Covid a Benevento, per parrucchieri
e centri estetici riapertura da boom

Covid a Benevento, per parrucchieri e centri estetici riapertura da boom
Venerdì 23 Aprile 2021, 09:47 - Ultimo agg. 20:16
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«Da lunedì stiamo lavorando ininterrottamente per ben quattordici ore al giorno e abbiamo la rubrica degli appuntamenti già piena per le prossime due settimane. La gente non vedeva l'ora di tornare nei nostri saloni per curare i capelli e la propria persona. La sensazione è quella di normalità». Emblematiche le parole del parrucchiere Vincenzo Santini, titolare del negozio Veil. Una fotografia che, tutto sommato, è quasi simile per tanti altri colleghi a conferma che c'è almeno qualche settore che tira a dispetto della pandemia, mentre commercianti di abbigliamento, gioiellerie e calzature attendono il ritorno dei clienti e i ristoratori addirittura la data per poter riaprire. «Ci siamo ripresi alla grande - dice Manuel Menditto, titolare di Prezy Andrea - con tantissimi clienti anche se per le cerimonie è ancora tutto fermo. Pensate che siamo pieni per i prossimi venti giorni. Un po' di paura non manca, frutto di un terrorismo psicologico che ha coinvolto praticamente tutti e che speriamo al più presto possa finire, anche se la nostra utenza quando viene da noi è tranquilla. Il nostro locale è di oltre 200 metri quadrati e, soprattutto, siamo rigidi su tutti i protocolli».

In questo lockdown, però, per Menditto «si è verificato un fenomeno scandaloso con tante persone che hanno continuato a lavorare.

Oltre agli abusivi che costituiscono una piaga stravecchia, ci sono stati anche colleghi con esperienza pluriennale che, pur di lavorare, hanno continuato a svolgere l'attività nelle loro case». 

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«Stiamo lavorando a pieno ritmo - conferma il parrucchiere Giovanni Russo -, pensate che la sera siamo costretti a restare aperti fino alle 21.30. Bisogna dire che ci siamo messi alle spalle la rabbia e la disperazione per le settimane di inattività. Non possiamo proprio lamentarci». Particolare l'analisi del titolare di Fausto Parrucchieri, Fausto Iannotti: «Ho notato che, rispetto ai precedenti lockdown adesso la gente è più educata, tranquilla e preparata. Insomma non manifesta preoccupazioni, probabilmente anche perché i nostri clienti sanno che da noi si rispettano tutte le misure igieniche. Il dato curioso è che stiamo lavorando tantissimo e molto di più con gli uomini rispetto alle donne. La spiegazione è semplice, le rappresentanti del gentil sesso si sono servite dei cosiddetti abusivi oppure si sono attrezzate con la tecnica del fai da te». «Sia i parrucchieri che gli estetisti - dice Toni Luongo, imprenditore contitolare di Phon, azienda che fornisce gli operatori del settore di tutto il Sannio e fuori provincia - fortunatamente sono strapieni e hanno prenotazioni che arrivano addirittura in alcuni casi a quasi un mese. Però comprano poco e, soprattutto, lavorano tra mille preoccupazioni perché c'è la paura di un nuovo provvedimento di chiusura». Il discorso della psicosi viene tirato in ballo da Mariagrazia Rapuano titolare del negozio New Style: «Le perdite ci sono state perché la gente ha paura e c'è meno esigenza di fare il colore, la messa in piena, trattamenti vari o colore perché non sanno dove andare. Sei settimane di chiusura pesano tantissimo con tante clienti che si stanno abituando a fare i capelli per conto proprio».

«Fortunatamente - dice l'estetista Ester Caporaso - sin da lunedì c'è stata subito ressa. Sto avendo tantissimi appuntamenti per manicure, pedicure, trattamenti estetici e depilazione. La gente potendo ci farebbe lavorare anche di notte. Il fenomeno particolare è che in tanti vanno di fretta perché hanno paura che si possa richiudere». «Stiamo facendo notte - dice Angela Russo titolare de Il Tempio di Iside - per soddisfare le richieste delle nostre tantissime clienti che ho notato con piacere sono tranquille e serene. C'è, però, da fare la denuncia relativa all'abusivismo che è ulteriormente dilagato durante il lockdown. Noi chiusi, con le spese e penalizzati, gli altri a lavorare. Ci sono centinaia di ragazze che lavorano a nero. Ho segnalato la cosa anche a Striscia la notizia». 

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