Benevento, appello a Renzi: «Il Sannio nell'Agenda nazionale»

Benevento, appello a Renzi: «Il Sannio nell'Agenda nazionale»
di Andrea Ferraro
Mercoledì 13 Agosto 2014, 23:42 - Ultimo agg. 14 Agosto, 08:27
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Benevento. Una lettera al premier Renzi nel giorno del suo arrivo a Napoli.

Un appello a inserire Benevento, e il Sannio, con i loro progetti legati al rilancio del territorio, nell’Agenda nazionale. E ancora, la richiesta di risposte a questioni aperte, come la vicenda del Data Center di Poste Italiane, e in merito al mancato finanziamento per il restauro completo dell’Arco di Traiano. Il sindaco Fausto Pepe, ieri rientrato per qualche ora in città per fare il punto sul piano di rientro, affida a un nuovo messaggio l’appello al premier, invitato nel capoluogo, tra l’altro, amministrato dal Pd.



E lo fa partendo con un distinguo «territoriale». «L’arrivo a Bagnoli del presidente Renzi - dice il primo cittadino del capoluogo - è l’occasione per ricordare al massimo rappresentante del governo che la Campania non è solo Napoli. Siamo molti soddisfatti della rinnovata attenzione al Mezzogiorno da parte dell’esecutivo nazionale ma occorre al più presto una strategia complessiva di rilancio e di promozione delle aree interne che pagano l’assoluto disorientamento della Regione, sempre più occupata a difendere solo gli interessi di Napoli e delle fasce costiere, come dimostra la recentissima autorizzazione per la ricerca di idrocarburi nel Sannio e in Irpinia».



Poi l’invito a visitare quanto prima la città con le sue bellezze artistiche e storiche. Un’occasione per parlare di progetti, molti ancora sulla carta. «Vorremmo poter illustrare direttamente al presidente del Consiglio i numerosi progetti di sviluppo che abbiamo prodotto nei campi della logistica, delle infrastrutture e dei beni culturali. Progetti che, purtroppo, attendono da tempo il sostegno concreto e visibile delle autorità regionali e nazionali. A Renzi ricordiamo che stiamo aspettando di capire se il capoluogo potrà contare ancora sull’investimento di Poste Italiane per la realizzazione del Data Center. Come gli abbiamo evidenziato in una nota firmata con i rappresentanti sindacali, parliamo di una struttura che potrebbe avere un impatto considerevole in termini occupazionali e economici per la città e la provincia».



L’attenzione poi si sposta sull’Arco di Traiano, uno dei monumenti più prestigiosi della città, «che deve tornare a essere pienamente fruibile in quanto rappresenta un’attrazione molto importante dal punto di vista turistico». «Non è stato un bel segnale il mancato finanziamento dell’opera nel recente riparto del competente Ministero», sottolinea chiedendo risposte per il restauro completo.



Inevitabile non parlare delle infrastrutture, nodo strategico delle aree interne. Il riferimento va in particolare al raddoppio della Benevento–Caianello e al completamento dell’Alta Capacità ferroviaria Napoli–Bari, «direttrici che rappresentano un obiettivo fondamentale per Benevento, sede naturale dell’area logistica della Campania interna». «Su questi temi - continua Pepe - richiamiamo l’attenzione del presidente Renzi con la speranza che il suo entusiasmo e impegno producano segni tangibili anche a favore di Benevento, del Sannio e delle aree interne della Campania. Contiamo sulla piena collaborazione istituzionale con il presidente Renzi e con l’intero Governo che hanno già dimostrato grande attenzione al ruolo dei sindaci e delle amministrazioni locali su tematiche centrali a partire dall’edilizia scolastica. Una sensibilità che ci sprona a non demordere dal nostro impegno per portare Benevento e il Sannio nell’agenda nazionale anche attraverso un utilizzo maggiormente produttivo e utile della prossima programmazione dei fondi europei. Sarebbe un bel segnale, ad esempio, riprendere l’intuizione del ministro Barca che aveva lavorato a un fondo destinato alle aree interne del Sud che necessitano di investimenti pubblici e privati per combattere la perdurante recessione economica e i conseguenti guasti sul piano economico e occupazionale che potrebbero comportare la definitiva desertificazione sociale».
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