Coronavirus a Benevento, Mastella:
«Patto di prossimità per evitare rivolte»

Coronavirus a Benevento, Mastella: «Patto di prossimità per evitare rivolte»
di Andrea Ferraro
Domenica 29 Marzo 2020, 10:57
4 Minuti di Lettura
Sindaco, qual è la situazione a Villa Margherita?
«Non sono il controllore della clinica e dell'Asl. Non sono il capo della sanità. Questo è un problema che mi tocca solo in qualità di sindaco della comunità in cui opera la struttura. La situazione è sottoposta all'attenzione dell'autorità sanitaria».

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Ma ravvede qualche responsabilità?
«C'è chi dovrà chiarire quanto accaduto ma ora bisogna concentrarsi a risolvere i problemi piuttosto che a crearne altri. La gente ha i nervi a fior di pelle, è inutile fare guerre, battaglie e speculazioni soprattutto di natura politica. Bisogna lavorare per trovare una via di uscita».

Lei ha parlato con De Luca. Qual è la via di uscita?
«Ci stanno lavorando. Non so quanti sono i pazienti ricoverati. Si tratta di una struttura privata, non posso sapere come sono stati attuati i protocolli e perché è stato accolto un paziente da fuori provincia».

La situazione è critica.
«Stanotte, io e mia moglie (la senatrice Sandra Lonardo, ndr), fin dopo le 3, abbiamo sentito al telefono soprattutto il personale. C'è stata una donna che, presa dalla disperazione, stava pensando al suicidio, l'abbiamo convinta a essere razionale. Comprendo la tensione, la stanchezza, lo stress. I turni in quelle condizioni diventano tremendi, manca il ricambio del personale. Ho appreso dei problemi sorti anche con la ditta di pulizie. C'è paura. Lancio un appello».

Quale?
«Chiedo, soprattutto a chi ha coraggio, di offrirsi per sostituire il personale. C'è bisogno di avvicendamenti, ovviamente con gli adeguati equipaggiamenti e dispositivi di protezione».

Pochi giorni fa su Whatsapp è circolato un audio ritenuto calunnioso. Ma il quadro prospettato sta trovando in parte riscontri nella realtà. Cosa ne pensa?
«Non so se si tratta di voci false o meno. Verificarlo non tocca a me. C'è stato anche un audio di risposta di una dipendente che dipingeva tutt'altra situazione. Ma coinvolgermi come sindaco, con accuse strumentali e false, è assurdo. E per questo ho chiesto alla Procura di intervenire per evitare che, e non solo in questo caso, si facesse del terrorismo mediatico. Tra l'altro, quel giorno erano arrivate voci tranquillizzanti da clinica e Asl».

Già, voci calunniose. Lei ha sporto querela.
«Chi tenta di sfruttare questo momento per attaccarmi è fuori strada, è un idiota. Io voglio risolvere i problemi, questa è una guerra di tutti contro uno, e il nemico di tutti è questo virus. Provo a dare consigli, a sentire i sindaci facendo leva sulla mia autorità umana, frutto dell'esperienza maturata in quaranta anni di attività parlamentare. Ma non travalico i confini dei poteri assegnati ai sindaci, tra l'altro ridimensionati dai decreti».

C'è una linea che i sindaci sanniti stanno tracciando?
«Con qualcuno mi sono sentito, a qualcun altro, invece, ho fatto notare che le ultime ordinanze che limitano gli spostamenti dei dipendenti di Villa Margherita sono sbagliate».

Nel Sannio stanno aumentando i contagi. È preoccupato?
«No. Sono preoccupato per i mille morti in Italia dell'altro giorno. Poi vedo che ci sono solo altri quattro beneventani in quarantena e ringrazio Dio. La situazione al momento è sotto controllo. Ma non c'è nessuna isola felice. La polizia municipale e le forze dell'ordine stanno facendo controlli stringenti, tutti stanno dimostrando professionalità e coraggio. La provincia, poi, si sta salvando anche per un elemento».

Quale?
«L'isolamento questa volta è stato un vantaggio, ha limitato la proliferazione dei contagi».

Premesso che è difficile prevederlo, ma ha chiesto a qualche esperto quando si avrà il picco nel Sannio?
«Stiamo tentando di capirlo ma questo è un compito delle autorità sanitarie e dell'Asl, così come è loro il compito di tracciare i movimenti dei contagiati di Villa Margherita e di chi è stato a contatto con loro».

C'è chi lamenta ancora poca chiarezza nella comunicazione da parte di Asl e azienda «San Pio». È d'accordo?
«Alcuni giornalisti, da colleghi, mi hanno chiesto di intervenire. L'ho fatto, ci siamo chiariti nel giorno della videoconferenza. C'è ancora qualche ruggine da eliminare ma qualcosa è cambiato. La Regione, tra l'altro, ha fatto i complimenti per come si sta comportando l'azienda San Pio».

Lei e la sua giunta vi siete fatti promotori di alcune iniziative di solidarietà. A che punto è la loro attuazione?
«L'arrivo di ventimila mascherine dalla Cina è ancora bloccato. Quelle che invece ho ricevuto in dono, e che riceverò dall'amico Tronchetti Provera, sono state o saranno distribuite a chi è in prima linea o è in difficoltà: dal personale sanitario ai diabetici; dai vigili agli operatori delle agenzie funebri. Per la mensa abbiamo fissato il numero di pasti, con i fondi destinati alla refezione scolastica, da distribuire a chi ne ha bisogno. Lunedì (domani, ndr) l'avviso sarà pubblicato sul sito web. In pratica abbiamo anticipato le misure annunciate in serata da Conte. Ma i redditi Isee dell'anno scorso offrono un quadro sbagliato. Ci sono nuovi poveri. È saltato tutto. Si rischia la rivolta sociale».

Quale potrebbe essere la ricetta per affrontare la crisi?
«Servirà un patto di prossimità, un piano per ripartire investendo su infrastrutture, anche digitali, e rivedendo i servizi. Per un lungo periodo gli spazi di concentrazione saranno diversi, difficile immaginare di tornare presto negli stadi, nei cinema, nei teatri con le modalità di prima. Cambierà il nostro modo di vivere. Rimpiangeremo ciò che avevamo. Le polemiche politiche non servono più, è l'ora di fare quadrato».
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