Lancia il figlio nel fosso e lo uccide,
la furia dopo la lite col compagno

Lancia il figlio nel fosso e lo uccide, la furia dopo la lite col compagno
di Gigi Di Fiore
Martedì 17 Settembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:54
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Inviato a Solopaca

Una Opel corsa ferma, che pressa il guard rail danneggiato. Accanto, una donna con un braccio ferito e lo sguardo perso. È lo scenario che l'altra notte trovano i carabinieri della stazione di Cerreto Sannita. Poco dopo l'uscita di Telese terme sulla statale Telesina. A non molta distanza da Solopaca. Ma l'orrore è lì sotto, a sette metri: il corpo di un bambino di quattro mesi. È il figlio della donna. Morto, all'apparenza anche con la testa fracassata da una pietra o un pezzo di legno.
 
Dopo poche ore, la Procura di Benevento, guidata da Aldo Policastro, insieme con i carabinieri, accusa la donna, la trentaquattrenne Loredana Morelli originaria di Campolattaro sempre nel Sannio, di aver ucciso il bambino. Prima gettandolo dalla scarpata non molto alta, poi finendolo con colpi alla testa. L'orrore.

L'altra sera, intorno alle undici, Antonello Fasulo, il compagno della donna, si presenta alla caserma dei carabinieri di Baiano insieme con un amico titolare di una tabaccheria nel paese dove vive, Quadrelle in provincia di Avellino. Denuncia la scomparsa della compagna con il figlio. Ha portato l'amico perchè, così come Loredana, è sordo. Avrebbe avuto difficoltà a farsi capire. Racconta: «Abbiamo litigato, poi lei se ne è andata con il bambino. Sono uscito a portare a spasso il cane, al rientro ho trovato un suo bigliettino e mi sono allarmato». Sul foglio, Loredana annuncia di volersi suicidare. Scatta la segnalazione ai carabinieri, ma il dramma si sta compiendo in un'altra provincia.

Sulla statale 372, Loredana ferma l'auto urtando il guard rail. Un automobilista, che rallenta vedendo la Opel ferma, racconterà di aver visto la donna gettare qualcosa nella scarpata. Non riesce però a confermare che fosse il bambino. Qualcuno chiama i carabinieri, le difficoltà aumentano quando Loredana deve farsi capire. Gli inquirenti, che portano la donna all'ospedale Rummo di Benevento per farle medicare il braccio ferito, devono ricorrere a un interprete della lingua dei segni. Ma lei è confusa, non racconta nulla. Vengono sentiti i familiari, compreso il compagno. I carabinieri di Baiano segnalano ai colleghi alcune precedenti denunce non formalizzate di Loredana, che sosteneva di essere stata maltrattata dal suo compagno. Denunce cui, dopo verifiche, non avevano dato seguito.

Lo stesso handicap, l'amore che non ha bisogno di voce e suoni. Loredana e Antonello decidono di mettersi insieme quattro anni fa. C'è chi dice si siano conosciuti proprio per il loro handicap comune, ma nessuno ci giura. Lei lascia Campolattaro e va a vivere nel paese dove lui vive nella grande casa di famiglia, a Quadrelle. Anche il padre di Antonello, Lorenzo morto qualche anno fa, era sordo. Lo è anche la mamma, che vive con lui e Loredana. Antonello ha un fratello, Agostino, nato nel primo matrimonio del padre. Dice Simone Rozza, il sindaco di Quadrelle: «Una famiglia tranquilla, che non faceva vita sociale, in passato i genitori gestivano una salumeria che vendeva mangimi sfusi. Uscivano solo per portare fuori il cane, non frequentavano nessuno. Vivevano di pensione, i genitori di lui avevano acquistato un terreno qui, dove avevano costruito la casa».

È la villetta, dove Antonello viveva con Loredana e sua madre. Avevano avuto il bambino, lei era spesso inquieta ricorda qualcuno. A Campolattaro, il sindaco Pasquale Narciso racconta: «Da almeno dieci anni, Loredana aveva lasciato il paese. Qui vivono i suoi genitori, che hanno altre due figlie, l'unica ad avere avuto l'handicap uditivo era Loredana».

Una sorella studia ancora e vive con i genitori a Campolattaro, l'altra è sposata e si è trasferita a Santa Croce.

Dimessa dall'ospedale dove era piantonata, Loredana viene portata nella caserma del Comando provinciale die carabinieri di Benevento per essere sentita. La famiglia le nomina un avvocato, è Michele Maselli che riesce, con l'aiuto dell'interprete dei segni della Procura, a concordare la linea difensiva. Loredana si avvale della facoltà di non rispondere. Nessuna verità, per ora, da lei al pm Vincenzo Toscano. Va in carcere, accusata di omicidio volontario aggravato. Domani l'udienza sulla convalida del fermo e l'autopsia del medico legale Emilio D'Oro. A lui spetterà stabilire come è morto il piccolo.
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