De Luca, il ritorno dello sceriffo:
«Accattonaggio organizzato dai clan»

De Luca, il ritorno dello sceriffo: «Accattonaggio organizzato dai clan»
Domenica 23 Settembre 2018, 16:12 - Ultimo agg. 23:46
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Spaccio di droga, prostituzione ma anche «l'accattonaggio molesto davanti ai supermercati e alle farmacie». Fenomeni «intollerabili» secondo il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che - non per la prima volta nella sua carriera - passa dalle parole ai fatti, fa fermare la sua auto di servizio e a via Quaranta, a Salerno, intercetta un nigeriano all'esterno di un supermercato per farlo portare via dai vigili urbani. «L'accattonaggio degli extracomunitari è un fenomeno organizzato dalla criminalità», afferma. E a chi nel Pd sobbalza, replica sferzante: «Cerco di interpretare i sentimenti delle persone normali. Molti dirigenti del Pd sembrano dei marziani, qualcuno è anche imbecille. Come diceva Goethe, non c'è nulla di più terribile dell'ignoranza attiva. Pertanto un imbecille attivo è un problema serio».

«Ho trovato assolutamente sgradevole e inaccettabile una descrizione fatta di una vicenda che mi ha coinvolto. De Luca non ha allontanato nessuno che chiedeva l'elemosina. La versione corretta è questa: De Luca ha chiamato la Polizia municipale e ha fatto allontanare uno degli innumerevoli extracomunitari privo di documenti, che, con atteggiamenti strafottenti, irriverenti e provocatori (in alcuni casi hanno aggredito e ferito le forze dell'ordine) esercitano attività di accattonaggio molesto. Questa è la versione reale e obiettiva dell'episodio» scrive il governatore su Facebook. «Nel caso specifico l'extracomunitario privo di documenti è stato portato al Comando della Polizia Municipale per l'identificazione ed è stato multato con una sanzione di 250 euro. Che ovviamente non pagherà. Lo ritroveremo, essendo totalmente impotenti, domani o dopodomani davanti allo stesso supermercato - conclude - a svolgere con le stesse modalità, la stessa attività organizzata».

Laureato in filosofia, 69 anni, da tre presidente della Regione, De Luca era noto a Salerno come «sindaco sceriffo». Scendeva in strada con la pulizia municipale per le retate contro spacciatori e lucciole: una di queste, romena, gli diede uno schiaffo rompendogli gli occhiali. Da sempre fautore della tolleranza zero, nelle ultime settimane ha moltiplicato i suoi interventi sulla questione migranti. Alla festa dell'Unità di Ravenna ha lanciato l'allarme sulle «bande di nigeriani che occupano militarmente i territori», come il litorale casertano o il quartiere Vasto, a Napoli, creando uno scenario di «atteggiamenti violenti e alcolismo a livelli intollerabili».

Al collega di partito Minniti riconosce il merito di aver frenato gli sbarchi, ma - dice oggi il governatore alla festa Dem di Telese, nel Beneventano - «sulla sicurezza urbana siamo a zero». A suo dire servono «umanità e spirito di equilibrio», non ci si può rifiutare di soccorrere «esseri umani in pericolo di vita». Ma il Pd, insiste, non può non porsi il problema della sicurezza: «Una forza progressista che non ne parla è inutile. Tra la sicurezza dei miei figli e la bandiera di partito, scelgo la prima». I suoi oppositori lo accusano di voler cavalcare l'onda leghista per recuperare consensi in vista di una possibile ricandidatura nel 2020. Lui fa spallucce, tira dritto e pungola le forze dell'ordine: «Gruppi di extracomunitari partono spesso in bus da Napoli verso Salerno, c'è il sospetto che portino droga per spacciarla. Mi permetto di sollecitare le questure affinché li controllino uno per uno».
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