Enza, morta a 20 anni: la lettera
della gemella e lo strazio degli amici

Enza, morta a 20 anni: la lettera della gemella e lo strazio degli amici
di Antonio Martone
Mercoledì 31 Agosto 2022, 08:20 - Ultimo agg. 14:22
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«Martedì scorso, il giorno della sua partenza con il gruppo top di Junior Achievement Italia, alla volta della Francia per un evento-convegno, le avevo chiesto di restare a casa, visto che era il nostro compleanno ed essendo gemelle festeggiamo insieme. Lei ha scelto di partire. Credeva molto a questa iniziativa. Avevano partecipato, oltre che a varie riunioni anche ad una competizione internazionale, aggiudicandosi la medaglia d'oro». Sono le parole di Paola Cappabianca, gemella della sfortunata Enza morta domenica a Gnosca in Svizzera, a causa del ribaltamento del furgone che trasportava i 6 studenti modello. Stavano tornando in Italia dopo aver visitato anche la sede del Parlamento europeo di Strasburgo. Tutto il Sannio è sconvolto per la tragedia, non solo Beltiglio di Ceppaloni, dove vive la famiglia. Enza che si doveva iscrivere al secondo anno di Scienze Statistiche Attuariali, era un punto di riferimento per tutti. «Una ragazza buona e altruista. Era diventata dice l'amico Glauco Rampone - una specialista del mondo dell'imprenditoria giovanile e delle start up». 

Il messaggio struggente della sorella Paola ha contribuito a far crescere la commozione generale. Questo il testo: «Nella mia testa riecheggia quella voce fredda al telefono: Enza Cappabianca nata il 23 agosto del 2002, ci duole informarvi che è deceduta. Una settimana fa abbiamo compiuto 20 anni e io non vedevo l'ora di poter festeggiare questo importante traguardo con te. In soli 20 anni hai realizzato tantissimi progetti, avevi mille idee e hai sempre saputo gestire qualsiasi tipo di situazione, eri poliedrica o come dicevi tu multitasking. Sei stata una persona buona, sincera, divertente, empatica, professionale, per te nessuno doveva restare indietro e nessuno doveva sentirsi escluso. Io e te siamo cresciute insieme ma abbiamo sviluppato personalità distinte e uniche tra di loro; fin dalla prima elementare abbiamo frequentato sezioni diverse e grazie a questa scelta dei nostri genitori abbiamo conosciuto tantissime persone fantastiche, poiché ogni mio amico era anche tuo e viceversa. Il problema della solitudine non si poteva mai porre: a parte tutti i nostri amici, io avevo te e tu avevi me. Sei sempre stata l'unica certezza che la vita mi ha donato. Tu studiavi a Benevento e io a Napoli, seppur stanca la sera mi aspettavi alla stessa fermata dell'autobus alla solita ora, e io continuerò ad aspettare che tu torni da questo lungo e purtroppo doloroso viaggio. Oggi mi guardo allo specchio, e vedo il tuo viso, i tuoi occhi, il tuo naso, l'unica cosa che mi manca sono i tuoi bellissimi ricci rossi. Continuerò a vivere per entrambe, realizzerò i tuoi sogni e i tuoi desideri, diffonderò la tua storia ovunque affinché qualcuno possa vederti come ti vedo io, un vero exemplum. Oggi è strano per me pensare di non poter condividere più nulla con te (...). Ti amo Enza e non smetterò mai di farlo perché il nostro legame rimarrà indissolubile. Ti lascio una poesia che descrive il nostro rapporto: Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto». 

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Il professore pluripremiato Carlo Mazzone, suo mentore, ha svelato che Enza insieme a Mimmo Ialeggio ed a Manuel Sorrentino, che facevano parte del gruppo dei 6 studenti in viaggio, stava scrivendo un libro sull'imprenditorialità che si realizza a scuola. «Questa immane disgrazia racconta Mazzone ci darà una ulteriore spinta a completare il lavoro e prometto che il libro uscirà con lo sforzo di tutti in nome di Enza per regalare speranza a tutti.

Lei era una ragazza speciale, al servizio di tutti, era una parte attiva della scuola dove veniva tutti i giorni anche dopo aver conseguito il diploma». 

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