Il giallo di Benevento: «Mario è morto
alle 13 ma l'anima vagava ancora in casa»

Il giallo di Benevento: «Mario è morto alle 13 ma l'anima vagava ancora in casa»
di Enrico Marra
Giovedì 20 Febbraio 2020, 09:30 - Ultimo agg. 12:50
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Un fiume in piena, molti particolari ma anche frasi senza senso. Così Pierina Gogliucci, 64 anni, originaria del salernitano, ma residente a Grottaminarda, centro dell'Avellinese, ha ricostruito davanti al Gip Gelsomina Palmieri la sua vita con Mario Rocco Castellano, 85 anni, del quale sabato notte aveva abbandonato il corpo senza vita in una piazzola poco distante dall'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale «Rummo». «È morto nella nostra casa di Grottaminarda - ha detto la donna - poi dopo alcune ore l'ho trasportato in auto fino a Benevento. Aveva espresso il desiderio di essere condotto al «Rummo». Ho anche pensato che al pronto soccorso dell'ospedale dove era stato più volte curato lo riconoscessero subito. Mi sono poi allontanata lasciandolo in strada perché temevo che quelli del pronto soccorso avessero da ridire sul mio comportamento». Nell'interrogatorio, durato circa un'ora e svoltosi presso la struttura psichiatrica del l'Asl, presente il suo difensore Gerardo Giorgione, ha anche aggiunto che il decesso risaliva alle 13 di sabato.

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Perché aveva fatto trascorrere del tempo prima di condurlo a Benevento? «Perchè nel momento della morte per alcune ore l'anima vaga nella casa e il corpo non va mosso». Una delle frasi che ha fotografato le particolari condizioni mentali della donna oggetto del resto di una documentazione esibita dal suo legale e attestante che è in cura presso il presidio di salute mentale dell'Asl di Ariano Irpino. Gogliucci ha poi aggiunto di aver fatto tutto da sola nel trasporto della salma. Una ricostruzione che aveva già fatto ai poliziotti della Squadra Mobile subito dopo il suo fermo avvenuto domenica pomeriggio dopo che erano state visionate le immagini di una telecamera. Alla figlia di 22 anni, che studiava in un'altra ala della casa, avrebbe solo detto che trasportava l'uomo in ospedale. Per trascinarlo in auto lungo le scale di casa si era avvalsa anche di una bacinella in cui aveva collocato il corpo di dimensioni e peso ridotti. La donna ha anche dichiarato che aveva accudito in modo adeguato l'uomo sostenendo che era stato praticamente abbandonato dagli altri familiari. Il sostituto procuratore Marilia Capitanio ha chiesto al Gip la custodia in carcere per la donna.

LA PERIZIA
Il difensore Giorgione ha invece richiesto una immediata perizia psichiatrica e la permanenza presso la struttura sanitaria attuale per evitare che possa avere in carcere momenti di alterazione psichica tali da farle mettere in pratica atti autolesionistici. Nelle prossime ore il gip Palmieri adotterà le sue decisioni. Nel pomeriggio il sostituto procuratore Capitanio ha conferito l'incarico dell'autopsia al medico legale Lamberto Pianese che ha chiesto un termine di sessante giorni per riferire le conclusioni al magistrato che coordina le indagini. Al conferimento dell'incarico era presente anche l'avvocato Roberto Pulcino che assiste il fratello dell'anziano deceduto Nicola Castellano che risiede a Milano e due nipoti che in questa fase non hanno nominato nessun perito per assistere all'esame autoptico.

I DUBBI
Il sostituto procuratore ha posto al medico legale alcuni quesiti, in particolare l'ora del decesso in rapporto a quella del ritrovamento in via Pacevecchia, e anche la natura di una ecchimosi sovraorbitale. L'esame autoptico è andato avanti ieri sera fino alle 19 e a quanto pare non sarebbero emersi segni di violenza. Ora bisognerà attendere l'esito di alcuni esami tra cui quello istologico per una reale definizione dell'accaduto.

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