Camera di Commercio nel caos, Bruno chiede il commissario

La scelta contestata da Coldiretti, conseguenza della mancata approvazione del bilancio di previsione

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di Gianluca Galasso
Lunedì 2 Gennaio 2023, 09:11 - Ultimo agg. 09:14
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Il presidente Pino Bruno ha scritto al governatore Vincenzo De Luca per chiedere il commissariamento della Camera di Commercio Irpinia-Sannio. Una scelta contestata da Coldiretti, attraverso il numero uno della Campania, Gennarino Masiello. Da oggi, intanto, l'ente è in esercizio provvisorio per un massimo di quattro mesi. È la conseguenza della mancata approvazione del bilancio di previsione. Ora la palla è nelle mani della Regione, che può decidere per il commissariamento della Camera, mandando tutti a casa, o per il commissario ad acta per l'approvazione dello strumento contabile. Si attendono, dunque, le mosse di Palazzo Santa Lucia. Bruno sollecita l'ipotesi del commissario straordinario, che comporterebbe nuove procedure per la verifica della rappresentanza delle associazioni (fatturati e dipendenti), da cui poi dipende la quota di seggi assegnati.
In caso di commissariamento, i posti in consiglio scenderebbero da 33 a 25.



L'iniziativa di Bruno è fortemente contestata da Masiello: «Ci saremmo aspettati una lettera di dimissioni, con una seria analisi dei fatti, non la richiesta di commissariamento alla Regione», la posizione del vertice di Coldiretti Campania. «Bruno - rincara Masiello - pensa di fare come Sansone nel tempio dei Filistei, ma assomiglia più alla moglie di Lot trasformata in una statua di sale. Un atto di responsabilità nei confronti di un ente strategico per due province sarebbe stato la presa d'atto di una sfiducia conclamata nei suoi confronti e dignitose dimissioni».
Nella lettera, Bruno, dopo aver ripercorso tutte le tappe dalla sua elezione alla presidenza, illustra a De Luca l'impasse in cui si trova l'ente camerale con otto sedute di giunta saltate dal 24 ottobre al 16 dicembre. Il presidente della Camera giudica la situazione «non reversibile» e parla di «impossibilità di funzionamento dell'organo collegiale». «Fin dal primo momento - rimarca però Masiello - avevamo lanciato l'allarme su una creatura nata male e gestita peggio. Con questa richiesta, infondata sul piano politico e procedurale, la vicenda assume toni grotteschi. Questo accade quando si viene eletti con un colpo di mano dell'ultimo minuto, senza essere candidati e senza aver condiviso e maturato un programma di governo. Il commissariamento sarebbe una sconfitta per il Sannio e per l'Irpinia, non per Bruno». Per Masiello «le dimissioni e un ritorno al confronto programmatico sono la strada per restituire onorabilità all'ente e per eleggere un nuovo presidente, alla luce del sole».

Nella sua ultima tappa ad Avellino, il governatore De Luca è stato lapidario sulla vicenda della Camera di Commercio. «Verificheremo ovviamente la situazione.

Ma se non ci sono le condizioni per andare avanti bisognerà commissariare», la risposta a domanda specifica. In caso di commissario ad acta per il bilancio, lo strumento una volta redatto dovrà comunque passare alla valutazione del consiglio camerale per completare la procedura. I 33 componenti verrebbero chiamati a decidere per il via libera o la bocciatura. Da oggi, dunque, l'ente è in esercizio provvisorio. È assicurata la gestione corrente, ma oltre non si potrà fare. Quindi niente bandi (addio supporto all'internazionalizzazione, tra le altre cose), se non quelli già previsti, e contributi per le imprese. Il nuovo anno è cominciato tra le polemiche, così come era stato per gli ultimi mesi del 2022. Il progetto della Camera delle aree interne della Campania non è mai decollato. Dopo cinque anni di gestazione e un battesimo non proprio felice, il futuro del nuovo ente è ancora incerto.

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