Covid, altalena contagi tra l'incubo
decessi e il nodo dei tamponi

Covid, altalena contagi tra l'incubo decessi e il nodo dei tamponi
di Luella De Ciampis
Giovedì 10 Febbraio 2022, 07:34
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Sembra essere in una sorta di «limbo», in una condizione di precarietà, la curva pandemica nel Sannio, con i contagi che registrano fasi in picchiata che si alternano a improvvise risalite, mentre il numero dei decessi, invece, continua a essere rilevante con già sei morti da inizio settimana. Un bilancio pesante che conferma la strage di anziani cominciata nelle prime fasi della pandemia, «un'anticipazione di morte», come l'ha definita Donato Greco, infettivologo ed epidemiologo che è stato alla guida del comparto Prevenzione sia dell'Istituto superiore della Sanità che del ministero della Salute che, tuttavia, ha avuto conseguenze terribili in questi anni bui. La giornata di ieri è stata caratterizzata da tre decessi per Covid al «Rummo», da cinque nuovi ingressi in ospedale e da quattro dimissioni. A perdere la battaglia contro il virus una 90enne di Buonalbergo, un 83enne di Benevento e un 84enne di Afragola, centro della provincia di Napoli. Sale così a 79 il numero dei decessi da fine agosto 2021. Sono 65 i posti letto occupati nei reparti Covid del padiglione Santa Teresa della Croce dell'ospedale cittadino. Vanno giù, rispetto a martedì, invece, i contagi registrati sul territorio che, secondo il report quotidiano della Protezione civile, sono stati pari a 250.

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In calo rispetto a martedì ma, sicuramente, molto elevati se paragonati ai positivi registrati nello stesso giorno di un anno fa. Sono i numeri a raccontare gli avvenimenti in modo dettagliato. Numeri che risultano di gran lunga più elevati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso in cui si registravano 43 ricoveri al Rummo e 42 positivi emersi dal report quotidiano dell'Asl. Numeri che inducono alla riflessione sull'iter seguito dalla pandemia che, dopo aver fatto il suo cammino come è sempre accaduto nel corso dei secoli, si sta trasformando in endemia ed è sicuramente meno aggressiva, lungi dall'essere meno diffusa rispetto alle ondate precedenti. E, dunque, le restrizioni continuano a rimanere drastiche in Campania, e quindi nel territorio provinciale, e che, per forza di cose, dovrà mantenere l'obbligo della mascherina anche all'aperto nel mese di febbraio, in base alle ultime disposizioni del governatore Vincenzo De Luca e in controtendenza con i decreti ministeriali che ne hanno disposto l'abolizione già da domani.

In questa fase, permangono le difficoltà legate all'attività di testing per chi si è negativizzato perché, nonostante le forze messe in campo, non è facilissimo tenere sotto controllo tutti i positivi, concentrati soprattutto nelle scuole, per consentirne il ritorno alla normalità in tempi brevi, dopo il superamento della malattia.

Si tratta di difficoltà di ordine burocratico e tecnico, più volte evidenziate, che stanno creando disagi alle famiglie. A livello governativo, oltre alla convenzione con i farmacisti che ha consentito di velocizzare l'attività, soprattutto nei momenti peggiori della pandemia, è stato predisposto un accordo con i medici di base per consentire l'esecuzione dei tamponi di fine malattia per attestare la negativizzazione dei pazienti.


Un'iniziativa che non è ancora decollata e che, con molta probabilità, è destinata a cadere nel vuoto per una serie di motivazioni logistiche evidenziate dagli stessi medici di famiglia. L'adesione dei professionisti è su base volontaria e già questa circostanza rappresenta un elemento di selezione iniziale perché i medici non sono interessati ad aggiungere altri oneri a quelli cui sono obbligati anche per effetto dell'attuale emergenza. A questo si aggiungono le peculiarità degli studi medici che, nella maggioranza dei casi, sono ubicati in contesti condominiali e non sono provvisti di doppi ingressi e di più locali per poter dividere gli assistiti ordinari dai pazienti Covid. L'attività di testing potrebbe essere effettuata solo nei pochi studi associati della città e della provincia che hanno a disposizione più ambulatori con percorsi autonomi. Intanto, l'entrata in vigore di norme più snelle per il ritorno a scuola dopo il Covid, consentirà agli alunni di rientrare in classe in seguito all'esito negativo del tampone e all'autocertificazione effettuata dai genitori.

Sul fronte dell'attività vaccinale, si conferma il trend in calo con solo un migliaio di somministrazioni, di cui duecento nell'hub dell'ex caserma Pepicelli, che registrano una maggiore incidenza delle prime dosi, a conferma del fatto che la proroga delle misure restrittive, l'impossibilità di frequentare negozi, esercizi commerciali e luoghi comunitari, sta spingendo anche gli indecisi a vaccinarsi.
 

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