Biometano nell'area Asi di Benevento,
un impianto da 40 milioni

Biometano nell'area Asi di Benevento, un impianto da 40 milioni
di Paolo Bocchino
Domenica 14 Giugno 2020, 10:41
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Si chiama «Paur» e in effetti qualche preoccupazione non mancherà di suscitarla. È il Provvedimento autorizzatorio unico regionale richiesto dalla Energreen srl, società con sede a Torino, per la costruzione di un «impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti» nella zona industriale Ponte Valentino a Benevento. Timori presto spiegati: problematica per definizione la materia trattata, la frazione organica dei rifiuti, critica la mole di scarti che si intende lavorare a 2 chilometri dalla città: 110mila tonnellate l'anno. Una capacità «monstre», la più grande della Campania e con pochi rivali anche in ambito nazionale. Per averne la misura basti pensare che il contestatissimo impianto di compostaggio di Sassinoro non andrebbe oltre le 21.000 tonnellate. Si fermerebbe a 30.000 la taglia prevista per il revamping dello Stir di Casalduni mentre l'iniziativa analoga paventata dalla tarantina Pantar nell'area Asi di San Nicola Manfredi arriverebbe a 60.000 tonnellate. In Campania ora la leadership spetta a Giugliano con le 31.371 tonnellate lavorate ogni anno e a novembre la Toscana inaugurava il digestore grossetano di Monterotondo Marittimo da 70.000 tonnellate definendolo «il più grande della regione». Dimensionamento fin troppo abbondante dunque per Benevento e il Sannio: il capoluogo produce annualmente 8.000 tonnellate di rifiuto organico, l'intera provincia 30.000. Evidentemente non si tratterebbe di una struttura nata per soddisfare solo il fabbisogno locale ma come iniziativa di business tout court aperta ad altri territori come si conviene a un investimento non inferiore 40 milioni. I proponenti puntano a ottenere la Valutazione di impatto ambientale dalla Regione sulla scorta della relazione tecnica presentata dall'amministratore Gianluca Rossi e firmata dall'ingegnere Giovanni Ferrara.

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LE ATTIVITÀ
La lettura del documento rivela che l'impianto accoglierebbe anche 20.000 tonnellate di fanghi oltre alle 90.000 di frazione organica domestica. Dopo una prima fase di trattamento deputata a filtrare i materiali non «digeribili», il materiale idoneo entrerebbe nel vivo della digestione anaerobica: in assenza di ossigeno e a temperatura controllata i rifiuti si trasformano in parte in metano che verrà incanalato nella rete nazionale già presente a Ponte Valentino, e in parte in «digestato». Quest'ultimo sottoprodotto subirebbe un ulteriore trattamento per separare la parte liquida destinata alla fognatura da quella solida che, insieme ai materiali di risulta delle fasi di pretrattamento, alimenterebbe un termovalorizzatore con produzione di energia elettrica. Due voci di ricavo non trascurabili che andranno ad aggiungersi a quelle introitate dal conferimento dei rifiuti. A quale prezzo per il territorio? La documentazione presentata dalla Energreen, come prevedibile, minimizza le ricadute negative. Pur non negando l'esistenza di un «impatto significativo» in particolare per quanto riguarda le emissioni odorigene, nonché sotto il profilo delle emissioni di inquinanti in atmosfera. Effetti collaterali di un processo che comunque la società torinese reputa totalmente compensati o ridotti a lieve entità mediante le azioni di monitoraggio ambientale o di dismissione dell'impianto. E per rendere meno indigesto il digestore a quanti non dovessero giudicare sufficienti le rassicurazioni di parte, la Energreen mette sul piatto sostanziosi benefit per il territorio presentandoli nella usuale veste delle «mitigazioni e compensazioni ambientali»: sconto del 25% sui conferimenti di rifiuti da parte del Comune di Benevento, borse di studio per tesi di laurea sullo sviluppo sostenibile, progetti scolastici e molto altro.

IL CONSORZIO
«Siamo al corrente dell'iniziativa ma non spetta a noi autorizzarla - spiega il presidente del Consorzio Asi Luigi Barone -. Il procedimento è incardinato in Regione e nei prossimi giorni affronteremo la questione nel Comitato dell'Asi. Favorevoli o contrari? Non siamo pregiudizialmente contrari, a patto che risulti compatibile ambientalmente e con il territorio».
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