Comune di Benevento in rosso:
i dirigenti restituiranno 270mila euro

Comune di Benevento in rosso: i dirigenti restituiranno 270mila euro
di Gianni De Blasio
Domenica 1 Luglio 2018, 12:21
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Il Comune di Benevento si appresta a recuperare circa 270 mila euro. A tanto dovrebbe ammontare la somma che dovrebbe affluire nelle casse comunali, frutto del recupero a carico di parecchi dirigenti alternatisi tra il 2011 ed il 2016. Tale cifra risulterebbe tra il «dare ed avere» che l'ente dovrà effettuare per quanto concerne l'indennità di posizione riconosciuta nell'arco del quinquennio. Se la maggior parte dei dirigenti ha incamerato in eccesso, qualcuno in maniera addirittura esorbitante, altri che hanno occupato ruoli apicali avrebbero incassato di meno, pertanto avrebbero diritto ad essere risarciti. Ma, la maggior parte dell'operazione verità fotografa un'ampia prevalenza dei dirigenti che hanno introitato ben oltre quanto spettasse. La ricognizione effettuata, pertanto, farebbe confluire un bel po' di soldi nella contabilità dell'organo straordinario di liquidazione ma, in ogni caso, alleggerirebbe, sia pur di poco rispetto all'entità del passivo, il debito del Comune. Retribuzione di posizione e, in alcuni casi, anche di risultato sono finite sotto la lente d'ingrandimento degli addetti, confermando un trend già noto a seguito dell'ispezione ministeriale di alcuni anni addietro. Legittimo l'interrogativo: come mai questa ricognizione è stata effettuata soltanto ora, quando l'avvio del periodo scandagliato risale addirittura a sette anni fa? Oltretutto, già nel 2013, l'allora sindaco Fausto Pepe rilevava incongruenze a carico di alcuni dirigenti, in primis Andrea Lanzalone, a cui chiedeva la restituzione di alcune somme, a dire del sindaco, indebitamente percepite. Da allora, però, nulla più si è saputo. Il caso, però, è stato rilanciato dalla richiesta di ammissione alla massa passiva del dissesto inoltrata da alcuni dirigenti o ex dirigenti, che hanno rivendicato crediti in ordine all'indennità di posizione e/o di risultato per gli anni che vanno dal 2011 al 2016, praticamente le due voci che costituiscono la retribuzione dei dirigenti. Indennità che, comunque, non è calcolata in modo univoco, poiché ancorata al valore del settore affidato.
 
Non a caso, proprio di recente, è stata licenziata una delibera laddove si attribuivano punteggi diversificati agli otto settori nei quali si articola la macchina amministrativa dell'ente.

Alla retribuzione di risultato non può comunque essere destinata una quota delle risorse effettivamente disponibili inferiore alla percentuale del 15% del Fondo riservato.

Ad inficiare il riparto, così come avvenuto negli anni di riferimento, sarebbe il mancato rispetto dell'organo deputato ad approvare la suddetta graduazione, che sarebbe di competenza della Giunta ed, invece, l'indennità di posizione sarebbe stata determinata dal settore Risorse Umane ponendo quale base un decreto del sindaco. Tali operazioni, quindi, risulterebbero del tutto illegittime, illegittimità aggravate dalla determinazione demandata ad un dirigente che veniva a trovarsi in una situazione di palese incompatibilità, dovendo decidere anche per se stesso. E, proprio questo, induceva il sindaco Pepe a richiedere controlli al segretario generale (come all'epoca già riportato da Il Mattino ndr.), richiamando eventuali azioni correttive delle quali, però, non vi è alcuna traccia. Altra anomalìa riguarderebbe gli incarichi ad interim: a coloro i quali è attribuita una responsabilità dirigenziale di un settore vacante, spetta solo un'integrazione mensile ma, in qualche caso, si sarebbe in presenza di «stipendi» raddoppiati in virtù del doppio incarico.

Il tabulato delineato vedrebbe primeggiare tra i debitori dell'ente, e pure di gran lunga (si vocifera di una somma non molto distante dai 200 mila euro), l'attuale responsabile dell'Ambiente Andrea Lanzalone. Sempre dalla parte di coloro che dovrebbero essere invitati a restituire delle somme, ma molto, molto inferiori, ci sarebbero l'ex capo dei Sistemi di staff Angelo Mancini, il compianto Emilio Porcaro, Roberto La Peccerella, Rino Vitelli, Enzo Catalano, Lorena Lombardi, Giuseppe Lamparelli e Aniello Moccia.

Risulterebbero in credito, pur se di poco, Isidoro Fucci, Giuseppe Moschella e Salvatore Zotti, a seguito della compensazione tra indennità di risultato (ricevuto meno) e di posizione (incassato in eccesso).
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