Benevento: la pioggia improvvisa manda in tilt l'agricoltura, danni per 30 milioni

L'allarme delle categorie interessate

Campi allagati nel Sannio per il maltempo
Campi allagati nel Sannio per il maltempo
di Antonio Mastella
Lunedì 5 Giugno 2023, 10:41
4 Minuti di Lettura

«Per quanto mi sforzi di essere prudente, non ho, in ogni caso, alcuna difficoltà a sostenere che il danno è prossimo ai trenta milioni di euro». E' il grido d'allarme che lancia Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti, sulle conseguenze della pioggia incessante, che, da settimane, sta investendo l'agricoltura sannita. Non c'è settore del comparto primario dell'economia che venga risparmiato in questi giorni dall'intensità e dalla furia delle precipitazioni atmosferiche. «Effetti pesanti le sta subendo la cerealicoltura» avverte Nicola De Leonardis, presidente regionale di FedAgriPesca Confcooperative Campania, che aggiunge: «In tempi meteorologicamente normali, si arriva a produrre tra i 40 ed i 50 quintali ad ettaro. E' del tutto ipotizzabile che, oggi, non si supereranno i 25». Non meno disastrosa è la previsione per i foraggi, alimento di base per i circa 40mila capi bovini di cui la zootecnia sannita è ricca. «In questo settore afferma in condizioni atmosferiche favorevoli, si realizzano 20 balle di fieno ad ettaro; non si andrà, per questo raccolto, oltre la metà; è certo, tra l'altro, che a risentirne sarà anche l'allevamento bufalino casertano che da sempre ne acquista nel Sannio. E' in atto, insomma, un "combinato disposto" perverso che sta riducendo paurosamente sia il valore economico sia nutrizionale di sulla, cereali, trifoglio, erba medica e quant'altro occorre per nutrire il bestiame».

E' così? «Le macchine - puntualizza de Leonardis - non possono entrare nei campi per falciare; allo stesso tempo, l'acqua che si abbate e si accumula riduce sempre di più la qualità della pianta, quale che sia, impoverendone le caratteristiche nutrizionali». In alcune aree particolarmente vocate alla cerealicoltura, il contraccolpo si annuncia ancora più devastante; le ragioni le spiega così il leader della Coldiretti: «Nei campi del Fortore, di San Bartolomeo in Galdo, gli agricoltori, in tempi normali, avrebbero già provveduto a falciare le fienagioni per poi procedere a seminare il mais. Né l'una né l'altra operazione è stata sinora possibile. Tutto questo, dal punto di vista economico, avrà un prezzo enorme per l'imprenditore agricolo anche perché dovrà procurarsi altrove, di certo a costi maggiorati, quanto gli occorre per una regolare alimentazione delle proprie mandrie». Masiello, poi, è più che pessimista per le sorti del tabacco. «Da tempo osserva in merito si sarebbe dovuto procedere alla sistemazione delle piantine nei solchi. Di questo passo, è difficile davvero prevedere se e quando sarà possibile». Il cataclisma meteo non sta risparmiando un'altra delle voci fondamentali dell'universo produttivo agricolo come la vite. E' di sabato la grandinata che ha travolto ettari di vitigni distribuiti nella valle Telesina. «I chicchi di giaccio annota Masiello - hanno distrutto il fogliame lasciando nudi gli arbusti a migliaia; se non fosse bastato, un nubifragio ha allagato decine e decine di ettari di vigneti con le conseguenze che è facile immaginare». A mettere in discussione il raccolto di uva ci si aggiunge anche la muffa «che - annota Antonio Casazza, presidente provinciale di Confagricoltura - impone trattamenti continui, dato il clima imperante, con costi aggiuntivi. Per non dire della peronospera, della cui invasione abbiamo le prime avvisaglie. Date le condizioni del terreno, non si possono poi liberare i solchi dall'inerbimento, habitat naturale per microrganismi deleteri per la pianta». Rispetto a quanto si sta verificando, Carmine Fusco, presidente Cia, ha chiesto alle istituzioni «di intervenire in tempi stretti con misure di sostegno concreto per i tanti imprenditori agricoli che non vanno abbandonati». E non è finita. «E' più che certo - avverte de Leonardis - che l'olivicoltura non ne uscirà indenne.

Difficile, allo stato, quantizzarne la portata; c'è però da stare certi che non sarà piccola». «Questa - spiega in merito Casazza - è la fase cruciale della fioritura da cui nasce il frutto dell'olivo. Da molti nostri associati mi giungono notizie, che segnalano addirittura il dimezzamento dei fiori a causa, neanche a dirlo, delle avversità atmosferiche». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA