Delitto Matarazzo, test del dna
per il padre della 15enne suicida

Delitto Matarazzo, test del dna per il padre della 15enne suicida
di Enrico Marra
Martedì 12 Febbraio 2019, 08:41 - Ultimo agg. 10:59
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Dopo l'autopsia sul corpo di Giuseppe Matarazzo, il pastore di 45 anni ucciso il 19 luglio dello scorso anno a colpi di pistola a Frasso Telesino sono scattati gli esami biologici. E in base a questi ulteriori approfondimenti ieri il perito, l'anatomopatologo Ciro di Nunzio, che ha già proceduto ad esaminare alcune cicche di sigarette e un rametto sequestrati la sera del delitto, ha effettuato un tampone anche sulle mucose della bocca di Lucio Iorillo, 59 anni, padre della ragazza di 15 anni suicida e che da tempo risulta indagato. Si punta a verificare se vi sono tracce del Dna dell'uomo sui reperti sequestrati dopo il delitto.
 
Il suicidio della ragazza aveva fatto scattare per Giuseppe Matarazzo una condanna a undici anni e sei mesi. Infatti l'uomo, che aveva sempre respinto le accuse, era stato ritenuto colpevole di abusi sessuali sulla ragazza. L'autopsia sul corpo di Matarazzo a cui aveva presenziato anche il perito balistico Giuseppe Cristofaro, incaricato dalla stessa procura, e il medico legale Michele Selvaggio designato dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia, legali della famiglia, era stata eseguita dal medico legale Emilio D'Oro e le conclusioni sono da alcuni giorni al vaglio della Procura. Ora si attende che Di Nunzio consegni questi ulteriori test per un bilancio conclusivo sugli apporti che i vari rilievi possono dare allo sviluppo delle indagini. Per farlo Di Nunzio ha un termine di sessanta giorni.

Matarazzo come si ricorderà fu ucciso con due colpi di pistola esplosi da distanza avvicinata, con una pistola magnum. Ad agire due killer. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino hanno portato finora agli arresti di Giuseppe Massaro, 56 anni, di Sant'Agata dei Goti, e di Generoso Nasta, 31 anni di San Felice a Cancello. Entrambi si erano dichiarati estranei al delitto anche se le loro ricostruzioni al momento non hanno fatto breccia nell'apparato investigativo. Inoltre i carabinieri la scorsa settimana su disposizione del magistrato hanno anche sequestrato la somma di poco superiore a 13mila euro sul conto corrente della figlia di Massaro, convinti che il denaro rappresenterebbe parte della somma che il padre avrebbe percepito in virtù del proprio coinvolgimento nell'organizzazione e nell'esecuzione dell'omicidio. Il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Sansobrino e il comandante del Reparto operativo provinciale, il colonnello Alfredo Zerella, infatti, sono impegnati a individuare altri elementi che hanno preso parte al delitto convinti che l'omicidio ha visto il coinvolgimento di almeno quattro o cinque persone. Inoltre c'è da fare chiarezza sul movente. Su questo fronte solo ipotesi. Massaro e Nasta sono difesi dagli avvocati Alessandro Della Ratta e Orlando Sgambati.
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