Covid a scuole, i dirigenti delle superiori
divisi sul ritorno in classe nel Sannio

Covid a scuole, i dirigenti delle superiori divisi sul ritorno in classe nel Sannio
Mercoledì 14 Aprile 2021, 08:39 - Ultimo agg. 12:40
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Pareri discordanti tra i dirigenti degli istituti superiori sanniti, interpellati in merito alla possibilità di un rientro in aula per i liceali in caso di zona arancione prevista per lunedì. A due mesi circa dalla conclusione della stagione scolastica, a dividere i presidi sono principalmente i rischi di un'ennesima riapertura a singhiozzo che potrebbe comportare serie ripercussioni sulla tenuta mentale degli studenti, già messi a dura prova dal prolungato ricorso alla dad. Un'eventualità capace di determinare una spaccatura del pensiero tra chi ritiene valga la pena riaprire, soprattutto per tutelare le esigenze dei ragazzi del primo anno e dei maturandi, e il fronte di chi preferirebbe convogliare gli sforzi verso l'organizzazione della prossima annata. Il tutto in attesa di scoprire le modalità del rientro, oggetto di un rovente dibattito in occasione della riapertura di febbraio, che dovrebbe attestarsi sul 50% delle presenze in classe. «Siamo tutti pronti e ben lieti di riaccogliere i nostri studenti ma preferiremmo evitare il solito logorante stop and go che purtroppo ha segnato profondamente l'attuale stagione scolastica - dice Luigi Mottola, presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Presidi e dirigente del Giannone - Da giorni stiamo approfondendo l'argomento tra colleghi, personale, rappresentanti d'istituto e famiglie, e concordiamo all'unanimità su un aspetto: non si riapra per poi richiudere ai primi positivi perché mai come stavolta le conseguenze potrebbero essere fatali. I ragazzi, allarme che ho già avuto modo di lanciare tempo fa, sono esausti a causa delle ore trascorse davanti allo schermo di un pc, e un altro illusorio ritorno in aula è l'ultima cosa di cui hanno bisogno. I benefici del ripristino delle lezioni dal vivo sono incalcolabili, specialmente per gli studenti delle prime classi e per i maturandi, e ci auguriamo si possa suonare la campanella da qui al termine dell'annata, anche se è impossibile fare previsioni. Attendiamo maggiori informazioni ministeriali e poi tireremo le somme». 

Il clima in cui si tornerà è un altro fattore da prendere in considerazione secondo Mottola. «Avremmo senz'altro preferito - continua - un'accelerazione della campagna vaccinale per donare un po' più di serenità all'intera comunità e invece all'orizzonte spuntano addirittura i primi dubbi in merito alle convocazioni per la seconda dose. Attenzione anche alla questione degli scrutini, sembra ormai certo che verranno anticipati ma ce lo comunichino quanto prima perché sarà necessario riorganizzarsi». Particolarmente combattuto Giovanni Marro, reggente del liceo Scientifico di Morcone, negli ultimi giorni tra i comuni maggiormente colpiti dalla crisi virale. «Non è semplice prendere posizione sulla questione ritorno in classe per gli istituti superiori - commenta Marro, che è anche dirigente dell'Ic Vanvitelli di Airola, altro paese in piena emergenza pandemica - Conosciamo tutti limiti e disagi delle lezioni virtuali a lungo termine ma la dad è l'unica forma di insegnamento sicuro in un momento delicato sotto il profilo virale. Dovessimo riaprire i licei a breve, il rischio di assembramenti e aumento di contagi ci sarebbe, inutile negarlo, per non parlare del contraccolpo psicologico con cui si ritroverebbero a fare i conti i ragazzi in caso di nuova chiusura.

L'ideale sarebbe rientrare in aula nell'ultimo mese con la certezza di concludere la stagione in presenza, garanzia che purtroppo non è possibile ottenere. Soppesando accuratamente ogni singolo fattore forse sarebbe meglio proseguire in dad e iniziare a programmare la prossima stagione rigorosamente in presenza». Dello stesso avviso Gabriella Fedele, dirigente dell'Industriale «Bosco Lucarelli». 

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«Riaprire - dice - a fine aprile o maggio, praticamente a un mese dalla fine dell'annata, non avrebbe alcun senso né sotto il profilo didattico né sotto l'aspetto della sicurezza. A questo punto occorre ragionare con tutto il buon senso possibile e dunque ritengo inutile mettere a repentaglio la salute degli studenti quando ormai il programma di apprendimento è quasi completo. Potessi decidere, concederei agli istituti piena autonomia di concedere il via libera solo alle categorie di studenti fragili e ai maturandi, magari in piccoli gruppi». Favorevole al rientro Teresa De Vito, dirigente dell'Ipsar Le Streghe. «Gli studenti - dice - hanno un disperato bisogno di socializzazione e di confronto diretto con gli insegnanti, e noi siamo pronti a riaccoglierli in sicurezza. La scuola dietro uno schermo è ormai insostenibile, ci sono ragazzi delle prime classi che non si conoscono tra di loro e maturandi che hanno visto penalizzato l'anno scolastico più importante della propria carriera studentesca. Fosse anche solo per un mese, si riapra per alleviare le loro sofferenze e migliorarne l'apprendimento».

Intanto, a Faicchio chiusa fino al 16 aprile la scuola dell'infanzia dopo la positività di un alunno, mentre a Molinara diposto il terzo rinvio a causa dell'aumento di contagi in paese. Non si tornerà in aula fino al 17 aprile. Ad Arpaia positivi i familiari di alcuni alunni: stop precauzionale fino al 24. 

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