In certi casi, come la politica ormai ci insegna da tempo, il fattore-passerella rischia di svuotare anche il più sincero dei programmi. E così un selfie finisce per assorbire e declassare ogni contenuto, pur se riguarda le sorti di intere popolazioni. Due le parti in campo questa mattina a Palazzo Chigi, il premier Conte e sei vescovi. Dato per scontato che, nonostante l’incalzare della società dell’immagine, i pastori del gregge sconsolato delle aree interne a tutto potranno pensare tranne che a puntare l’obiettivo su se stessi, il dubbio è se la convocazione del presidente del Consiglio dei ministri rappresenti un sincero desiderio di ascolto, inserito in un percorso di condivisione politica, o venga catalogato tra i gesti di cortesia.
I vescovi-sentinella presenteranno i contenuti della loro lettera-documento del 2019 e i progetti da esso scaturiti, primo tra tutti il Forum degli amministratori. Potrebbero incassare già oggi l’adesione del premier alla seconda edizione del meeting che dovrebbe tenersi, rispettando vincoli e restrizioni, entro la fine dell’anno. I temi in gioco sono enormi e non si potranno registrare ancora soltanto vaghe promesse.