De Girolamo, giallo Fi a Bologna: «Un piano per metterla fuori»

De Girolamo, giallo Fi a Bologna: «Un piano per metterla fuori»
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 7 Marzo 2018, 08:39 - Ultimo agg. 09:33
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Prima la corsa thrilling da Benevento a Bologna per essere catapultata nel collegio emiliano dopo l'esclusione da capolista in Campania, ora anche la non elezione in Emilia Romagna assume le pieghe di un film giallo per Nunzia De Girolamo. La parlamentare sannita non sarà in Parlamento, le sono mancati una manciata di voti per riprendersi uno scranno a Montecitorio: colpa, ancora una volta, del «fuoco amico» proveniente dal suo stesso partito. A denunciare il complotto ai danni di De Girolamo è stato l'ex consigliere regionale in Emilia, Manes Bernardini, che sul proprio profilo Facebook ha pubblicato una mail ricevuta nella sua casella di posta che comproverebbe il piano per eliminare scientemente l'ex ministra.

«Per Forza Italia si legge nel testo sono candidati De Girolamo a Bologna e Bignami in Romagna. Solo uno dei due verrà eletto. I voti dei tanti sostenitori bolognesi di Bignami rischiano di far eleggere la De Girolamo, impedendo così l'elezione di Bignami stesso. In altre parole: vuoi Bignami in Parlamento? Per assurdo non devi votare Forza Italia a Bologna sulla scheda rosa. Un consiglio? Votare alla Camera per un altro dei partiti della coalizione di centrodestra e votare Forza Italia al Senato». Un piano, per quanto machiavellico, riuscito alla perfezione. I risultati diranno che De Girolamo è fuori dal Palazzo, mentre Galeazzo Bignami è riuscito ad essere eletto.

Eppure tutti i protagonisti della vicenda preferiscono mantenere le bocche cucite, nessuna dichiarazione da parte di Bignami, mentre De Girolamo preferisce non agitare ancora le acque nel partito dopo il polverone già sollevato ai tempi della chiusura delle liste quando fu costretta ad una folle corsa verso Bologna per accettare la candidatura in quel collegio.
 
L'ormai ex parlamentare beneventana si era spesa tanto in campagna elettorale nel capoluogo emiliano, aveva preso casa in Strada Maggiore e sui propri canali social postava ogni giorno un'iniziativa diversa. Cene, incontri, partite di basket e tour nelle tante aziende agricole della regione dove si mostrava sorridente mentre assaggiava la locale mozzarella, di certo non buona come quella campana. Un boccone amaro, ma sicuramente non quanto l'esclusione da Montecitorio, soprattutto se la reale motivazione della non elezione fosse quella mail inviata a migliaia di contatti sul territorio dal suo stesso partito.

Un «fuoco amico» a cui la pasionaria beneventana era ormai abituata, ma forse non pensava che all'interno di Fi riuscissero ad arrivare ad escogitare piani così diabolici pur di danneggiarla. Il mese scorso, poche ore prima della presentazione delle liste, De Girolamo apprese da un messaggio notturno che non era stata inserita tra i capilista in Campania. Accusò i vertici campani di Forza Italia di aver manomesso le liste senza consultare Berlusconi, ne seguì un blitz ad Arcore dove in fretta e furia incontrò Niccolò Ghedini che riuscì, non senza fatica, ad assegnarle in extremis un paracadute in Emilia nel collegio bolognese a spese di Fulvio Martusciello.

Nell'occhio del ciclone finirono il coordinatore campano, Mimmo De Siano, ma pure Mara Carfagna, Paolo Russo, Luigi e Armando Cesaro. De Girolamo chiese pubblicamente che, a elezioni concluse, saltasse la poltrona di coordinatore di De Siano. Nel partito campano non hanno infatti mai perdonato a De Girolamo la sua precedente adesione al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano che valse alla parlamentare campana il dicastero all'Agricoltura nel governo Letta. Poi le dimissioni da ministra e il ritorno all'ovile per preciso volere di Berlusconi che infatti ne incoraggiava spesso le ospitate in tv. De Girolamo era stata inserita al secondo posto nel collegio plurinominale di Benevento/Avellino dove è scattato il seggio solo per il capolista Cosimo Sibilia.

Ora resterà da capire se il leader di Fi, sicuramente preso in queste ore dalle beghe post-voto scoppiate all'interno della sua coalizione con il sorpasso subito a sorpresa da Matteo Salvini, avrà il tempo di risolvere anche queste altre grane. E se in Forza Italia ce ne sono in molti a gongolare per la disavventura occorsa a De Girolamo, c'è anche qualche parlamentare che definisce la vicenda «un omicidio politico». Un delitto di cui sembrano esserci tutte le prove, ma che nel caos post-elettorale di questi giorni potrebbe non trovare nessun colpevole pagare per il misfatto né alle pendici del Vesuvio e tantomeno all'ombra della Torre degli Asinelli.
 
 
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