Covid, finti vaccini a Napoli:
indagata un'altra donna nel Sannio

Covid, finti vaccini a Napoli: indagata un'altra donna nel Sannio
di Enrico Marra
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 07:48 - Ultimo agg. 17:40
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Ai due docenti sanniti indagati per le false vaccinazioni all'hub Napoli se ne è aggiunto un terzo. Si tratta della sorella dell'insegnante della valle Telesina. Lui 34 anni (non 59 come trapelato inizialmente), lei 25 ma attualmente lontana dal Sannio. Ieri mattina il loro legale Ettore Marcarelli ha presentato al Tribunale del Riesame di Napoli un'istanza contro il sequestro del telefonino effettuato nel corso di una perquisizione effettuata dai carabinieri e disposta dalla Procura di Napoli che coordina le indagini. Un'istanza che, tra l'altro, consentirà al legale di verificare la posizione processuale dei suoi assistiti nell'ambito di questa inchiesta ed eventualmente designare un proprio perito se si dovrà procedere a una verifica sulla memoria del telefonino, per risalire a eventuali contatti avuti nei mesi precedenti con le due persone al momento ritenute responsabili: l'infermiere e un operatore socio sanitario dell'Asl Na1 che operavano presso il centro vaccinale della «Fagianeria» di Napoli. Una analoga decisione è stata presa ieri dal difensore Gerardo Giorgione che ha presentato l'istanza al Riesame per la sua assistita, una docente di 55 anni, residente in un paese alle porte del capoluogo e in servizio in città. Nei loro confronti il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Henry Johan Woodcock ha ipotizzato tre reati: concorso in corruzione, peculato e falso di documenti informatici.

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«Sarà la stessa magistratura a bloccare i Green pass rilasciati a seguito di una finta vaccinazione. Pertanto le tre persone coinvolte nel Sannio si trovano nella impossibilità di poter svolgere la loro attività lavorativa. Saranno poi loro a decidere se vaccinarsi o meno, con le conseguenze sancite delle norme», dice il direttore generale dell'Asl di Benevento Gennaro Volpe. Infatti c'è un altro aspetto, al di la di quello giudiziario, da tenere in considerazione. I due professori finora, utilizzando i Green pass rilasciati dopo la finta vaccinazione, hanno potuto svolgere la loro attività di insegnamento.

Le finte vaccinazioni, secondo l'accusa ricevute dopo il pagamento di 150 euro, risalirebbe al periodo compreso tra il 7 novembre dello sorso anno e il 10 gennaio di quest'anno. Ai legali, al momento, non risulta che i loro assistiti siano stati destinatari di particolari provvedimenti di sospensione dall'attività didattica. Le indagini sono in corso e il fatto che ben tre sanniti, tra l'altro residenti in zona diverse della provincia, abbiano ricorso agli stessi «falsari» della vaccinazione, residenti in altra provincia, fa ritenere che possa esservi qualche procacciatore in zona. E l'esame dei telefonini potrebbe al riguardo portare a qualche ulteriore incriminazione, essendo appunto gli inquirenti convinti che il fenomeno emerso avesse dimensioni più notevoli di quelle acquisite finora. Del resto il sostituto procuratore Woodcock è stato molto esplicito nel provvedimento con il quale sono state eseguite le perquisizioni nell'abitazione degli indagati finalizzate a reperire i supporti informatici: «Questa autorità - ha detto - pocederà celermente anche seguendo le indicazioni delle parti, in modo da operare una selezione altamente mirata e circoscritta degli atti rilevanti e funzionali all'ipotesi di reato in ordine al quale si procede prevedendone celermente la restituzione dei supporti sequestrati».

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