Benevento, guardia medica e 118:
troppe sedi vacanti, mancano 25 medici

Benevento, guardia medica e 118: troppe sedi vacanti, mancano 25 medici
Domenica 20 Giugno 2021, 12:54
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Sono 25 i medici che mancano all'appello per soddisfare le esigenze assistenziali del territorio, in base al prospetto delle zone carenti pubblicato dall'Asl, per la continuità assistenziale (ex guardia medica), per l'emergenza 118 e per il servizio penitenziario. Sono 10 le carenze per la rete 118 Centrale operativa, per cui i conferimenti saranno attribuiti dal dirigente responsabile del servizio che provvederà all'assegnazione delle postazioni, con priorità per quelle che risultano avere maggiore carenza di organico. Per la continuità assistenziale il numero delle carenze in organico rilevate è pari a 15 ed è distribuita tra quattro distinte sedi distrettuali. Nel distretto sanitario di Benevento risultano vacanti due posti per l'attività nella casa circondariale di Capodimonte; invece, per quanto riguarda la continuità assistenziale, manca un medico per ognuno dei presidi di Paduli e Apice che fanno capo alla sede distrettuale di San Giorgio del Sannio; è rimasto vacante un posto nel presidio di guardia medica di Sant'Agata de' Goti che rientra nel distretto di Montesarchio; nel distretto Alto Sannio-Fortore mancano all'appello 11 medici: uno per ognuno dei presidi di San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti, Fragneto Monforte, Montefalcone Valfortore, Circello, Santa Corce del Sannio, tre nel presidio di Castelvetere Valfortore e due in quello di Baselice.


È già disponibile una graduatoria pubblicata all'albo pretorio online, che comprende 68 professionisti, per il conferimento degli incarichi di continuità assistenziale, di emergenza territoriale e per il servizio negli istituti penitenziari che, entro le 8 di domani dovranno inviare a mezzo pec la domanda di disponibilità per l'immissione in servizio con decorrenza da primo giorno di luglio.

Un reclutamento, quello dei medici dell'emergenza e della continuità assistenziale, che è diventata una necessità oggettiva, perché risponde alla necessità imprescindibile, soprattutto per le zone interne, lontane dai presidi ospedalieri, di garantire prestazioni domiciliari e territoriali, che hanno il carattere dell'urgenza, nelle ore notturne dei giorni feriali e nelle 24 ore dei giorni festivi, oltre a sopperire alla necessità di prescrizione di farmaci, che trovano applicazione per le terapie d'urgenza. Lo stato emergenziale, causato dalla pandemia, che abbiamo appena attraversato ma che, con molta probabilità, non ci siamo ancora gettati alle spalle, ha evidenziato ancor più l'esigenza di avere una rete sanitaria territoriale perfettamente funzionante che possa sopperire alle necessità della popolazione sia nell'espletamento dell'attività ordinaria che in fase emergenziale.

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Infatti, nel periodo più caotico della pandemia, la rete del 118 ha svolto un servizio ineccepibile e, spesso, risolutivo. Va poi considerata l'importanza dell'efficienza della rete sanitaria territoriale che, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, ha il compito di fare da filtro tra i pazienti e l'ospedale, valutando di volta in volta le condizioni dei malati, evitando, se possibile, l'accesso in pronto soccorso. L'impegno dell'Asl è quello di risolvere la carenza di personale medico che si avverte di più nel periodo delle ferie estive, in cui diminuisce di almeno un 30% la disponibilità del personale medico, in linea con le carenze registrate sull'intero territorio regionale, peraltro, minore per quanto riguarda il personale delle postazioni mobili di primo soccorso, che operano sulle ambulanze del 118 e maggiore per i Psaut, che occupano le postazioni fisse contrassegnate con il nome di presidi di continuità assistenziale.
 

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