Sarà un Halloween di lotta. Ma i lumini che comparirannno sabato sera in corso Garibaldi in mano a camici bianchi non avranno niente di ultraterreno. Sarà la «Notte dei fantasmi e degli invisibili» come è stata battezzata la manifestazione promossa dal movimento «Ristoratori - Commercianti - Autonomi uniti» che da una settimana ormai dà vita alla denuncia delle gravi conseguenze provocate dalle restrizioni alle attività economiche. Due i momenti in programma: alle 18.30 in piazza Torre (chiesa di San Bartolomeo) parola agli esercenti con il focus tematico «La morte del commercio locale». Alle 21.30, stessa location ma discorso allargato al variegato mondo dei «non garantiti», ovvero quanti quotidianamente pagano il conto delle iniquità socio-economiche che la pandemia sta rivelando. Sacche di disagio alle quali nemmeno i ristori annunciati dal Governo daranno risposte risolutive secondo i promotori della manifestazione: «Sono insufficienti, escludenti e parziali in relazione all'entità della crisi economica e sociale che attraversa il Paese - spiega Pasquale Basile - Gli aiuti previsti sono un mero ristoro per novembre ma non tengono conto che già da un mese le attività commerciali lavorano al 40 per cento. Riteniamo vergognosa inoltre la distinzione adottata dal Governo sulla base dei codici Ateco nell'erogazione degli aiuti a fondo perduto che esclude il mondo della ristorazione senza somministrazione. Questa crisi economica e sociale non è circoscritta al commercio ma ormai la condizione comune di tutte le categorie non garantite che con il nuovo lockdown rischiano di vivere sotto la soglia di povertà. Servono erogazioni dirette di reddito, sussidi continuati alle piccole imprese, sostegni agli affitti, stop di pagamenti e bollette». «Per questi motivi - conclude il portavoce della mobilitazione - saremo in piazza sabato sera invitando tutte le categorie colpite dalla crisi, tutti i non garantiti a partecipare per far valere il proprio diritto ad esistere».
LEGGI ANCHE Napoli, l'ospedale San Giovanni Bosco diventa Covid Center
Sul crinale tra epidemiologia ed economia anche le considerazioni rese ieri da Clemente Mastella: «Sono più di 3000 i contagiati in Campania.
E il sindaco non ha mancato di lanciare un avvertimento a quanti da oggi si recheranno in visita al cimitero: «Ho dato possibilità di onorare, come è tradizione, i nostri defunti. Ma se dopo il primo giorno il report dei vigili mi dirà che non c'è stato distanziamento ma assembramento, chiuderò il cimitero». Toni che suscitano le immancabili polemiche: «Mastella minaccia di chiudere il cimitero in caso di assembramenti? Il primo cittadino dovrebbe evitarli - stigmatizza il consigliere comunale Antonio Puzio - e garantire ai cittadini di commemorare i propri defunti senza essere terrorizzati psicologicamente con notizie di numeri di contagiati parziali date senza specificare su quale campione e quali siano gli asintomatici. Mastella non può certo sapere lo stato d'animo dei lavoratori impegnati nel settore che hanno acquistato già fiori e suppellettili funebri da vendere, rischiando di non poter guadagnare neanche in questa occasione dopo mesi di secca».