Concorso e scandalo «pennette»,
il funzionario resta in carcere

Concorso e scandalo «pennette», il funzionario resta in carcere
di Enrico Marra
Sabato 11 Luglio 2020, 10:48
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Il Tribunale del Riesame di Napoli ha continuato a esaminare i ricorsi contro l'ordinanza del Gip Vincenzo Landolfi che nell'ambito dell'indagine sulle irregolarità nei concorsi per accedere alle forze dell'ordine ha visto l'emissione di otto misure cautelari, mentre la Guardia di Finanza prosegue nelle indagini sul materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni. Il Riesame ieri ha depositato il provvedimento con cui respinge i ricorsi presentati da Antonio De Matteo, 68 anni, già funzionario dei vigili del fuoco attualmente detenuto, e di Eduardo Zolli, pensionato di 66 anni, con obbligo di dimora ad Apollosa. Pertanto De Matteo resta in carcere, mentre Zolli dovrà continuare a osservare la misura dell'obbligo di dimora. Il Tribunale del Riesame, però, ha annullato quattro capi di imputazione per corruzione relativi alla selezione per 830 allievi marescialli nelle fiamme gialle che erano stati contestati sia a De Matteo che a Zolli. Confermati, invece, gli altri addebiti contestati nell'ordinanza di custodia a carico di De Matteo, tra questi c'è anche un reato di corruzione in concorso con Zolli e altri; reato che riguarda un concorso di imminente pubblicazione per l'accesso al settore amministrativo dei vigili del fuoco per il quale erano state già distribuite delle «pennette», contenenti i quiz che sarebbero stati sottoposti ai candidati con le relative risposte. I legali di De Matteo e Zolli, Antonio Leone e Sergio Rando, hanno preannunciato ricorso in Cassazione.

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Il Tribunale del Riesame aveva già respinto il ricorso di Antonio Laverde, 44 anni, maresciallo della Finanza in servizio al Comando generale, finito agli arresti domiciliari al pari di Vito Russo, 40 anni, carabiniere in forza a Roma, che, invece, non si è rivolto al Riesame. Lunedì, dinanzi al Riesame, saranno discussi i ricorsi di Giuseppe Sparaneo, 51 anni, funzionario dei vigili del fuoco in servizio, e del viceprefetto Claudio Balletta, 65 anni, di Roma, dirigente del Ministero dell'Interno presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, entrambi attualmente in carcere dal 12 giugno. I due sono difesi da Gerardo Giorgione e Bruno Naso. Infine, i ricorsi per Alessandro Filippo Lupo, 56 anni, di Treviso, e Gianluca Galliano 45 anni, di Benevento, residente ad Ardea, che erano stati sospesi per dodici mesi dall'esercizio delle funzioni, rispettivamente, di vigile del fuoco e agente di polizia, saranno discussi il 7 settembre.
Davanti al Tribunale del riesame alla discussione di questi ricorsi era presente il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Sansobrino che ha coordinato le indagini, che, tra l'altro, sono tuttora in corso e che potrebbero portare a ulteriori sviluppi. Le fiamme gialle, infatti, in questi giorni stanno esaminando tutto il materiale sequestrato al momento del blitz del 12 giugno presso le abitazioni degli indagati. Si tratta di una decina di computer, di diversi telefonini e di altro materiale.

Questo materiale potrebbe portare a ulteriori incriminazioni. In particolare si cerca di appurare chi erano i componenti delle varie commissioni di esami che venivano avvicinati e quindi consentivano agli allievi, previo esborso di denaro, di superare le prove. Nell'ordinanza, infatti, si parla di «ingerenze su almeno un membro della commissione di esame allo stato non identificato». Le intercettazioni fatte con le più moderne apparecchiature non hanno portato alla individuazione dei loro nomi. Né tantomeno gli interrogatori che sono seguiti al blitz del mese di giugno. Anche perchémolti degli interrogati hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Le fiamme gialle ritengono di poter riferire al magistrato inquirente sul materiale sequestrato entro la fine di agosto.
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