Province, cittadini al voto: ipotesi elezioni tra un anno

Cosa cambia per la Rocca dei Rettori

La Rocca dei Rettori
La Rocca dei Rettori
di Paolo Bocchino
Domenica 4 Giugno 2023, 10:03
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Giugno 2024, tornano le Province. Tra un anno esatto, i cittadini sanniti potranno eleggere direttamente presidente e Consiglio provinciale. È quanto si profila in base all'ultima versione del testo di riordino concordata dalle forze politiche di tutti gli schieramenti. Un'intesa bipartisan chiaramente emersa dalla seduta del comitato ristretto della commissione Affari costituzionali del Senato, riunitasi tre giorni fa. «Nuova disciplina in materia di funzioni fondamentali, organi di governo e sistema elettorale delle Province e delle Città metropolitane, e altre disposizione relative agli enti locali» la denominazione dell'atto che, per il momento, ha ancora lo status di «bozza» ben impresso sulle 14 cartelle che lo compongono. Il testo potrebbe essere emendato lungo il percorso parlamentare che si completerà con l'approvazione delle due Camere. Ma quello uscito dalla commissione di Palazzo Madama è un documento che appare molto più di una mera ipotesi, avendo ricevuto il contributo concreto dei rappresentanti di tutte le forze politiche. Via libera, dunque, al ritorno del voto diretto dei cittadini, sostituito dalle elezioni di secondo livello riservate a sindaci e consiglieri comunali dalla Delrio. Una facoltà che i sanniti potranno esercitare, secondo il nuovo orientamento normativo, tra un anno esatto. Le «disposizioni transitorie e finali» (articolo 15) della proposta di legge stabiliscono che le nuove disposizioni si applicano a decorrere dal primo turno elettorale ordinario successivo alla scadenza dei Consigli provinciali in carica alla data di entrata in vigore della nuova legge. Che verosimilmente potrebbe vedere la luce in autunno, aprendo quindi le porte al voto nella prossima estate in coincidenza con le elezioni per il Parlamento europeo, già programmate per la prima decade di giugno 2024.

Le ricadute sulla Rocca sarebbero rilevanti: il mandato quadriennale del presidente Nino Lombardi, eletto nel luglio dello scorso anno, giungerebbe al capolinea con due anni di anticipo, mentre l'attuale Consiglio, in scadenza a dicembre, vivrebbe altri 6 mesi fino all'election day di giugno. Consiglio che tornerebbe ad avere una consistenza numerica più ampia: 20 i componenti attribuiti dall'articolo 2 del testo alle province fino a 500mila abitanti come Benevento, in luogo dei 10 attuali. Tornerebbe anche la Giunta con 4 membri, vice presidente incluso. I presidenti avranno persino la facoltà di nominarli subito dopo l'entrata in vigore della legge, senza attendere il turno elettorale, ma gli assessori non avranno indennità. E tornano pure i collegi elettorali (articolo 7) ma, a differenza dell'assetto pre-Delrio, saranno plurinominali con un numero di candidati per lista variabile da 3 a 8. Per l'individuazione dei collegi plurinominali, la bozza prevede una delega al governo da esercitare entro un anno, ma in via transitoria le prime elezioni si svolgeranno su un unico collegio di dimensione provinciale. Tutte le liste dovranno avere un collegamento diretto al candidato presidente di riferimento. Si potranno esprimere fino a 2 preferenze in alternanza di genere. Ma per accedere in Consiglio occorrerà superare la soglia di sbarramento per la ripartizione dei seggi fissata al 3%. Su quest'ultimo aspetto potrebbero esserci modifiche in fase di conversione parlamentare. Non sembrano invece esserci dubbi sull'introduzione di un meccanismo di governabilità. Il testo condiviso in commissione assegna un premio di maggioranza con l'attribuzione del 60% dei seggi al presidente e alle liste collegate che prenderanno il maggior numero di voti, purché raggiungano almeno il 40% del totale. Ma di cosa dovranno occuparsi le redivive Province elette dai cittadini? Il nuovo testo, all'articolo 4 («Funzioni fondamentali delle Province») le individua così in sede di prima applicazione: programmazione del territorio, ambiente, edilizia scolastica, supporto agli enti locali e «regia» nell'erogazione di servizi pubblici.

Funzioni che potrebbero ampliarsi visto che la bozza prevede una delega al Governo affinché provveda entro 18 mesi a definire con esattezza il perimetro del campo da gioco. Per il senatore di Fratelli d'Italia Domenico Matera: «Il superamento della legge Delrio è un impegno che FdI aveva preso con i cittadini e sta mantenendo. Una legge da cambiare poiché non solo ha tolto la facoltà di scelta ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti, ma ha svuotato le Province delle proprie funzioni. Province e Città metropolitane, invece, devono tornare a poter operare a pieno regime e con dotazione finanziaria adeguata».

 

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