Ancora una morte al «Rummo». A perdere la vita un ottantenne di Casoria ricoverato nel reparto di Terapia intensiva. Sale così a cinque, in meno di un mese, il numero dei decessi presso l'ospedale cittadino, dei quali due riguardano madre e figlio di Torrecuso, lei di 87 anni, lui di 57, un altro, la scorsa settimana, relativo alla mamma 72enne del sindaco di Moiano. L'altro caso riguarda una 81enne di Secondigliano morta domenica 20 settembre. Dall'inizio della pandemia sono decedute 29 persone al «Rummo», 20 delle quali sono sannite. L'anziano era stato trasportato nell'ospedale cittadio dall'ambulanza del 118 per mancanza di posti letto nelle strutture napoletane. Infatti, l'azienda ospedaliera è inserita nella rete regionale degli ospedali Covid ed è deputata all'accoglimento di persone positive di altre realtà regionali perché sono le centrali operative del 118 a contattare l'ospedale libero più vicino nei casi in cui quelli dei luoghi di origine dei pazienti sono saturi. Questo è un elemento che preoccupa qualora nel Sannio dovesse esserci la necessità di un numero maggiore di posti letto per un improvviso cambiamento dell'andamento della pandemia.
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Intanto, aumentano di due unità i pazienti in degenza al «Rummo» e si attestano a quota 23. Ieri sono stati processati 115 tamponi, di cui nove sono risultati positivi ma solo due rappresentano nuovi casi mentre gli altri sette si riferiscono a conferme di positività già accertate. Sale così a 232 il numero dei positivi con due contagiati in città, dove il numero dei casi passa da 82 a 84. Resta, invece, fermo a 93 il numero complessivo delle guarigioni.
In seguito all'aumento della curva dei contagi nella provincia di Benevento, ieri mattina al Palazzo di Governo si è riunito nuovamente in videoconferenza il Centro coordinamento soccorsi, presieduto dal prefetto Francesco Cappetta, con il compito di monitorare l'andamento epidemiologico del Covid sul territorio.
«In molti dice il sindaco Clemente Mastella - mi chiedono di multare i trasgressori, ed è giusto, ma più di questo valgono le risposte educative dei genitori, della scuola e di chiunque svolga compiti pedagogici. Intanto, abbiamo bisogno di medici e non capisco il numero chiuso per l'accesso, abbiamo bisogno di farmaci, che stentano ad arrivare, e di ospedali attrezzati. Se poi tutti siamo responsabili, i giovani in particolare, il contagio avanzerà in misura minore e le attività economiche e sociali andranno avanti. Dobbiamo esserlo non soltanto a scuola o dove lavoriamo, ma durante l'intera giornata. Questo è il mio pacato invito, più che da sindaco, da padre, da nonno, da cittadino. Stamattina nell'incontro in Comune valuteremo cosa fare nei prossimi giorni, evitando di chiudere sia le scuole che gli esercizi commerciali. In un incontro con l'Anci, ho chiesto interventi mirati ad aiutare gli esercenti in difficoltà. La preoccupazione c'è ed è legata anche a tutte le persone che vengono a Benevento per lavoro da comuni di altre province in cui ci sono focolai in atto».