Hortus Conclusus,
dubbi Pd sulla donazione

Hortus Conclusus, dubbi Pd sulla donazione
di Gianni De Blasio
Sabato 2 Marzo 2019, 12:00
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Tutti d'accordo, tranne il Pd. Sostanzialmente, nessuno mette in discussione la necessità di definire una volta e per tutte la questione dell'Hortus Conclusus, valorizzando al meglio le opere ivi realizzate dal Maestro Mimmo Paladino. Cadute le perplessità su alcuni punti del regolamento, anche ieri, nel corso dei lavori delle commissioni Cultura e Finanze, riunite in seduta congiunta, sono rimasti inalterati i dubbi circa l'accettazione della donazione. E, infatti, Francesco De Pierro e Italo Di Dio si sono differenziati, astenendosi, in ordine alla discussione in consiglio. «Occorre distinguere tra diritto patrimoniale e diritto d'autore spiega il capogruppo Pd -. Il Comune, proprietario del complesso ex Convento San Domenico, con l'annesso orto, decise un autonomo intervento sull'orto con l'installazione di un complesso scultoreo ideato dal Maestro Mimmo Paladino. Intervento che fu deliberato sul presupposto che l'ideazione del complesso scultoreo e l'attività artistica erano offerti gratuitamente da Paladino. L'ente, per la realizzazione dell'Hortus Conclusus, spese circa un miliardo di lire sia per il complesso scultoreo e sia per il contesto di opere di sistemazione e valorizzazione dell'area in cui il complesso scultoreo veniva a essere inserito». L'attività di Paladino, sempre secondo l'esponente Pd, fu solo di ideazione e prestazione artistica, cui corrisponde il suo «diritto morale d'autore» o «paternità intellettuale» dell'opera scultorea ideata, peraltro inalienabile. «Ovviamente, è solo una disquisizione di tipo tecnico».
 
I 5 Stelle, invece, con Anna Maria Mollica hanno approvato. «Ho ricevuto tardi il regolamento - dice - da una lettura veloce ho verificato che sono venute meno alcuni punti di rigidità che avrebbero ingessato il Comune, pertanto mi sono detta favorevole a discuterne in consiglio».

A presiedere la commissione Finanze, assente la presidente Annalisa Tomaciello, è stato il vice Italo Di Dio: «Il regolamento approvato è di sicuro più snello e riduce una serie di oneri posti a carico del Comune. Permangono però dubbi sulle modalità di copertura degli impegni assunti dal Comune. La delibera richiama una corrispondenza del 5 febbraio tra l'amministrazione e il legale del Maestro Paladino, il quale, pur approvando le modifiche apportate, ritiene comunque essenziale che il Comune provveda al ripristino dell'Hortus Conclusus sia per la parte architettonica che per gli impianti idraulici ed elettrici. La stessa delibera inoltre richiama la necessità di garantire la manutenzione del sito. Condividendo in pieno le richieste di Paladino, ho rappresentato alla Commissione Finanze la necessità di istituire uno specifico capitolo di spesa da inserire nel prossimo bilancio previsionale a integrale copertura degli interventi di restauro, della manutenzione ordinaria nonché di adeguati interventi di prevenzione del rischio di vandalizzazione dell'opera. In mancanza di un'adeguata copertura finanziaria, ritengo che gli impegni assunti con la delibera in oggetto saranno difficilmente onorabili». In effetti, una delle modifiche sostanziali ha riguardato l'articolo 5, che disciplina l'organizzazione, nel luogo ove sono state situate le sculture, di spettacoli. Finora era previsto che le manifestazioni dovessero essere preventivamente concordate con la Commissione composta da tre o cinque membri, nominati dal sindaco su indicazione dell'artista Paladino e con precisazione che componente fisso di tale Commissione sarebbe stato sempre o Mimmo Paladino o un suo erede-familiare. Tale membro avrebbe avuto sempre diritto di veto. Parte, quest'ultima, rimossa, per cui la concessione di uso temporaneo a terzi è rilasciata dall'Ufficio Cultura del Comune di Benevento, con procedure autorizzative meno stringenti.
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