Delitto di Marcella, negli ultimi sms la chiave del giallo

Delitto di Marcella, negli ultimi sms la chiave del giallo
di Enrico Marra
Sabato 21 Marzo 2015, 22:14 - Ultimo agg. 22 Marzo, 10:19
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Benevento. Un delitto con un movente che forse resterà sempre un mistero. Ma in questo giallo con tante incertezze c’è stato anche un prologo certo.



Il 30 dicembre il rapporto che legava Antonio Tedino a Marcella Caruso a causa di alcuni Sms «intercettati» dai rispettivi familiari, era venuto alla luce e aveva suscitato animate discussioni.



Ma ben presto era tornato il sereno nelle due famiglie, al punto che era sorto un negozio di cartoleria «Mille Colori» gestito proprio da Marcella Caruso e dalla consorte di Tedino, Cinzia Naso. Tensioni e riappacificazioni che sono state riferite agli inquirenti da alcuni testi, tra i tanti ascoltati in queste ore.



Le due famiglie apparivano più che mai unite e non mancavano incontri e momenti comuni di allegria. Poi il dramma: Marcella Caruso uccisa nella sua casa con colpi alla gola inferti con un forcone e un taglierino, e Antonio Tedino che fugge da quella casa finisce fuori strada con la sua auto e poi decide di farla finita gettandosi in un pozzo.



Ora i due corpi senza vita sono nella sala mortuaria dell’ospedale Rummo e li vi resteranno per qualche giorno fino al momento dell’autopsia, che il sostituto procuratore della Repubblica Marilia Capitanio che coordina le indagini ha affidato al medico legale Monica Fonzo. S’ipotizza che l’autopsia possa essere fatta giovedì.



Particolarmente importante è quella sul corpo di Marcella Caruso. Infatti la visita esterna tenuto conto delle condizioni in cui si trovava il corpo seminudo, con sangue ovunque non ha reso possibile stabilire con certezza dove è stato vibrato il colpo che ne ha causato la morte. S’ipotizza che sia stato quello inferto al collo.



Ma resta da stabilire anche se sia stato adoperato il forchettone da cucina o quel taglierino in uso ad Antonio Tedino, che l’uomo aveva portato con sé dalla tipografia. Ora gli inquirenti - i carabinieri della stazione di Vitulano e i colleghi della Compagnia di Montesarchio - pur dopo la morte di Tedino, ritenuto l’omicida (era stato già indagato dalla Procura sin da giovedì sera in quanto «indiziato di delitto»), continuano a puntare sulla ricostruzione di cosa abbia scatenato questo delitto.



In assenza di dichiarazioni dei testimoni oculari si punta sulle telefonate e i messaggi che le due vittime si sono scambiati nelle ore precedenti il dramma. In particolare, quelle intercorse tra i due poco dopo mezzogiorno di giovedì 19 marzo, con toni alterati, hanno riferito coloro che avevano avuto modo di assistervi. Ma, naturalmente, i due interlocutori avevano fatto in modo che quel dialogo non venisse captato dai presenti. Cosa era accaduto nelle ultime ore di tanto scatenante da mettere in crisi il rapporto tra Marcella Caruso ed Antonio Tedino?
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