Crisi di governo, nuovo gruppo al Senato
ma senza lady Mastella: lite con la Rossi

Crisi di governo, nuovo gruppo al Senato ma senza lady Mastella: lite con la Rossi
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 28 Gennaio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 07:45
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«Mi hanno chiamato in piena notte per chiedermi se andava bene Europei-Maie. Ho detto sì senza problemi ma poi la mattina scopriamo che c'è il simbolo di Tabacci e non il mio». E allora? «E allora no: il gruppo fatevelo voi». Più che furioso Clemente Mastella è amareggiato.

Perché per giorni e giorni sta lì a lavorare per costruire il gruppo dei responsabili al Senato. Telefonate su telefonate. Viaggi su viaggi dalla sua Benevento a Roma e viceversa. E poi, ecco, il gruppo di rinforzo a palazzo Madama per Conte che si chiamerà «Europeisti-Maie-Centro Democratico». Risultato? Ieri mattina a Sandra Lonardo, senatrice ex Fi da mesi nel misto, gli passano il foglio da firmare per costituire il gruppo. «Una cosa veloce...firma qui, firma qui: come quando ti vogliono fare un pacco...» aggiunge l'ex ministro. Ed eccolo «L'imbroglio». Perché lì si scopre che nella notte hanno inserito, a insaputa dei Mastella, anche il simbolo di Tabacci. «Allora mettiamo anche il simbolo Noi Campani», è la richiesta che viene respinta. Niente da fare allora: lady Mastella non aderisce. Ed ecco un senatore in meno al gruppo. Tanto che è il Pd che deve prestarne uno (la friulana Tatiana Rojc) pur di formare il gruppo contiano. «Volevano fare i furbi...Ma ha fatto bene Sandra a tenere il punto», dice orgoglioso il marito.

Dietro una crisi travagliata non poteva che esserci anche la nascita travagliata del nuovo gruppo. Che poi, c'è da aggiungere, da solo e senza i renziani non basta a una maggioranza solida a palazzo Madama. Ma si sa i politici possono avere gelosie enormi. E a Mastella non va giù che ci sia il simbolo di Tabacci e non il suo. Anche perché, bisogna aggiungere, i due sono anni che non si sopportano: entrambi ex Dc ed entrambi da anni impegnati in progetti politici per recuperare la tradizione centrista. Ma mai assieme. E così stavolta. Si scopre quando ieri viene annunciato il nuovo gruppo di 10 senatori: Maurizio Buccarella, Adriano Cario, Andrea Causin, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Raffaele Fantetti, Tatjana Rojc, Gianni Marilotti, Ricardo Merlo, Maria Rosaria Rossi. «Il gruppo è costituito da senatori che - recita trionfale il comunicato - hanno una comune sensibilità europea ed hanno riconosciuto il ruolo fondamentale di Conte rispetto alla gestione della crisi».

Capogruppo è Fantetti, vice è Causin. E Sandra Mastella?

A Montecitorio iniziano a circolare voci di un litigio pesante tra lei e Maria Teresa Rossi, l'ex pasionaria berlusconiana che la settimana scorsa ha votato l'appoggio a Conte ed è stata cacciata da Fi. Raccontano di rivalità campanilistiche: la prima è nata Ceppaloni, la seconda a Piedimonte Matese, a sessanta chilometri appena ma dall'altra parte dell'appenino. Ma la geografia non c'entra nulla. È una questione di simboli e di visibilità. Alla Rossi, dicono sempre a Montecitorio, sarebbe stata promessa una carica di sottogoverno nel prossimo esecutivo. Mentre ai Mastella interessava una sola cosa: o un simbolo neutro o anche il logo di Noi Campani. O altrimenti nulla. «Alle ultime regionali in Campania noi abbiamo preso 102mila voti con un partito organizzato in pochi giorni, Centro democratico appena 76 mila. E altrove non gli è andata meglio», puntualizza Mastella con una punta di perfidia.

E il logo nel simbolo del gruppo dei costruttori non è cosa da poco. Non tanto la riduzione delle firme da raccogliere per presentarti alle prossime politiche quanto la visibilità. E il prestigio. Vuoi mettere? «Mica Sandra chiedeva di essere capogruppo...». 

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E così finisce con un senatore in meno. Che non è poco con i numeri risicati. «Io avevo solo proposto il nostro simbolo che rappresenta una realtà territoriale importante, con due consiglieri regionali e che ha ottenuto il doppio dei voti di Tabacci», aggiunge Sandra Mastella che lancia un'altra freccia avvelenata contro Tabacci. «Perché mica offendevamo nessuno. Quindi o mi accoglievano come componente politica, oppure tornavamo al progetto iniziale, con il solo Maie, che raccoglieva tutte le sensibilità politiche. Mi hanno fatto notare che non si poteva fare. E io - aggiunge - me ne sono andata». Ma ecco già la prima bocciatura al neo gruppo del Senato. «Vista la compagine che sedeva allo stesso tavolo, la vedevo dura che potesse nascere un progetto politico da un altro gruppo misto... Onestamente, io e De Falco non possiamo fare insieme un progetto politico», aggiunge la Lonardo che precisa: «Resto nel Misto dove ma sono pronta a dare la fiducia a un Conte ter». Tutto risolto? Macché perché puntualizza Clemente Mastella: «Ora Sandra però decide per canali suoi. Sosterrà Conte ma senza omogeneità politica è comunque libera. E c'è sempre un senatore in meno, non so se mi spiego».
Sì, s spiega bene Mastella: a palazzo Madama il brivido continua. Anche se si rincorrono le voci dell'ingresso di un paio di senatori in uscita da Fi. Anzi ieri sera ne arriva già uno: Luigi Vitali che annuncia «voto il Conte ter». 

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