Crisi idrica, è allarme nel Sannio:
«Ora vanno attivati i pozzi dell'Asi»

Crisi idrica, è allarme nel Sannio: «Ora vanno attivati i pozzi dell'Asi»
di Giuseppe Di Martino
Lunedì 11 Luglio 2022, 08:18
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«Abbiamo 11 pozzi all'Asi di Benevento che potrebbero fornire acqua industriale alle aziende di Ponte Valentino, e con un potabilizzatore anche quella potabile, ma per mancanza di risorse non possiamo attivarli. Ho scritto al presidente De Luca, al commissario di Governo Zes Romano, al vicepresidente Bonavitacola e all'assessore Marchiello affinché diano una mano al territorio». L'allarme sulla carenza idrica e sulla possibile soluzione per le aziende che ricadono nell'area industriale del Consorzio Asi è stato lanciato ieri dal presidente Luigi Barone, infiammando così il dibattito istituzionale sulla grave crisi idrica che sta colpendo anche il Sannio. «Il Consorzio Asi scrive Barone nella missiva inviata alla Regione e al commissariato Zes - è proprietario di undici pozzi ricadenti nell'agglomerato industriale di Ponte Valentino, così strutturati: un campo pozzi composto da cinque pozzi realizzati a una profondità che varia tra i 40 e i 50 metri, ubicati in zona Z5 dell'agglomerato, all'interno di un solo lotto; sei pozzi, di profondità oltre 20 metri, a utilizzo esclusivo di alcuni lotti e precisamente: Centro servizi collettivi, ex Centro direzionale, Intermode (scalo merci ferroviario), depuratore consortile, Rustici industriali e stazione di sollevamento Z1».

Insomma tra potenti ondate di calore, siccità e una crisi idrica fra le più gravi di sempre, lo scenario descritto è sempre più preoccupante. Ma quanto è grave la situazione e quali sono le soluzioni per superare lo stato di criticità che rischiano di palesarsi anche nel Sannio come già sta accadendo in diverse regioni italiane? Il presidente del Consorzio Asi nella lettera spiega che «purtroppo con l'evento alluvionale dell'ottobre 2015, i pozzi venivano fortemente danneggiati e il Consorzio non ha potuto provvedere al relativo ripristino, non disponendo di risorse finanziarie idonee. La potenzialità del solo campo pozzi (5) supera la portata di 12 litri al secondo, parliamo di un importante portata d'acqua».

Il Consorzio, così, ha programmato il ripristino dei pozzi prevedendo le seguenti attività: ripristino della funzionalità dei pozzi; realizzazione di un campo fotovoltaico per l'alimentazione elettrica delle pompe di emungimento; veicolazione e potabilizzazione dell'acqua emunta al serbatoio esistente, attualmente alimentato dall'acquedotto Biferno; distribuzione dell'acqua attraverso rete esistente all'intero agglomerato industriale di Ponte Valentino. Per Barone la realizzazione degli interventi descritti porterebbe all'agglomerato i seguenti vantaggi: una diminuzione dei costi di approvvigionamento idrico per le aziende insediate a Ponte Valentino, soprattutto per quelle che hanno forti consumi idrici; l'agglomerato verrebbe gestito attraverso un sistema idrico integrato autonomo e indipendente da forniture esterne; l'attuale risorsa idrica utilizzata dall'agglomerato, proveniente dall'acquedotto Biferno andrebbe a incrementare la risorsa idrica della città di Benevento, anche in considerazione del momento storico caratterizzato da una forte crisi idrica, che investe l'intero territorio nazionale».

Una rete duale, quindi, potabile e industriale, mai utilizzata probabilmente per mancanza di esigenze.

Le aziende per portare al termine il ciclo produttivo attingono dall'acqua potabile, mentre le altre che dovranno portare al termine il ciclo industriale possono utilizzare l'acqua industriale. «Con la riattivazione dei pozzi - sottolinea Barone - possiamo raggiungere un duplice obiettivo: da una parte servire l'acqua industriale alle aziende a un costo ragionevole rispetto a quello attuale, anche del 50% in meno; dall'altro ridurre l'attingimento dell'acqua potabile per consentire alla città di Benevento di riceverla. Questa crisi idrica ci obbliga a pensare a soluzioni per quest'anno ma anche per il futuro».

Nella penuria d'acqua gioca un ruolo la gestione della rete idrica. Ecco perché Barone spinge sull'acceleratore per promuovere un piano straordinario di modalità di utilizzo delle sempre minori risorse idriche disponibili. «Da decenni - conclude - ci portiamo dietro sprechi, dispersioni e inefficienze. I problemi principali sono legati alla dispersione delle reti idriche. In alcuni comuni del Sannio c'è una dispersione della rete pari all'80%. Le fonti, quindi, si perdono principalmente nelle campagne e nei fiumi. Bisogna ragionare con il governo su un piano straordinario per la risorsa, monitorando comune per comune le fonti che ci sono e l'erogazione al secondo e capendo se queste fonti possono essere utilizzate per uso anche civile».
 

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