Benevento, dai ristoratori un Sos
al governo: «Aperture impraticabili»

Benevento, dai ristoratori un Sos al governo: «Aperture impraticabili»
Lunedì 11 Maggio 2020, 08:57
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Se due metri di distanza tra tavoli allontanavano la possibilità di ripartire, 4 rendono l'obiettivo un miraggio. Sempre più difficile per i ristoratori la agognata fase due. Le perplessità palesate sul «protocollo Esposito» che stabiliva per l'appunto in 2 metri il limite da rispettare tra gruppi di commensali sono state persino superate, in peggio, dalle indicazioni nazionali che, secondo le ultime anticipazioni, vedrebbero intenzionato il governo a dire sì alla riapertura dal 18 maggio a patto che i metri di distanza siano quattro. E così le prospettive di rendere sostenibile la gestione economica delle attività crollano ulteriormente e il mondo della ristorazione è sul punto di alzare bandiera bianca. Nelle prossime ore il premier Giuseppe Conte riceverà il documento del «Movimento Imprese Ospitalità» che raccoglie 35 collettivi locali di operatori su scala nazionale.

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Tra i firmatari anche il gruppo sannita «Emergenza Ristorazione». Un sos accorato con tre richieste principali: decretare lo stato di crisi del settore Ho.Re.Ca. e dei comparti turismo, cultura, spettacolo; equiparare la pandemia allo stato di calamità naturale; erogare contributi a fondo perduto parametrati alle perdite di fatturato dei mesi di chiusura obbligatoria (e successivi di riapertura) fino al termine dell'emergenza Covid. «Se i limiti crescono anziché diminuire con il passare delle ore, tanto vale dire con chiarezza che per i ristoranti la riapertura è impraticabile - commenta sconsolato il portavoce sannita Mario Carfora -. Veniamo considerati un luogo di contagio e non un'attività come le altre che può gestire la situazione? Allora non illudiamoci che si tratti di una vera riapertura». Il dossier spedito al presidente del Consiglio chiede, tra le altre cose, «un piano di riaperture con tempi e modalità certe, condiviso con gli operatori di settore», la «concessione di liquidità a fondo perduto in base alla perdita di fatturato» e «l'annullamento del versamento delle imposte dovute nel biennio 2020 e 2021 per tutte le imprese e ditte individuali che subiranno una perdita pari o superiore al 30 per cento». Istanze che misurano con chiarezza il perimetro della crisi in atto nel settore.
IL SOSTEGNO
A parziale consolazione la categoria ha incassato ieri la solidarietà del sindaco Clemente Mastella che in un messaggio ha espresso «parole di conforto per i ristoratori» e ha condiviso «il dissenso per la visione dell'Inail e dello chef stellato napoletano per quanto riguarda le distanze tra i tavolini». «Ho chiesto al presidente De Luca - ha aggiunto - di rivedere le proposte di lavoro fin qui pervenute e consentire alle attività di operare, ferma restando la tutela della sicurezza». Una presa di posizione che ha riscosso l'apprezzamento dei ristoratori beneventani, testimoniato ieri in un colloquio telefonico. E la pubblicistica delle istanze a tema è fiorente in questa fase. Nelle prossime ore sarà inoltrato ai vertici governativi nazionali e regionali anche il documento - appello della Federazione pubblici esercizi di Confcommercio che dettaglierà i punti chiave della pesante crisi del comparto: «Quanto sta avvenendo presso l'Unità di crisi della Regione ha dell'incredibile - dichiara il presidente provinciale di Fipe - Confcommercio Nicola Romano -. A leggere il protocollo Esposito si ricava la netta sensazione che sia stato scritto con il linguaggio della burocrazia e nell'interesse dei decisori politici anziché degli esercenti. Non mi riferisco solo alla questione distanze ma al complesso groviglio di adempimenti e imposizioni che rendono impercorribile l'ipotesi riapertura. Parole che non sembrano quasi provenire da chi questo mondo vive da sempre». Parole non tenere da Romano anche nei confronti di Mastella: «Invece di riverberare, in chiave locale, le decisioni assunte altrove e da altri, perché non chiarisce agli operatori se il Comune è pronto con gli adempimenti di competenza? La vicenda mercati alimentari ha dimostrato che l'ente è in ritardo. Sui negozi cosa avverrà il 18?».
LE RISORSE
Ed è polemica anche sui fondi per le imprese agricole annunciati ieri dal consigliere regionale del Pd Erasmo Mortaruolo: «Le risorse trionfalmente annunciate per il comparto agricolo (79 milioni di euro) riguardano l'intera Campania e sono quelle già previste nel Piano di emergenza - ha attaccato il coordinatore di Fratelli d'Italia Federico Paolucci -. Tolte quelle destinate alla pesca e al settore bufalino, al Sannio resta la quota parte delle imprese agricole. Ovvero bonus di 1500 euro per le aziende fino a 5 dipendenti e di 2000 per quelle oltre. Ben poco». Immediata la replica del vicepresidente della commissione regionale Agricoltura: «I 79 milioni sono solo un iniziale sostegno. Risorse provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Sappiamo che non basta. Stiamo lavorando per definire interventi prioritari per rilanciare l'economia agricola».
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