Cartelle esattoriali, niente sgravi: passa la linea Mastella

La scelta della maggioranza di non aderire alla rottamazione

Cartelle esattoriali, niente sgravi: passa la linea Mastella
Cartelle esattoriali, niente sgravi: passa la linea Mastella
Mercoledì 22 Marzo 2023, 09:11 - Ultimo agg. 13:02
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Niente sgravio delle cartelle per i contribuenti beneventani, né parziale, né totale. E niente da fare anche in materia di definizione agevolata delle liti pendenti.
In maggioranza passa la linea del rigore fortemente caldeggiata dai revisori dei conti e dalla stessa amministrazione, ma non mancano malumori palesi come nel caso di Antonio Capuano che ha lasciato la sala giunta tra vibranti proteste, per poi rientrare. Entro il 31 marzo si andrà in Consiglio ma solo per deliberare la non adesione alla facoltà di annullamento parziale (sanzioni e interessi) delle cartelle di competenza comunale fino a 1.000 euro, affidate agli agenti della riscossione tra il 2000 e il 2015. Una opportunità, quella della «rottamazione», che era stata introdotta dalla legge di Bilancio 2023 al comma 229, ed estesa dal Milleproroghe (comma 229 bis) alla possibilità di cancellare anche la sorta capitale di multe e sanzioni amministrative. Il che, tradotto in soldoni, significherebbe per Palazzo Mosti rinunciare a 807.000 euro nel caso si optasse per lo stralcio parziale, e a 1,8 milioni in caso di rinuncia tombale ai vecchi crediti. Somme che sono sì di competenza dell'Organismo straordinario di liquidazione (Osl) in quanto ricadenti nelle annualità pre-dissesto, ma che finirebbero per riverberarsi sulle casse del Comune nel caso, per niente improbabile, le somme a disposizione dell'Osl non bastassero a tacitare tutti i creditori. Concetti espressi con la massima franchezza dal presidente del collegio dei revisori Graziano Serpico che ha avvisato i consiglieri di andare incontro a un parere contrario certo qualora, pur legittimamente, optassero per la cancellazione anche parziale dei crediti.

In sintonia la titolare delle Finanze Maria Carmela Serluca e il dirigente Raffaele Ambrosio, così come lo stesso sindaco Clemente Mastella che già nella seduta di Giunta di venerdì aveva messo in chiaro la impercorribilità degli sgravi, malgrado l'appeal popolare.

Amaro in bocca dunque per la maggioranza che due mesi fa, quando vigeva la scadenza del 31 gennaio, si era pronunciata per la rottamazione di sanzioni e interessi.

Tra i più contrariati, come detto, Capuano: «Occorreva un atto di coraggio e buon senso, che non c'è stato», ha denunciato l'esponente di "Insieme per Benevento". Per il consigliere, alla luce dell'ampio contenzioso di Palazzo Mosti, sarebbe stata auspicabile anche l'adozione di un regolamento per la definizione agevolata delle liti pendenti già in fase di predisposizione, che viene dunque travolto dall'asse rigorista revisori-amministrazione. Su posizioni aperturiste si era espresso pure Francesco Farese. L'assessore Serluca ha replicato dati alla mano spiegando che il grado di soccombenza dell'ente, ovvero il 30 per cento delle pendenze gestite dal Comune e il 20 per cento di quelle intentate da Andreani, non giustificherebbe l'adozione di misure eccessivamente vantaggiose per i contribuenti destinatari di contestazioni tributarie. Sulla questione però ci sarà un nuovo summit di maggioranza con la stessa concessionaria comunale della riscossione, in particolare per quanto concerne gli accertamenti sulla tassa rifiuti che, secondo talune interpretazioni, presenterebbero molteplici profili di dubbia regolarità e dunque esporsi a sconfitte seriali in contenzioso.

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Immancabile l'accenno anche alla sempiterna "emergenza" debiti fuori Bilancio. Ieri mattina in commissione nuova tranche di schede esaminate in vista del passaggio in Consiglio, e nuove "sorprese" eclatanti. Come il debito da oltre 1.000 euro contratto da Palazzo Mosti nei confronti di un commissario ad acta designato per garantire attuazione al diritto di una coppia di cittadini vistisi negare un certificato anagrafico. Sul punto si sono astenuti per la maggioranza Farese e Zanone. Casi emblematici, come quello altrettanto clamoroso del debito da 3 euro, dicansi 3, lievitato fino a 1.500 euro perché non onorato dal Comune. «Non sono più accettabili situazioni del genere, mi farò sentire», ha tuonato il sindaco Clemente Mastella, sfondando una porta aperta presso i consiglieri di maggioranza.
 

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