Cinghiali e aree protette operazione censimento

Regione, Parco, Wwf, Atc e Legambiente a confronto sulle misure da adottare

Cinghiali in un condominio a Benevento
Cinghiali in un condominio a Benevento
di Antonio Martone
Giovedì 9 Febbraio 2023, 09:22
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Nelle ultime settimane di pari passo con summit e riunioni tecniche, si stanno intensificando le azioni per combattere l'invasione dei cinghiali nel capoluogo ed in provincia. E gli addetti ai lavori fanno sapere che si stanno ottenendo dei buoni risultati. In particolare il dispiego di cacciatori specializzati e tecnici si sta concentrando a nord ed a sud del fiume Sabato, la zona che insiste sulla città e che ha determinato l'approdo degli animali in particolare in via Piccinato, via Galanti, Gran Potenza, Santa Clementina.

Il tutto in attesa che vengano ultimati i lavori di cui si è fatto carico il Comune in occasione della prima riunione svoltasi a palazzo Mosti dove fu istituito un tavolo permanente con il coinvolgimento di enti ed associazioni.

Continua la mobilitazione, dunque, con la cabina di regia dell'Ufficio Caccia della Regione che sta guidando i vari passaggi, oltre a mettere in campo squadre sono in continua attività.

Ieri pomeriggio presso la sede provinciale dell'Ufficio caccia in via Torretta 29 si è svolto un incontro organizzato dal responsabile provinciale Giuseppe Porcaro con i rappresentanti dell'Atc, del Wwf che gestisce l'oasi di Campolattaro e dell'Ente Parco del Taburno. Per un disguido mancava il rappresentante della Lipu (che gestisce le "zone umide" ). Già fissato per mercoledì un altro incontro che riguarderà agronomi, associazioni agricole e UniSannio. Lo scopo è individuare in maniera capillare soluzioni ed effettuare resoconti dettagliati tra esperti in considerazione dell'incremento dei problemi legati all'invasione che da mesi sta coinvolgendo non solo le aziende agricole, ma l'intera comunità.

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«Quello di ieri è stato un ottimo incontro - ha detto Porcaro - in cui si è preso atto che i cinghiali sono un problema anche per la biodiversità del Parco del Taburno e delle altre zone protette. C'è, dunque, la necessità di un censimento su queste aree da fare preferibilmente con ambientalisti e personale formato da noi. Il presidente dell'Ente Taburno Costantino Caturano ha lanciato l'idea di istituire un corso congiunto per coadiutori, cacciatori e ambientalisti. Un gruppo che svolga queste indagini e poi laddove dovessimo rilevare che i numeri sono eclatanti, così come si teme, rispetto alle capacità del territorio di contenere questi animali, si interverrà con procedure di selezione e quant'altro. Per la prima volta non c'è stata nessuna contrapposizione ideologica. Ci sono state sintonia e concretezza, le cose che servono».

Il dipartimento di Ingegneria dell'Università del Sannio presenterà mercoledì il prototipo di una idea progettuale innovativa sulla quale hanno lavorato i professori Andrea Cusano e Lerina Aversano, attivati e coinvolti dall'Ufficio caccia e dall'Atc che potrebbe essere lanciato anche a livello nazionale per cercare di risolvere e combattere in maniera organica il problema cinghiali. Il Sannio, dunque, all'avanguardia sulla questione che sta diventando sempre più complicata con il passare dei mesi sull'intero territorio nazionale.


«C'è una esigenza impellente - dice Vincenzo Ciervo commissario provinciale di Atc - di fare monitoraggio e vedere quanti cinghiali si trovano nelle oasi, nell'anti parco e nelle aree umide, in prossimità nei serbatoi. Al di là dei pericoli per le colture, per gli abitanti, per gli automobilisti non bisogna dimenticare che l'invasione va a ledere anche l'ambiente del parco in numero sproporzionato: nidi di uccelli, altri animali come piccoli lepri e così via scomparirebbero, visto che i cinghiali mangiano di tutto. Anche la legge ci impone massimo 2 cinghiali per ogni ettaro di superficie del parco. Secondo un calcolo massimo dovrebbero essere 250. Per il futuro stiamo lavorando anche ad un progetto che ho proposto proprio la scorsa settimana in un incontro alla Regione. Di ottimizzare questa piaga, facendola diventare anche una opportunità. Utilizzare la carne di cinghiale dopo averla analizzata e custodita in container refrigerati per agriturismi, famiglie bisognose, enti. Da problema diventerebbe una risorsa, così combattiamo anche i bracconieri e abusi pericolosi. Insomma, la filiera del cinghiale con abbattimenti gestiti e controllati».
 

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