Covid a Benevento, ricoveri in aumento:
«Con la zona arancione più rischi»

Covid a Benevento, ricoveri in aumento: «Con la zona arancione più rischi»
di Luella De Ciampis
Martedì 20 Aprile 2021, 09:42 - Ultimo agg. 21 Aprile, 21:51
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Consegnate all'Asl 2.800 dosi di Moderna, mentre se ne attendono 9.360 di Pfizer per metà settimana. Intanto, Pfizer doppia AstraZeneca nei centri vaccinali cittadini in cui sono state convocate oltre 800 unità, tra over 60 e 70 e fragili. Si è formata una lunga fila di persone nel cortile esterno dell'ex caserma Pepicelli in attesa che arrivasse il proprio turno causa dell'improvviso blocco della piattaforma regionale. Ieri mattina, dopo una partenza improntata alla velocità dell'attività vaccinale, l'improvvisa interruzione del sistema per un guasto tecnico ha determinato un accavallarsi delle prenotazioni, recuperate poi nel pomeriggio: 550 le dosi inoculate nel maxi hub di viale Atlantici e 228 nell'ambulatorio di via Minghetti ai pazienti fragili. Benché negli ambulatori dell'ex caserma fosse disponibile sia AstaZeneca che Pfizer, quest'ultimo è stato il vaccino più usato ieri. Il nuovo approvvigionamento di 9.360 dosi, che sarà consegnato al centro di stoccaggio del «Rummo» per poi essere ritirato gradualmente dall'Asl, è previsto per domani mattina, mentre al dipartimento di Prevenzione sono già state consegnate 2.800 dosi di Moderna da destinare ai pazienti fragili.

Resteranno chiusi fino a giovedì gli uffici di Largo Carducci della Provincia che riapriranno venerdì qualora lo screening sul personale dipendente lo consenta, per permettere la sanificazione dei locali, mirata ad arginare la diffusione del contagio.

A stabilirlo, un'ordinanza del presidente della Provincia Antonio Di Maria che prevede per giovedì di sottoporre a un nuovo controllo, attraverso l'esecuzione dei tamponi, il personale in servizio che, nell'attuale fase di chiusura, effettuerà lavoro agile. Intanto, dopo la pausa domenicale, è ricominciato lo screening gratuito, organizzato dal Comune al «Palatedeschi» dove si effettuano in media tra i 400 e i 500 tamponi antigenici al giorno. Lo scopo è di intensificare l'attività di controllo sulla popolazione, attraverso i test, per individuare i positivi ed evitare la diffusione del virus. 

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In netto calo i positivi censiti dall'Asl che, tuttavia, sono da considerare in rapporto all'esiguità dei tamponi processati. Sono, infatti, 44 i nuovi casi e 37 i guariti su 246 tamponi analizzati. Dopo qualche giorno di tregua, si registrano altri tre decessi al «Rummo». A perdere la battaglia impari contro il Covid una 84enne di Colle Sannita, un 82enne di Paupisi e un 58enne di Sant'Agata de' Goti molto conosciuto nel centro saticulano anche per il suo impegno sportivo e nel sociale. Una notizia, quella della morte di Michele Carfora che ha scosso l'intera comunità santagatese. Tra i messaggi di cordoglio, quelli della Virtus Goti, di «Italia viva» e del movimento civico «Insieme si cambia» che si sono stretti intorno alla famiglia del 58enne. Salgono così a 304 i decessi da inizio pandemia, a 287 da agosto (217 i sanniti). Sono 97 i degenti nei reparti Covid del «Rummo» dove il numero dei ricoverati è aumentato di cinque unità rispetto a domenica ed è a un passo dal superare il livello di guardia. Una condizione che non lascia indifferente il direttore generale Mario Ferrante, preoccupato del continuo andirivieni di ambulanze che trasportano pazienti Covid. «I ricoveri aumentano dice insieme all'impegno dell'ospedale e del personale. C'è il timore concreto che la situazione possa peggiorare nei prossimi giorni in cui l'ingresso in zona arancione e le conseguenti aperture determineranno maggiori contatti tra la popolazione. Bisogna stare molo attenti per evitare che la posizione si aggravi e sperare che i pazienti in degenza non aumentino in modo spropositato». Una preoccupazione che trova conforto nella tesi del matematico dell'istituto per l'applicazione del calcolo Mauro Picone, del Centro nazionale per la ricerca Sebastianini, convinto che la città di Benevento insieme a Napoli doveva rimanere in zona rossa fino a fine maggio perché le riaperture avrebbero dovuto coincidere con l'immunizzazione di tutti gli over 70 e 80 che rappresentano l'86% della fascia anagrafica più esposta alla mortalità per Covid. Operazione, questa, secondo Picone, che avrebbe consentito di salvare almeno 10mila vite umane.

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