Coronavirus a Benevento, un'altra
vittima ma diminuiscono i contagi

Coronavirus a Benevento, un'altra vittima ma diminuiscono i contagi
di Luella De Ciampis
Lunedì 20 Aprile 2020, 09:14 - Ultimo agg. 20 Marzo, 20:17
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Ancora un decesso per Covid-19 nel Sannio. Si tratta di un 72enne di San Salvatore Telesino che non aveva avuto alcun contatto con «Villa Margherita» e che era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Rummo da una decina di giorni. Il pensionato, le cui condizioni di salute erano apparse abbastanza compromesse fin dal primo momento, è stato il quinto e ultimo paziente in ordine di tempo, del comune telesino, a contrarre il virus. La notizia è stata data ieri mattina dal sindaco Fabio Romano che ha commentato con costernazione la scomparsa del concittadino. Sale, quindi, a 19 il numero dei pazienti in degenza al Rummo morti per coronavirus sui 186 ricoverati dal mese di febbraio. Di questi, 14 risiedevano nel Sannio e 5 in altre province. Un numero abbastanza elevato, quello relativo ai decessi registrati, soprattutto tra persone anziane o con patologie importanti, come il 57enne di Solopaca caposala della centrale del 118 di Benevento che, in precedenza, aveva subito un trapianto d'organo. O come la professoressa 64enne di Arpaia in riabilitazione a Villa Margherita, dopo un delicato intervento (gli unici ad avere un'età inferiore ai 70 anni).

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Nella giornata di ieri è stata registrata anche la dimissione di un paziente completamente guarito. Al Rummo sono stati analizzati 74 tamponi e solo uno ha dato esito positivo, riferito a una conferma di positività già precedentemente accertata. È sceso, invece, da 28 a 26 il numero dei pazienti in regime di degenza e a 142 quello dei contagiati censiti dall'Asl. I numeri degli ultimi dieci giorni forniscono una visione decisamente più confortante rispetto a quelli relativi ai mesi precedenti e alla prima decade di aprile se si considera che il numero dei contagiati ruota sempre intorno ai 140 e quello degli ospedalizzati tende a scendere gradualmente quasi ogni giorno, più per effetto delle guarigioni e della diminuzione di nuovi accessi che a causa dei decessi.
I segnali positivi arrivano anche dai comuni del territorio sannita attraverso le comunicazioni dei sindaci sia per via ufficiale che attraverso i social, come per i due negativizzati ad Airola rispetto agli otto positivi, come ha sottolineato il sindaco di Airola.
I FOCOLAI
Segnali positivi che si aggiungono alle guarigioni, comunicate nei giorni scorsi dai sindaci di Guardia Sanframondi e di Cusano Mutri, oltre allo stallo nei focolai di Villa Margherita e di Paolisi. Ormai sembrano non esserci nuovi contagi collegati al centro riabilitativo di contrada Piano Cappelle, a poco meno di un mese dal verificarsi dei primi casi e dall'operazione di blindaggio della clinica da parte delle forze dell'ordine. Il fatto che i contagi siano rimasti in un ambito circoscritto e non si siano allargati a macchia d'olio ai familiari e ai conoscenti del personale sanitario e dei degenti rappresenta è già un risultato apprezzabile, se si considera che il numero dei positivi sarebbe potuto aumentare in maniera esponenziale. Di certo, il propagarsi del virus in un ambiente in cui sono in degenza soprattutto pazienti in età avanzata che fanno riabilitazione, in seguito a delicati e importanti interventi chirurgici a carico del sistema cardiocircolatorio e del sistema nervoso centrale, ha appesantito di molto il bilancio dei decessi, confermando la percentuale del 10% di mortalità prevista nell'ambito della pandemia.
Nei primi giorni di aprile l'ambulanza della Croce Rossa aveva, infatti, effettuato il trasferimento al Rummo di cinque pazienti in degenza a Villa Margherita, perché erano in condizioni critiche a causa del coronavirus che aveva inciso in maniera irreversibile per tutti sulle patologie di base pregresse.
Situazione in stand by anche nel comune di Paolisi per cui, nella tarda serata di sabato, la Regione Campania ha prorogato per le 72 ore successive le misure restrittive messe in atto l'otto aprile. Permane la condizione di «zona rossa» anche se i contagi sembrano essere circoscritti a un numero abbastanza contenuto di casi pari al 16%, considerate le dimensioni dell'azienda. La tempestività delle azioni messe in campo, quando si è avuta la certezza che il titolare dell'azienda e alcuni dipendenti fossero risultati positivi al secondo tampone, la sinergia tra le istituzioni e gli imprenditori e il rispetto da parte di tutti delle regole imposte anche in questo caso hanno evitato che il bilancio fosse molto più pesante.
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