Ieri la Samte è stata posta in liquidazione, già oggi il costo del segmento provinciale del ciclo dei rifiuti scenderà da 14,57 a 7,85 euro per abitante. Il presidente della Provincia, Antonio Di Maria, avrebbe voluto fare di più (anche perché pure lui deve applicare la tariffa nel Comune di cui è sindaco), ma i conteggi effettuati porteranno a dimezzare l'importo stabilito a fine giugno. Decisione avversata dalla maggior parte dei sindaci, che avrebbe gravato ulteriormente una Tari già elevata per i costi connessi all'intero ciclo dei rifiuti, al quale contribuiscono sia la mancata perequazione da parte della Regione (con i cittadini sanniti vessati pure per la gestione post mortem degli 8 siti dismessi) che l'aumento del costo di trasporto e smaltimento dei rifiuti, dopo il blocco dello Stir di Casalduni. Di Maria, nel fissare l'importo della tariffa, aveva autorizzato la Samte a fatturare una quota parte di tale costo, corrispondente a 4,57 euro, a fine esercizio 2019, accordando un pagamento a 90 giorni dalla data della fattura, per consentire ai Comuni di prevederne la copertura con competenza per l'anno 2020. Come si ricorderà, diversi sindaci produssero ricorso, ritenendo che i 14,57 euro non fossero dovute in quanto la Samte non espletava il servizio.
A consigliare la liquidazione volontaria della Samte (ricordiamo che gli ultimi due amministratori unici prima di Carmine Agostinelli, Fabio Solano e Domenico De Gregorio si sono dimessi anzitempo), sono stati tutti i soggetti a conoscenza dell'esatta situazione finanziaria della società. Tra questi il revisore dei conti, che non ha mancato di rimarcare, tra l'altro, che nel solo triennio 201619, la Samte ha accumulato circa 5,5 milioni di euro di massa passiva, quindi «non riesce ad onorare, secondo i tempi ordinari previsti, neppure i pagamenti». Anche per Agostinelli si tratta di «un atto dovuto in relazione alle situazioni di contesto e all'intero impianto normativo di riferimento che regola la materia dalla legge regionale 14/2016, fino al decreto Madia, passando attraverso le norme che regolano le crisi d'impresa». In esito alla revisione periodica, inoltre, il consiglio provinciale, decise di avviare il processo di razionalizzazione con la messa in liquidazione della società. La società, concepita per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti per l'intera provincia di Benevento, per effetto del rinnovato assetto normativo, ha perso la sua funzione originaria ponendosi, oramai, oltre i margini di una ordinaria gestione del ciclo. Una condizione determinata dalla ricalibratura delle competenze funzionali della Provincia, per effetto del riassetto complessivo della filiera istituzionale. Peraltro, il costo del personale si è dimostrato assolutamente incongruo rispetto al montante delle attività esercitate finanche prima dell'incendio disastroso che ha bloccato definitivamente ogni operatività presso lo Stir di Casalduni.
Benevento, Samte in liquidazione:
già dimezzata la tariffa rifiuti
di Gianni De Blasio
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Martedì 31 Dicembre 2019, 12:00
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