Benevento, Mastella perde pezzi:
la maggioranza scende a quota 17

Benevento, Mastella perde pezzi: la maggioranza scende a quota 17
di Gianni De Blasio
Giovedì 23 Luglio 2020, 11:30
4 Minuti di Lettura

Il saliscendi continua. A differenza dell'ascensore che, appaltato tre anni fa, ancora non riesce a funzionare causa problemi con la ditta aggiudicataria, a Palazzo Mosti è la maggioranza ad andare su e giù in maniera incessante. Negli ultimi tempi, dopo il rientro di Adriano Reale e Anna Rita Russo, i consiglieri a supporto del governo Mastella erano risaliti a 19, a fronte di 14 dell'opposizione. «Cittadini protagonisti», la cui costituzione a gennaio aveva innescato le dimissioni del primo cittadino, con il trascorrere dei mesi si era sciolto, con Reale e Russo rientrati in maggioranza, mentre Angelo Feleppa era rimasto lì dove era stato eletto, all'opposizione, per poi aderire alla maggioranza. Per superare anche la questione delle presenze in commissione, i due avrebbero dovuto dar vita a un altro gruppo, grazie al soccorso garantito da Giuliana Saginario: per settimane si è cercato un nome adatto alla neo formazione ma, nelle ultime ore, ecco sviluppi imprevedibili. Anna Rita Russo, che in un primo tempo era data candidata certa alle Regionali in Alleanza di centro, con il ritorno nella coalizione che l'aveva eletta, avrebbe trovato ospitalità in una delle liste civiche a sostegno di De Luca. Successivamente aveva rinunciato, salvo poi accettare la proposta di Martusciello e proporsi con Forza Italia nella coalizione Caldoro. Fin qui, tutto normale. O quasi, dipende dai punti di vista. Solo che sia lei che Saginario si apprestano a transitare in Patto civico, che dagli inizi dell'anno è all'opposizione. Ovviamente, come riconosceva ieri Saginario, tale decisione comporta che dovranno uniformarsi alle decisioni della maggioranza del loro nuovo gruppo, quindi viene a cadere la dichiarazione con la quale la presidente della commissione lavori pubblici sosteneva che, per coerenza, sarebbe rimasta in maggioranza.

Dunque, la coalizione Mastella subisce un decremento e potrà contare da ora in poi su 17 voti, che è il minimo per garantire il numero legale in consiglio.
 


Dopo le modifiche apportate di recente al regolamento, le apprensioni di un tempo circa i numeri sono un ricordo remoto. Lo stesso bilancio di previsione, che in presenza di mutui come quello appena licenziato dalla giunta lunedì sera, richiedeva il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti (17 su 33), a partire dal 30 luglio potrà essere approvato pure con 9 voti a favore. A patto che permanga il numero legale, ossia siano in aula minimo 17 consiglieri. Qualora le minoranze abbandonassero, l'amministrazione avrebbe pur sempre i numeri, le 17 presenze. Sempre che, però, non si registri neppure una defezione. La seduta per il bilancio di previsione è preventivata per il 31 luglio, a patto che nella giornata di oggi gli atti siano depositati, quindi siano dotati del parere favorevole dei revisori dei conti. Il bilancio, comunque, va licenziato entro il 30 settembre, ma con l'approvazione sarà possibile, tra l'altro, anticipare il conferimento degli incarichi per le progettazioni delle opere dei Pics e bando periferie. I propositi di anticiparne il passaggio consiliare rischia di cozzare con il periodo delle vacanze, che potrebbe determinare qualche assenza facendo venir meno la maggioranza. Identico il discorso pure per il consiglio del 27, quando si esaminerà il rendiconto di gestione e la delibera sul disavanzo. Argomenti discussi ieri nella commissione Finanze presieduta da Annalisa Tomaciello, che ha dato il via libera: hanno votato a favore, oltre alla presidente, i consiglieri Quarantiello, Capuano, Zanone e Chiusolo; contrari Di Dio, Lepore, Farese, Paglia e Varricchio.

Ieri, la giunta, su proposta dell'assessore Pasquariello, a proposito del maxi intervento della Stat Srl per la realizzazione di alloggi e scuole, lo ha dichiarato «non soddisfacente alle finalità dell'amministrazione», secondo quanto previsto dall'avviso pubblico del «dialogo competitivo». Pertanto, si chiude la procedura di dialogo competitivo non accedendo alla fase della gara e del successivo eventuale affidamento. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA