Rifiuti nel Sannio: pronta una nuova società totalmente pubblica

Si sta scegliendo anche il nome della newco

Lavoratori in agitazione sul fronte rifiuti nel Sannio
Lavoratori in agitazione sul fronte rifiuti nel Sannio
di Paolo Bocchino
Venerdì 24 Marzo 2023, 10:03
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Le uniche incertezze residuano ancora sul nome. "Servizi Ambiente Sannio" o "Sannio Ambiente" le principali opzioni in campo. Ma l'ossatura dell'organismo che gestirà il ciclo rifiuti nei prossimi decenni in provincia è definita.
L'Ato mostra di avere le idee chiare e questa sera, con il placet del Consiglio, darà il via libera alla nuova società in house attraverso l'approvazione dello statuto, del piano finanziario e della relazione ex articolo 17 della legge sui servizi pubblici. La costituzione con atto notarile è in programma già per i primi giorni della prossima settimana. Seguirà l'approvazione di un ulteriore deliberato consiliare per l'affidamento formale del servizio alla newco, quindi da via Torretta partirà entro fine mese il fatidico invio alla Corte dei Conti e all'Autorità garante della concorrenza che emetteranno il responso di competenza nei successivi 60 giorni.

Verdetto che non modificherà in ogni caso la rotta intrapresa dall'Ato sannita e dagli altri enti d'Ambito campani, supportati dal parere del cattedratico Contieri nel considerare la scadenza del 30 marzo sancita dal decreto 201 del 2022 come data di espressione delle volontà costitutive e non di completamento di un percorso reso impossibile dalla ristrettezza dei termini della stessa legge.

E pertanto, anche il parere contrario espresso dai Revisori non rappresenterà un pronunciamento ostativo.



L'odissea dei rifiuti sanniti ha ora una data di riferimento: 31 dicembre 2060. È l'orizzonte temporale sancito dallo Statuto della nuova società che verrà esaminato questa sera dal Consiglio. La newco avrà proprietà pubblica che resterà per intero nelle mani dell'Ente d'Ambito sannita. È esclusa infatti sia la partecipazione societaria dei Comuni, già partecipi dell'Ato, sia di soggetti privati. Esiguo il capitale della nascitura società per azioni: 50.000 euro. Ogni singola azione avrà il valore di 1 euro. L'Assemblea dei soci, formata dal presidente dell'Ato (o suo delegato) potrà incrementarlo soltanto nei primi 5 anni dalla costituzione. La governance, salvo improbabili modifiche last minute, sarà affidata a un consiglio di amministrazione composto da 3 membri nominati dall'assemblea, con la presenza di almeno un rappresentante per genere. Per evitare eccessi ispirati dalla usuale lottizzazione degli incarichi, lo statuto pone qualche paletto minimo precisando che i prescelti dovranno essere «persone che vantano una speciale competenza tecnica o amministrativa per esperienze maturate o per studi compiuti o per funzioni ricoperte presso enti o aziende pubbliche o private». Prevista anche la designazione opzionale da parte del cda di un direttore generale e di un direttore tecnico, così come di un comitato tecnico-scientifico con funzioni consultive. Significativa la scelta di affidare il controllo analogo a un collegio sindacale da 3 componenti (2 dei quali revisori legali) designati da Comuni dell'Ambito.


Numeri significativi anche quelli racchiusi nel Piano economico-finanziario della costituenda società, stilato dai consulenti Del Vecchio e Bardari sulla falsariga del preliminare di Piano d'Ambito licenziato nei mesi scorsi. Il Pef si sviluppa su un orizzonte temporale di 15 anni (2024-2039), per un valore complessivo annuo del servizio nell'intera provincia quantificato in 41,4 milioni, così ripartito per Sub-ambiti: Benevento 11,3 milioni, Medio Calore 5,3 milioni, Fortore 3 milioni, Tammaro 3,9 milioni, Valle Telesina 7,8 milioni, Valle Caudina 10,1 milioni. Salvo sorprese clamorose, però, il capoluogo si staccherà dal progetto complessivo gestendo in proprio il Sub-ambito attraverso l'Asia. Considerevole anche l'utilizzo di personale programmato: 96 unità per le attività operative (raccolta e spazzamento) e 21 per quelle amministrative (uffici). Tra gli obiettivi del Piano si segnala l'auspicato "conseguimento di economie di scala", tasto dolente della gestione provinciale, e il "miglioramento dell'efficienza dei servizi resi all'utenza". Gli affidamenti verranno effettuati per ogni Sad.

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Il motivo sostanziale della opzione in house fatta dall'Ato è indicata nella relazione dalla «necessità di mantenere nell'alveo pubblico un servizio di interesse generale, preordinato al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche».

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