Bomba carta davanti al supermercato,
esplosione e paura: l'ombra del racket

Bomba carta davanti al supermercato, esplosione e paura: l'ombra del racket
di Enrico Marra
Mercoledì 31 Marzo 2021, 09:19
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Bomba carta fatta esplodere davanti al supermercato «Eurospin» in contrada Pontecorvo, alla periferia della città. La pista privilegiata è quella di un atto intimidatorio a scopo estorsivo. La deflagrazione del potente ordigno, poco dopo le 23 di lunedì, ha suscitato allarme nelle case adiacenti la struttura commerciale. E sono stati proprio gli abitanti della zona ad allertare le centrali operative del 112 e del 113. Sul posto sono giunti i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Benevento e gli agenti dell'istituto di vigilanza privata «Il poliziotto notturno», anche loro avvisati tramite telefonate giunte alla centrale operativa, perché gli allarmi collocati nella struttura dove è depositata la merce, non sono entrati in funzione. Un rapido sguardo al piazzale antistante del supermercato ha consentito di notare che l'ordigno era stato collocato nell'area riservata al parcheggio dei clienti vicino a un dissuasore in cemento. I carabinieri hanno repertato dei calcinacci, un macchia nera sull'asfalto e frammenti dell'ordigno. Questi ultimi sono stati raccolti per essere sottoposti ad analisi e per poter risalire al tipo di esplosivo adoperato per confezionare l'ordigno. A differenza di analoghe esplosioni avvenute in città questa volta è rimasta qualche traccia. Un elemento di novità, che potrebbe spingere a valutare l'ipotesi che gli autori abbiano adoperato un ordigno più sofisticato.



Sul posto è giunta anche la responsabile della struttura commerciale, una 53enne beneventana. Ascoltata dagli inquirenti avrebbe sostenuto di non essere al corrente di minacce o atti d'intimidazione ma chiaramente l'attenzione degli inquirenti, se come tutto lascia pensare si tratta di un atto d'intimidazione, sarà rivolta verso i vertici della struttura che fa capo al gruppo casertano Balletta. Gli «Eurospin» presenti in città sono quattro. In passato sono finiti nel mirino dei rapinatori ma finora non risultano atti intimidatori. Probabilmente la criminalità aveva trascurato queste attività commerciali che presuppongono contatti con aziende operanti in località diverse e quindi non facilmente raggiungibili per il pagamento di tangenti.

In altre località, non sannite, invece, in passato c'è stata l'esplosione di ordigni finalizzati a scardinare le casseforti. In questo caso tale ipotesi è stata accantonata, tenuto conto che non è stata raggiunta neppure la saracinesca dell'ingresso. Resta solo l'ipotesi di un atto intimidatorio. Escluso anche un atto vandalico tenuto appunto conto del tipo di ordigno.

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Pertanto s'ipotizza che il malvivente (o i malviventi) ha fatto ricorso a un ordigno con miccia a lenta combustione, lanciato forse all'interno del piazzale attraverso le sbarre della recinzione. Una volta che la bomba è esplosa c'è stato tutto il tempo per allontanarsi dalla zona periferica della città. Tra l'altro chi ha agito era consapevole di farlo nonostante vigesse il «coprifuoco». Ma le indagini possono contare anche su alcune immagini riprese dalle telecamere presenti sul piazzale come segnalato da numerosi cartelli che avvisano dell'esistenza della videosorveglianza. Ora bisogna verificare se coloro che hanno collocato l'ordigno hanno fatto in modo da non essere inquadrati dalla telecamere o hanno agito con il volta travisato. L'attentato potrebbe confermare i timori espressi dalle varie istituzioni del rischio di una recrudescenza dell'attività delinquenziali dovute alla pandemia. Il Covid infatti ha messo in difficoltà gran parte delle tradizionali attività commerciali che in passato erano solite versare denaro alla malavita. Quindi gli obiettivi della criminalità cambiano. Ora finiscono con il concentrarsi su quelle attività, come i supermercati, tra le poche aziende rimaste sempre aperte e che hanno visto un incremento degli incassi.

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