Benevento, allarme rientrato:
l'acqua distribuita in città è potabile

Benevento, allarme rientrato: l'acqua distribuita in città è potabile
di Gianni De Blasio
Martedì 26 Marzo 2019, 09:18
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«L'acqua distribuita nella città di Benevento è potabile». E lo è «inequivocabilmente»: questa, la secca conclusione dell'Asl in risposta al Comune di Benevento venerdì scorso. Ma, seppur l'acqua è, ed è stata, sempre potabile, come attestano tutti i parametri indicati dal decreto legislativo numero 31 del 2001, che disciplina l'attività di controllo delle acque destinate al consumo umano, va detto anche che, da prelievi effettuati dall'Arpac il 14 febbraio, si sono registrati sforamenti di Tetracloroetilene: al pozzo di Pezzapiana il parametro si è attestato a 2,5 a fronte del limite di 1,1, mentre a Campo Mazzone si è registrato il 3,4. Si tratta di due rapporti di prova che evidenziano i superamenti dei valori quale «Concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee», valori poi rientrati, è sempre l'Asl ad affermarlo, come attestato dai controlli effettuati il 4 marzo. Aspetto, questo, concernente l'ambiente, regolamentato dal decreto 152 del 2006.
 
Al Comune la comunicazione ufficiale dello sforamento è stata trasmessa ieri mattina, ma era stata anticipata telefonicamente all'assessore Gino De Nigris dal direttore del dipartimento Arpac Elina Barricella qualche giorno fa. Mastella, appena informato, ha indetto un vertice con Asl (Tommaso Zerella e Fernando Maio), Arpac (oltre a Barricella, Vincenzo De Gennaro e Vittorio Di Ruocco), Provincia (Raffaele Rabuano), Regione (Giuseppe Pagliuca) e Gesesa (Vittorio Cuciniello e Pasquale Schiavo). «Acclarata l'assoluta potabilità dell'acqua immessa nell'acquedotto cittadino - è scritto nella nota diramata dal Comune - a seguito dei risultati delle ultime analisi effettuate sui pozzi di captazione e dell'innalzamento di alcuni valori (successivamente rientrati), è stato comunque deciso di attivare le procedure previste dagli articoli del decreto numero 152/06 nei casi in cui venga accertato che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione della soglia di contaminazione».

Le pubbliche amministrazioni che, nell'esercizio delle proprie funzioni, individuano siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione ne danno comunicazione alla Regione, alla Provincia e al Comune competenti. La Provincia, dopo aver svolto le opportune indagini volte a identificare il responsabile dell'evento di superamento e sentito il Comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente titolo. Se il responsabile non è individuabile o non provveda e non provveda il proprietario del sito né altro soggetto interessato, gli interventi che risultassero necessari sono adottati dall'amministrazione competente. Una procedura, peraltro, già attuata in via precauzionale dal Comune che il 20 febbraio ha avviato le analisi preliminari sui due pozzi di captazione di Campo Mazzone e Pezzapiana per sospetta contaminazione, impegnando circa 40mila euro. L'architetto Raffaele Rabuano, per conto della Provincia, ha annunciato che, alla luce di quanto emerso, attiverà i provvedimenti di sua competenza per l'individuazione dei soggetti responsabili delle attività potenzialmente contaminanti. L'Arpac, intanto, continuerà il monitoraggio ordinario dei corpi idrici sotterranei e chiederà l'inserimento del pozzo di Campo Mazzone nel monitoraggio regionale della qualità. La Regione ha, infine, chiesto al Comune di assicurare che le indagini preliminari siano svolte con il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionalmente competenti onde assicurare la validità dei risultati ai fini della «caratterizzazione» del fenomeno. Richiesta accolta dal Comune.
 
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