De Gregorio e Viparelli lasciano,
Samte decapitata: senza vertici

De Gregorio e Viparelli lasciano, Samte decapitata: senza vertici
di Gianni De Blasio
Venerdì 29 Marzo 2019, 12:30
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Samte decapitata. La società partecipata della Provincia è da ieri senza testa: si sono dimessi sia l'amministratore unico Domenico De Gregorio che il direttore tecnico-amministrativo Paolo Viparelli. Un fulmine a ciel sereno, in quanto dalla riunione tenuta l'altra sera alla Rocca con il nuovo Consiglio provinciale non era emerso alcunché che potesse ipotizzare un simile epilogo. Peraltro, a soli pochi mesi dalla nomina a presidente di De Gregorio, incaricato a fine settembre, dopo le dimissioni del predecessore Fabio Solano. De Gregorio motiva la decisione con «il sopraggiungere di situazioni che mi impediscono di svolgere al meglio il mio mandato», pertanto rassegna dimissioni immediate e irrevocabili. Motivazioni che il presidente Antonio Di Maria dice di non conoscere con precisione, pur se ammette che De Gregorio una mezza frase gliela aveva anticipata, ma per cause di ordine personale. «Non così, invece, Viparelli, che non mi ha detto delle dimissioni». De Gregorio, però, premessa l'inesistenza di alcuna polemica con la Provincia, spiega che trattasi di «un messaggio per far comprendere che la situazione è di enorme importanza e va risolta nel più breve tempo possibile».
 
La Samte deve gestire i siti, le discariche che costano 1,7 milioni all'anno, deve sostenere una serie di costi, «non possiamo più andare avanti, restare è inutile». Che la situazione della Samte sia gravissima lo aveva rimarcato pure Di Maria («Solo il disavanzo 2018 ammonta a 2,3 milioni»), che per stamattina ha riconvocato consiglieri e tecnici: «Spero che già nella riunione, si prenda coscienza che il problema va affrontato con i fatti», dice De Gregorio. Nel corso del vertice di stamani, Di Maria dovrebbe annunciare pure l'importo della tariffa: «Penso che, ricorrendo a soluzioni alternative, riusciremo a contenerla agli stessi livelli dello scorso anno (199,03 euro per tonnellata oltre Iva, ndr)», anticipa il presidente. Ma riecco De Gregorio: «Siamo riusciti a sopravvivere grazie al recupero di parte del credito dai Comuni, incassando 1,7 milioni, risorse comunque insufficienti».

Perché c'è da gestire i siti, le discariche, manutenere lo Stir e le discariche, un milione di euro costa solo la raccolta del percolato. «Per questo, occorre un intervento diretto di Provincia o Regione, oppure un aumento della tariffa. Il combusto, circa mille tonnellate, è ancora lì, coperto e messo in sicurezza. Dopo l'incendio abbiamo evacuato, portandole ad Acerra, circa 8.800 tonnellate di frazione secca tritovagliata. Ci sono ancora quantitativi di rifiuti da smaltire nel più breve tempo possibile, anche per questo occorrono risorse. Abbiamo progettato la variante all'intervento di 950mila euro appaltato dalla Provincia, ci consentirà di riattivare una linea dello Stir già per settembre-ottobre. Abbiamo elaborato una relazione dettagliata per il futuro, mi riferisco al progetto dell'umido già finanziato dalla Regione, occorre trasformare uno Stir per ospitare i rifiuti ingombranti. Intanto, stiamo appaltando i lavori per la discarica di S. Arcangelo, che potrebbe risolvere le problematiche dell'intero territorio, in quanto vi potrebbe essere lavorata la frazione secca tritovagliata, stabilizzata e raffinata per cui non è più un rifiuto. Inoltre è quasi terminata la perizia dei danni allo Stir, ammontano a circa 1,7 milioni, ora vedremo quanto l'assicurazione ci riconoscerà».

Cosimo Pagliuca della Uil si dice amareggiato per la decisione di De Gregorio: «Avevamo chiesto una ricapitalizzazione dell'azienda, la Provincia si è tirata indietro, spero che all'incontro di domani (oggi, ndr) sia presente pure De Gregorio. Auspico, anzi, che il presidente Di Maria possa fornirgli tutte quelle garanzie atte a fargli riconsiderare la sua decisione».
 
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