Benevento, inchiesta sull'abbattimento
dei pini in viale degli Atlantici

Benevento, inchiesta sull'abbattimento dei pini in viale degli Atlantici
di Paolo Bocchino
Venerdì 31 Luglio 2020, 08:48 - Ultimo agg. 14:23
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I pini di viale degli Atlantici finiscono sotto inchiesta. L'iniziativa è della procura di Benevento che ha aperto un fascicolo e avviato nei giorni scorsi le indagini sul caso. L'attività scaturisce dall'esposto presentato il 24 giugno da Ambner De Japinis. Come si ricorderà l'ex consigliere comunale e candidato sindaco nel 2006 aveva puntato l'attenzione sugli abbattimenti effettuati dalla Barretta Garden per conto del Comune a marzo 2019. Decisivo, ai fini dell'individuazione dei 12 pini tagliati in quella occasione fu il sopralluogo con successivo ordine di servizio effettuato dall'agrotecnico comunale Giovanni Zollo. E proprio l'ufficio del funzionario è stata una delle prime tappe dei carabinieri del gruppo forestale che stanno svolgendo le indagini su mandato della procura. Venerdì la visita in via del Pomerio dove hanno acquisito documenti del febbraio 2019. Ma i confini delle indagini potrebbero estendersi per abbracciare anche i successivi provvedimenti adottati dall'ente, da ultimo la delibera 41 del 3 marzo con la quale la Giunta Mastella ha dato il via libera alla sostituzione integrale degli oltre trecento pini tra viale degli Atlantici e Pacevecchia. Una traccia di lavoro che traspare dalla testimonianza acquisita proprio nella giornata di ieri dai carabinieri forestali che hanno messo a verbale le dichiarazioni di Maurizio Salomone Megna, architetto componente la commissione formata dallo stesso Comune nell'aprile del 2019, su iniziativa dell'allora assessore all'Ambiente Luigi De Nigris. Il professionista, come persona informata dei fatti, è stato per diverse ore nella caserma di via Paga. Testimonianza evidentemente non casuale: Salomone Megna si dissociò dalle risultanze della commissione formata anche dal funzionario regionale Aniello Andreotti, dagli agronomi Carmine Agostinelli e Antonio Castellucci e dallo stesso Zollo, appaiando una propria relazione finale autonoma da quella stilata dagli altri membri che concludevano per l'abbattimento di numerose piante, previo ulteriore approfondimento tecnico e strumentale dei casi a rischio crollo.

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E proprio un tecnico sarà uno dei prossimi interlocutori dei carabinieri che, a giorni, ascolteranno il professor Rocco Sgherzi, autore della perizia commissionata da De Japinis sui resti dei 12 pini tagliati nel marzo 2019. «Sono stato convocato nell'ambito della indagine in corso - conferma Sgherzi -. Nei prossimi giorni concorderemo la data della mia testimonianza». Agli atti della Procura c'è già la perizia stilata dall'esperto viterbese, autore di importanti attività specialistiche, fulcro dell'esposto di De Iapinis: «Risulta arduo identificare - attesta la perizia - eventuali anomalie o difetti interni che possano aver concorso a decretare l'abbattimento. Il decadimento del legno delle ceppaie osservate è ascrivibile alla normalità di piante in assenza di patologie fungine in atto, quindi sane». E dunque: perché furono abbattuti quei 12 pini cui potrebbero seguire tutti gli altri? «È l'interrogativo che mi pongo da tempo per puro senso civico - commenta Ambner De Japinis - Fino a quando quell'azione fosse rimasta nell'arbitrarietà dell'amministrazione, da cittadino innamorato di Benevento non avrei avuto pace.

Ora che la questione è all'attenzione tempestiva e competente della Procura, mi sento decisamente rassicurato».

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