Rogo da domare e indagini per individuare i responsabili. Due le linee operative per il monte Erbano, che continua a bruciare dall'inizio della scorsa settimana. Anche ieri Canadair e un elicottero, squadre della Comunità Montana del Titerno e dell'Alto Tammaro e vigili del fuoco sono stati impegnati per l'intera giornata. Si era sperato nella pioggia ma invano. All'opera anche i carabinieri forestali, presenti con i loro reparti specializzati nelle investigazioni. «Il momento dell'emergenza con le fiamme da domare è preminente dice il colonnello Gennaro Curto, comandante provinciale dei carabinieri forestali - ma non stiamo trascurando di ricostruire le modalità dell'incendio e soprattutto di cercare d'individuare chi ha provocato questo disastro. Una indagine non facile perché mancano ancora gli indizi per risalire a un preciso movente perché non c'è una speculazione edilizia in agguato, né tantomeno ci sono superfici per adibire a pascoli. Di certo si tratta di azioni dolose e con gravi conseguenze».
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I COMUNI
E infatti la richiesta di stato di calamità da parte dei sindaci di San Lorenzello, Antimo Lavorgna, e di Faicchio, Nino Lombardi, confermano la gravità di ciò che è accaduto, soprattutto per l'assetto idrogeologico che in assenza della vegetazione, distrutta dalle fiamme, mette a rischio le abitazioni che potrebbero essere travolte da movimenti franosi nella stagione delle piogge. Un «settembre caldo» per i roghi in questo fine estate, mentre nei mesi precedenti si era registrato un numero di incendi contenuti, inferiori a quelli delle precedenti stagioni. «Un elemento, quello del periodo senza dubbio nuovo. Il boom di incendi in passato si registrava a luglio e ad agosto e non a settembre» dice Giuseppe Travia, dirigente della Protezione civile presso Genio civile, impegnato in queste ore nel coordinamento delle squadre messe a disposizione da Provincia e dalle comunità montane.
L'ESCALATION
Ma in queste ore c'è un susseguirsi di incendi meno consistenti ma non per questo meno dannosi su tutto il territorio provinciale e anche in città. Si è iniziato con il rogo alla Gran Potenza nei pressi del centro commerciale e si è proseguito con focolai nelle varie contrade, come quello imponente a Cellarulo con danni anche a una pineta al margine del fiume Calore, e poi l'ultimo (lunedì sera), che si è sviluppato per oltre quattro ore, alla Rotonda dei Pentri che ha richiesto l'impegno di più squadre dei vigili del fuoco e il blocco anche di alcune vie di accesso alla zona per favorire l'afflusso dei mezzi di soccorso. Le indagini dei carabinieri forestali sono in corso in particolare per i roghi alla Gran Potenza e alla contrada Cellarulo. Anche se non sono stati trovati degli inneschi, in pratica rudimentali apparecchiature che consentono a chi li adopera di farli entrare in azione solo dopo un certo tempo, in modo che l'attentatore ha tutto il tempo di allontanarsi senza rischiare di rimanere avvolto dalle fiamme.
Monte Erbano in fiamme,
giallo e rischio dissesto
di Enrico Marra
Mercoledì 16 Settembre 2020, 09:13
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I due maxi incendi sono senza dubbio dolosi ed i carabinieri della forestale hanno relazionato alla Procura che coordina le indagini.
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