, ma aspettiamo che sia fatta chiarezza e subito dopo giustizia».

Quale altro desiderio coltivate, oltre a questo, peraltro umano e legittimo?
«Stiamo contando le ore che ci separano dal risveglio di Antonella ma siamo fiduciosi. Certo il percorso di guarigione sarà lungo perché la ferita al polmone è molto profonda e trasversale ma non disperiamo e incrociamo le dita affinché non insorgano complicazioni o infezioni, che potrebbero essere causate dalla polvere da sparo. I medici e il personale della Terapia Intensiva stanno facendo quanto è nelle loro possibilità per restituirci Antonella al più presto e per chiudere questo brutto capitolo».

Cosa c'è nel vostro futuro?
«Il matrimonio. Avevamo deciso di sposarci nel 2019. Adesso non so se potremo farlo o se dovremo rimandare le nozze per consentire ad Antonella di riprendersi completamente. Ma questa brutta vicenda mi ha fatto comprendere che al mio fianco c'è una donna speciale che, adesso più che mai, voglio sposare».
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