Benevento, agricoltura in ginocchio: «20 milioni di danni per il maltempo»

L'allarme lanciato dalla Coldiretti

Campi allagati nel Sannio
Campi allagati nel Sannio
di Antonio Mastella
Domenica 21 Maggio 2023, 11:07
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«Nulla a che vedere, certo, con la tragedia che si sta consumando in Emilia Romagna a causa delle avversità atmosferiche; non ho tuttavia alcuna difficoltà a prevedere che anche l'agricoltura di casa nostra subirà danni a dir poco pesanti a causa della pioggia che, quasi incessantemente, cade da giorni. Quel che è peggio è che le previsioni non promettono nulla di buono. Sono annunciate, infatti, precipitazioni continue quasi sino alla fine del mese, che aggraveranno ulteriormente le condizioni, già in gran parte compromesse, tanto della semina quanto del raccolto». A lanciare un così forte grido d'allarme è Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti. Prospettive dunque drammatiche per il settore primario dell'economia sannita; per coglierle nella loro portata, basta prendere in considerazione i conti che gli uffici competenti dell'organizzazione datoriale stanno provando a formulare sull'entità dei danni. E sono cifre da brivido. «Dalle notizie che ci giungono dai nostri agricoltori, un calcolo, peraltro, prudentissimo sottolinea ci porta a ritenere, con ragionevole certezza, che la mazzata non sarà inferiore ai 20 milioni di euro; significa che il 10% del Pil agricolo annegherà - è il caso di dirlo - nei terreni, che si stanno riducendo ad acquitrini, impedendo qualsiasi attività». Il colpo più grave viene dalla impossibilità di procedere alla semina. «Dai primi di maggio, si configura il periodo dell'anno ottimale - ricorda - perché i contadini provvedano a trapiantare. Dalle orticole al tabacco, è stato sinora del tutto o quasi impossibile». E non è finita. A subire gli effetti delle enormi precipitazioni, in atto da settimane, è anche il segmento cerealicolo. «Il grano, in particolare - spiega in merito - ha bisogno ora di sole, di tanto sole perché si completi la maturazione». Stessa sorte per l'orzo, l'avena, il farro, la cui «riempitura» è gravemente compromessa. «Non è possibile una quantificazione precisa annota ma non ho alcuna difficoltà a presagire che non pochi saranno i quintali in meno per ettaro che si raccoglieranno». A dare ancora più consistenza al disastro così annunciato, contribuisce anche il crollo di un settore tra i più fiorenti dell'agroalimentare locale come quello della produzione di miele. «Causa maltempo, che ha bloccato sinora la fioritura, le api non sono in grado di nutrirsi» spiega Angelo Petretta, presidente regionale dell'Apas, l'associazione, terza in Italia e prima in Campania per numero di operatori di questo segmento agroalimentare, iscritti. Per tale impedimento, sta avvenendo una falcidia del preziosissimo insetto, che, nel solo Sannio, «determinerà avverte una mazzata in termini economici tra i due ed i tre milioni di euro».

Non va di certo meglio per la zootecnia. Si è nel periodo della fienagione in cui si deve mietere per mettere insieme il fieno indispensabile alla nutrizione dei capi di bestiame. Un'operazione, che sta subendo un ritardo enorme dovuto, naturalmente, alle avversità atmosferiche. «E' così» avverte Davide Minicozzi, alla guida dell'Arac, il sodalizio che raggruppa circa 3000 imprenditori zootecnici della Campania, 900 dei quali sanniti. «Se mai si riuscirà ad andare nei campi - aggiunge - con le macchine ed i trattori per falciare, il rischio, più che concreto, dopo quello di impantanarsi, è di ritrovarsi con un prodotto di gran lunga inferiore dal punto di vista quantitativo rispetto ai bisogni e, quel che è peggio, di bassa qualità nutrizionale». È una mannaia, tra l'altro, che si abbatte su di un contesto già difficile che gli allevatori stanno vivendo per ragioni di mercato. «Siamo alle prese - afferma - con una battaglia per strappare prezzi alla stalla per latte e carne che diano un minimo di guadagno.

Per il primo, dagli attuali 60 centesimi dovremmo passare almeno ad 80; per la seconda, da 3,50 euro al chilogrammo a 4,50». Per ottenere una remunerazione, che consenta la salvaguardia di tante aziende «ci stiamo organizzando - svela - per proporre i nostri prodotti con un marchio unico. A breve sarà pronto. L'obiettivo è la costituzione di un fronte unico, una filiera, dal produttore al banco di vendita, che permetterà di sottoscrivere contratti con prezzi giusti per tutti i nostri imprenditori». 

 

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