Benevento, l'Hortus Conclusus
ancora chiuso: si ripartirà con il ticket

Benevento, l'Hortus Conclusus ancora chiuso: si ripartirà con il ticket
di Nico De Vincentiis
Venerdì 5 Giugno 2020, 08:57
4 Minuti di Lettura

Perché i record non si svalutino bisogna tenerli sempre ben lucidati. E la posizione di rilievo tra i primi cento «tesori più nascosti» d'Italia certo va difesa strenuamente. Per evitare di perdere frecce all'arco del suo appeal rovesciato l'Hortus Conclusus resta così, forse tra i pochi siti di valore artistico e culturale, ancora chiuso nonostante si sia varcata la soglia della fase 3 nella lotta al coronavirus e siano già saltati i divieti di trasmigrazione dei potenziali visitatori da una regione all'altra. Se ne riparlerà, se tutto si incastrerà nella maniera giusta, a metà della prossima settimana.
Il ritardo è dovuto alla definizione del sistema di garanzie in materia di sicurezza per i dipendenti e i visitatori. Questione al centro di un incontro tra dirigenti (a volte difficile anche individuarli visto che si ritrovano in accostamenti un po' acrobatici tra i settori) durante il quale si è accertata la possibilità di assicurare, in caso di riapertura dell'Hortus, dell'area archeologica dell'Arco del Sacramento, e della Biblioteca comunale di Palazzo Paolo V, tutti i necessari dispositivi di prevenzione sanitaria. La riapertura, che dovrà essere stabilita con apposita ordinanza sindacale, a questo punto dovrebbe coincidere con l'attuazione della delibera di giunta comunale con la quale si istituisce il biglietto d'ingresso di 2 euro sia per lo spazio artistico firmato da Mimmo Paladino che per il sito archeologico del Sacramento gestito da una cooperativa.

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L'applicazione di un ticket d'ingresso non è rinviabile considerando che i due siti sono inseriti nel circuito organizzato da Scabec per l'Artcard Campania che prevede quella del pagamento del biglietto come condizione alla partecipazione stessa al circuito turistico di prossimità che sarà esaltato naturalmente proprio nel corso di questa difficile estate del dopo-virus. La questione biglietteria potrebbe, da subito, portare alla scelta di un service esterno al quale magari destinare anche compiti di accoglienza (ciceronaggio, guide, brochure). La manutenzione ordinaria sta proseguendo da parte dei tre dipendenti regolarmente in servizio a porte chiuse, dunque la riapertura al pubblico non dovrebbe riservare particolari sorprese a livello di scenografia che, comunque, resta precaria.
IL CANTIERE
Bisogna sottolineare che restano pochi i mesi a disposizione dei turisti per godere del tesoro paladiniano prima che, dal prossimo novembre, venga aperto il cantiere per la sua ristrutturazione, secondo il programma degli interventi finanziati con i Pics, che prevede anche l'allestimento dell'arena, recuperata qualche anno fa grazie all'impegno di volontari, il restauro di alcune parti e un nuovo impianto di illuminotecnica. La riapertura dell'Hortus, come la sua ristrutturazione, come una diversa e generale politica di gestione e di valorizzazione dei beni culturali, restano le classiche «priorità emarginate». Secondo questo schema, strutture di assoluto valore e con enormi potenzialità in termini di sviluppo non godrebbero della stessa intensità di trattamento di altri capitoli stabiliti nell'agenda amministrativa e politica.
Non sfugge la cronaca degli ultimi giorni in cui l'urgenza è sembrata ancora una volta essere quella degli annunci di «ospitate» artistiche, magari di rilievo, in un orizzonte temporale a due e tre mesi, e non la ricomposizione di una quotidianità che, si voglia o no, per la città di Benevento è la gestione e il continuo reinvestimento dell'eredità ricevuta dalla storia. In questo contesto di attenzione primaria si inserisce anche l'ipotesi di rete museale, un percorso faticosamente allestito ma già frantumato in piccoli protocolli minori, quasi a prendere le distanze da percorsi comuni. La logica dell'insieme va invece salvaguardata perché consente di pianificare strumenti integrati di promozione e di accoglienza dei potenziali turisti.
Oggi pomeriggio l'incontro con il direttore generale dei musei della Campania, Marta Ragozzino, che sarà al Teatro Romano. «Cercherò, insieme al sindaco dice l'assessora alla Cultura Rossella del Prete -, un confronto sull'idea di rete museale e sui benefici, forse l'ultima grande opportunità, per un incremento turistico culturale in città. Naturalmente servono unità d'intenti e maggiore consapevolezza delle potenzialità, anche organizzative, che questo sistema potrebbe assicurare». Intanto riprenderanno gli incontri per contribuire a redigere il nuovo piano di gestione Unesco del complesso di Santa Sofia richiesto dall'associazione «Italia Langobardorum». Anche da come si lavorerà a questo documento si capirà quanto il capitolo cultura e beni culturali avrà scalato l'ordine di priorità nelle scelte per la città.
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