Covid a Benevento, pub, teatri e club:
«Discriminante chiudere solo noi»

Covid a Benevento, pub, teatri e club: «Discriminante chiudere solo noi»
di Paolo Bocchino
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 09:07
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La protesta cambia registro. Dalla strategia del disagio improvviso provocato agli altri segmenti sociali per farsi sentire, al dialogo con la città. «La piazza ha tanti modi di esprimere le proprie istanze, non deve necessariamente ricorrere ad azioni eclatanti come bloccare il traffico» ha spiegato il portavoce Pasquale Basile aprendo il presidio allestito ieri in via delle Puglie, nei pressi degli ex Magazzini Santamaria. Uno speaker corner in stile anglosassone al quale si sono avvicendati protagonisti consueti e voci inedite della mobilitazione.

Ma è stato soprattutto la filiera del by night a gridare la propria rabbia nei confronti dei decisori a tutti i livelli: «Ogni volta che si adottano restrizioni si parte dalla movida - ha denunciato Francesco Iannace, titolare di un pub di piazzetta Verdi -. Siamo additati come untori eppure non c'è alcuna prova che le nostre attività abbiano causato un solo contagio. Al contrario: possiamo dimostrare che nessuno, né tra gli operatori né tra gli avventori, sia stato contagiato a causa nostra. Del resto fin dal primo giorno rispettiamo alla lettera tutti i protocolli sanitari. E allora mi chiedo: perché ci si continua ad accanire nei confronti di onesti professionisti che chiedono semplicemente di continuare a lavorare offrendo un servizio apprezzato da tante persone?». In sintonia Rosa Razzano, da anni tra i capisaldi della movida con il music club di via Umberto I: «Non siamo irresponsabili, ci rendiamo conto della criticità del momento. Chiediamo però di essere trattati alla pari: se sono consentite altre attività rispettando le regole, non vediamo perché non dobbiamo poter proseguire anche noi. Oppure si chiuda tutto per davvero prendendosi carico realmente delle conseguenze che tali decisioni avranno».

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LA DENUNCIA
Divertimento che è anche spettacolo, altro segmento azzerato dalle misure anti contagio. «Gestiamo il Mulino Pacifico - ha ricordato Michelangelo Fetto, volto storico del teatro beneventano -. Da marzo l'attività è praticamente azzerata ma la colpa non è solo del virus. Da troppo tempo si dà scarsissima importanza alla cultura, vista al più come passatempo di una sera. E invece la cultura è l'unica arma che abbiamo per invertire la rotta della desertificazione sociale e civile di questa città che perde pezzi anno dopo anno». Durissimo quindi l'attacco alla politica: «Dove sono i consiglieri comunali? Dove sono gli amministratori? Cos'ha fatto il sindaco in 5 anni?» ha incalzato Fetto tra gli applausi dei partecipanti, in calo rispetto ai giorni precedenti.

E non a caso dal pubblico sono arrivati gli interrogativi provocatori di un cittadino: «Tutti qui i commercianti di questa città? Dov'è il malessere di un'intera categoria?».


IL PROSIEGUO
Segnali di una fase di riflessione in atto all'interno della mobilitazione giunta ieri al quinto giorno consecutivo. Si cercano nuovi linguaggi comunicativi che possano aggregare consensi e presenze. «Li sceglierà la piazza di giorno in giorno, non ci sono linee dettate dall'alto - ha spiegato Basile -. È importante comprendere che la nostra iniziativa non è affatto minoritaria ma si muove nello stesso solco del fermento che cresce di ora in ora in tutta Italia, come testimoniano le cronache di tante città».


L'ASSESSORE
La protesta dei commercianti e dei non garantiti porta avanti al contempo anche la strada del dialogo con i referenti istituzionali e politici. Ieri alcuni rappresentanti del movimento si sono confrontati in videoconferenza con il consigliere regionale Mino Mortaruolo che si è impegnato a farsi latore della piattaforma rivendicativa degli esercenti beneventani presso il governatore De Luca. Da Palazzo Mosti il neoassessore al Commercio Alfredo Martignetti ha commentato l'esito positivo del faccia a faccia avuto due giorni fa dal sindaco Mastella con i manifestanti: «Esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto poiché le istanze avanzate dai ristoratori, a mezzo dei loro delegati, ha ricevuto la disponibilità da parte del Comune. Tari e Tosap sono sospese fino al 31 dicembre: ogni attività, ai fini dell'asporto e nei limiti concordati, sarà autorizzata al transito nel centro storico per agevolare e incentivare le consegne a domicilio. La ristorazione e il commercio in genere hanno fatto sforzi enormi per adeguarsi alle prescrizioni imposte di volta in volta dal governo. Questi sacrifici non possono e non devono rimanere ignorati. Il Comune e il sindaco in primis hanno condiviso da subito le istanze dei ristoratori e dei commercianti facendosi portavoce, a livello sia regionale che nazionale, delle mille difficoltà che bisogna affrontare ogni giorno pur di restare aperti, criticando anche duramente alcune misure assolutamente non condivisibili come la chiusura delle attività di ristorazione in genere prevista per le 18. Non c'è chi non veda come tali misure determinino la definitiva chiusura di migliaia di attività commerciali. Rinnovo la mia disponibilità ad ogni confronto - conclude Martignetti - purché costruttivo e diretto a risolvere controversie. Nei prossimi giorni sarà mia cura contattare le associazioni maggiormente rappresentative del settore per cercare di mettere in atto, in modo uniforme ed organico, misure che possano attenuare il devastante impatto della crisi economico-sociale in essere».

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