Benevento perde derby con Avellino:
addio primato sulla differenziata

Benevento perde derby con Avellino: addio primato sulla differenziata
di Paolo Bocchino
Lunedì 7 Ottobre 2019, 08:58 - Ultimo agg. 10:36
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Benevento perde il derby con Avellino. Il terreno di gioco è quello della raccolta differenziata e la sconfitta rappresenta un inedito. Per la prima volta il capoluogo sannita non ha la leadership nella selezione dei rifiuti dopo anni da capofila indiscussa. Resta invece in vetta alla classifica regionale la provincia di Benevento. Lo attestano i dati definitivi per l'anno 2018 dell'Osservatorio rifiuti della Regione Campania, pubblicati due giorni fa. Qualche sentore si era già avuto con le anticipazioni di Legambiente sui «comuni ricicloni» ma il quadro certificato adesso dall'organismo regionale con il decreto numero 52 firmato dal dirigente Nicola D'Alterio è il riferimento ufficiale che cristallizza le posizioni.
 
Benevento diventa quindi la seconda città campana per raccolta differenziata con il 63,4%. A precederla è Avellino che fa segnare un sorprendente 71,8% mentre Salerno si ferma al 60,4. Molto più dietro Caserta al 48,6% e Napoli che non va oltre uno scarno 36%. Il sorpasso irpino è dovuto soprattutto al cambio di passo operato dal Comune di Avellino che nel 2018, in sinergia con la società provinciale Irpiniambiente, ha avviato la raccolta «porta a porta». Con benefici più che evidenti: un anno prima l'asticella si era fermata al 30,9%. Metodo che a Benevento è praticato dall'Asia già da 10 anni con risultati sempre all'altezza. Stupisce quindi apprendere che nello scorso anno il trend di crescita si è involuto determinando una contrazione di quasi 4 punti percentuali. Stabili invece Salerno, Caserta e Napoli.

Il saldo delle città evidentemente influisce anche sulle performance di area vasta. Grazie all'impennata del capoluogo Avellino diventa la seconda provincia in Campania con il 63,7%, preceduta da Benevento che nel 2018 ha raggiunto il 70,6%. Si tratta del record storico per il Sannio. Più basse le medie provinciali di Salerno (61,5%), Caserta e Napoli rispettivamente al 54,2 e al 50,2%.

I dati certificati dalla Regione distribuiscono patenti di buona raccolta a moltissimi comuni sanniti. Sono soltanto 18 i centri della provincia a non raggiungere la quota virtuosa del 65% che dà diritto anche a sgravi in tariffa per lo smaltimento. Particolarmente negativa la performance di Ceppaloni, fanalino di coda in provincia con un misero 39,7%. Sotto il 50% anche Sassinoro mentre in tutto il resto dei comuni almeno un rifiuto su due è avviato alle piattaforme per il riciclo.

Affollata la parte alta della graduatoria dove spiccano le prestazioni extralarge di centri come Cusano Mutri che nel 2018 ha conseguito una percentuale di raccolta selezionata pari al 91,3% e il primato provinciale. Una vittoria al fotofinish su San Lorenzo Maggiore che ha raggranellato un altrettanto prestigioso 91%. Apici di una carrellata di risultati ottimali che riguardano tutti i comprensori della provincia. Oltre alle due già menzionate ci sono ben quindici amministrazioni che hanno chiuso lo scorso anno con un saldo superiore al 80% e dunque ben oltre la media provinciale. Menzione di merito doverosa per Durazzano, Baselice, Bonea, Bucciano, Castelvenere, Castelvetere di Valfortore, Cautano, e ancora per Circello, Ginestra degli Schiavoni, Guardia Sanframondi, Montesarchio, Pietraroja, Pietrelcina, Reino, Sant'Angelo a Cupolo, Solopaca. Tra la curiosità statistica e il dato politico vanno segnalati i buoni riscontri di Casalduni (74,4%) e San Bartolomeo in Galdo (71,9%), guidate rispettivamente dai sindaci Pasquale Iacovella e Carmine Agostinelli che siedono ai vertici dell'ente d'Ambito e della società provinciale Samte. Meno esaltante il riscontro di Santa Croce del Sannio (58,9%) il cui primo cittadino è il presidente della Provincia Antonio Di Maria.

Da segnalare infine il trend della produzione complessiva di rifiuti. Stabile nel Sannio che non ha fatto registrare variazioni nell'ultimo anno con 353 chilogrammi pro capite. Diminuisce invece la produzione in città con 20 chilogrammi di immondizia risparmiati: dai 435 del 2017 agli attuali 415.
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