Benevento, scuole chiuse in città:
appelli al prefetto e polemiche

Benevento, scuole chiuse in città: appelli al prefetto e polemiche
di Antonio N. Colangelo
Mercoledì 9 Dicembre 2020, 08:58 - Ultimo agg. 22 Marzo, 16:12
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Si fa sempre più rovente il dibattito sulla scuola dopo la decisione del sindaco Mastella di prolungare la sospensione della didattica in presenza fino al 22 dicembre, fissando il rientro in aula per il 7 gennaio. Un provvedimento dettato dal recente aumento della curva contagi nel Sannio certificato dalla fondazione Gimbe, capace di scatenare una pioggia di polemiche e botta e risposta. C'è chi ha persino invocato il commissariamento di Benevento e Campania. Questo, infatti, l'appello, rivolto al prefetto e alle istituzioni nazionali, lanciato dai comitati «Meno Uguali» e «Genitori di Benevento per la scuola», insieme al collettivo «Mamme Rana»: «Abbiamo atteso, pazientato e stretto i pugni, assistendo perplessi all'apertura di qualsivoglia attività, discoteche piene, Città Spettacolo e teatrino elettorale, per soli 12 miserrimi, infinitesimali, giorni di scuola - si legge nei passaggi salienti della nota -. La scuola è stata chiusa senza un risconto scientifico del suo impatto sull'epidemia. I nostri bambini sono stati schiacciati da una macchina istituzionale che nulla ha fatto se non quello di chiudere e procrastinare la chiusura delle scuole, come se fossero queste ultime le cause principali di contagio. Adesso servono chiarezza, verità, buon senso. Chiediamo al prefetto di Benevento, al presidente del Consiglio e ai ministeri che si occupano di istruzione, sanità, infrastrutture e trasporti, di intervenire immediatamente, mediante nomina commissariale, per ripristinare il diritto all'istruzione libera e aperta a tutti, non essendo la didattica a distanza compatibile con la condizione socio-economica e familiare di bambini e ragazzi appartenenti alle fasce più bisognose. Chiediamo anche - conclude la missiva - la divulgazione delle informazioni concernenti lo stato epidemiologico cittadino e provinciale, anche in riferimento ai dati inerenti la scuola».

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Le altre richieste: «Apertura immediate delle scuole dell'infanzia, primaria e media, conformandosi alla normativa nazionale.

Un piano dei trasporti che consenta l'effettivo rientro delle classi escluse finora dalla didattica in presenza, e un serio monitoraggio dello stato di sicurezza e sovraffollamento delle classi». A rimarcare il concetto e chiamare in causa le istituzioni, anche il collettivo «Mamme Rana», sceso in piazza già sabato scorso. «Le negligenze e le ambivalenze dell'amministrazione regionale e di quella locale continuano a privare i bambini della scuola, abbandonandoli al proprio destino - tuonano in un comunicato parallelo al precedente -. Siamo costretti a ricorrere al Governo centrale, tramite il prefetto, per chiedere loro di coordinare o gestire tutte le attività necessarie a garantire i diritti costituzionali alla salute e all'istruzione».

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A donare connotazione politica alla diatriba scolastica, invece, è Antonio Furno, responsabile innovazione del Pd sannita che invoca un tavolo istituzionale, mettendo in discussione il modus operandi del sindaco. «Durante l'anno scolastico le scuole sono rimaste aperte per pochi giorni, quindi l'aumento dei contagi dipende da altro - sostiene Furno -. In questo clima di confusione, ritengo urgente far partire una Operazione Verità sulla scuola e mi appello al prefetto affinché convochi un tavolo istituzionale per decidere una linea condivisa». A replicare alle parole di Furno è il coordinamento provinciale di «Noi Campani». «Il sindaco è diventato l'ossessione di un Pd decariano-cittadino - scrivono in un comunicato -. L'ultima trovata è l'operazione verità sulla scuola. Se si fossero informati avrebbero scoperto che sono numerosi i sindaci, molti del Pd, che nel Sannio e in Campania hanno chiuso le scuole per evitare ulteriori contagi. Qui si contesta a prescindere solo perché il sindaco si chiama Mastella ma strumentalizzare le iniziative per evitare il Covid è un atto sconsiderato».

Mentre in città divampa la polemica, in provincia si ritorna in aula. È il caso di Telese e Sant'Agata de' Goti, dove stamattina ripartiranno le classi autorizzate dalle ordinanze regionali, nonostante nel comune saticulano siano state consegnate al sindaco Salvatore Riccio 66 firme di genitori di ragazzi frequentanti le prime due classi delle elementari per chiedere la sospensione delle attività didattiche in presenza fino a fine dicembre.
 

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